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PERCORSI STRATEGICI NON CRESCITA, COOPERAZIONE. Sommario. Percorso strategico: crescita → gruppi Disinvestimento Percorso strategico: non crescita Percorso strategico: cooperazione Crisi. I fondamentali percorsi strategici progettati dalle imprese sono:
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Sommario • Percorso strategico: crescita → gruppi • Disinvestimento • Percorso strategico: non crescita • Percorso strategico: cooperazione • Crisi
I fondamentali percorsi strategici progettati dalle imprese sono: • Crescita, per espansione orizzontale, integrazione verticale, diversificazione e conglomerazione • Non crescita, con mantenimento delle dimensioni o con entrata in reti di imprese • Cooperazione (può comportare ora mantenimento delle dimensioni ora crescita congiunta dei partner) in rete e fuori rete.
DISINVESTIMENTO di sotto-sistemi aziendali • il DISINVESTIMENTO può manifestarsi attraverso: • la vendita operata da una singola organizzazione produttiva (impresa; gruppo) di una parte di essa ad un’altra organizzazione produttiva. • la cessazione di una attività interna al sistema d’impresa • disintegrazione verticale: disinvestimento effettuato da un’organizzazione integrata verticalmente
Non crescita (I) • 1) trattasi di scelta “necessitata” per l’impossibilità di crescere; • 2) trattasi di scelta “consapevole” per la bassa propensione al rischio del soggetto economico o perché quest’ultimo – al contrario – privilegia un obiettivo strategico diverso dalla crescita, ad esempio il miglioramento della redditività.
Non crescita (II) • si può decidere di mantenere il posizionamento strategico raggiunto e, quindi, conservare le dimensioni raggiunte • si può decidere – ad un certo punto del ciclo di vita aziendale – di cooperare con altre imprese per raggiungere un obiettivo comune, conservando le dimensioni (*). • cooperazione inter-aziendale “senza rete” (joint venturing) →cooperazione “equity” o su base “non equity” → joint venture di tipo societario e joint venture di tipo contrattuale • cooperazione inter-aziendale “in rete” (networking)
(*) Talvolta la cooperazione inter-aziendale può dar vita a una crescita dimensionale di partner coinvolti o di uno solo di essi
Non crescita (II) • Consapevole o necessitata, il caso può riguardare sia imprese in fase di selezione naturale sia imprese sopravvissute alle turbolenze • Quando riguarda imprese che nel tempo si mantengono piccole e continuano a essere controllate dal fondatore o dal qualche successore, si parla di NANISMO di impresa
Cooperazione (I) • Più imprese indipendenti “cooperano” quando: • hanno un obiettivo comune da raggiungere • condividono l’utilizzo di risorse anche diverse, ma complementari • predefiniscono la durata delle operazioni di gestione necessarie a raggiungere il comune obiettivo
Cooperazione (II) • La cooperazione è gestita sulla base di un accordo. • Gli accordi, quanto la cooperazione, possono essere: • di tipo informale • di tipo formale Gli accordi formali possono dar luogo a • Equity cooperation • Non equity cooperation
Joint venture di tipo societario (I) • Accordo tra due o più imprese (co-venturer) che creano una nuova società (joint-venture) giuridicamente autonoma rispetto ad esse, condividendone la proprietà, per realizzare e sviluppare in forma congiunta attività economiche definite, che richiedono un elevato impegno finanziario e comportano rischi rilevanti, per un periodo di tempo limitato o illimitato
Equity cooperation • Gli aspetti qualificanti la joint-venture sono: • Esistenza di un contratto tra due o più partner; • Definizione di un obiettivo strategico comune, di lungo periodo e realmente condiviso • volontà delle imprese co-venturer di integrare le rispettive attività e risorse produttive complementarietà e compatibilità tra gli associati riguardo ai valori e allo stile di conduzione; • Esistenza di un rapporto fiduciario tra gli associati
Non equity cooperation • Non prevede la creazione di un nuovo soggetto giuridico ma la stipula di accordi contrattuali tra partner che hanno durata limitata. • Ciascuna impresa mantiene la propria autonomia, è contitolare di un contratto e assume responsabilità proprie limitatamente all’esecuzione delle prestazioni in esso previste e in vista del raggiungimento della specifica finalità comune.
Cooperazione (IV) • La cooperazione può dare luogo anche a reti. • Una rete si distingue dalle altre forme di cooperazione fra imprese per i seguenti elementi: 1) presenza di relazioni multiple “intense e ripetute nel tempo”; 2) simmetricità/asimmetricità delle unità che la compongono; 3) rilevanza della dimensione sociale-interpersonale della relazione, basata anche sulla “fiducia” reciproca; 4) autonomia formale delle aziende partecipanti, anche quando esistano più unità “nodali” rispetto all’unità “centrale”; 5) modalità di coordinamento basate sull’ “aggiustamento reciproco” e sul consenso che previene o riduce il conflitto
Tipologie • RETI DI MERCATO (ála Thorelli): spontanee • RETI GUIDATE (á la Lorenzoni): consapevoli • RELAZIONI INTER-ORGANIZZATIVE STRUTTURATE “A GRUPPO CON RETI” (á la Forsgren-Pahlberg): rete all’interno di un gruppo
Crisi (I) • possono essere causate: • da una difficoltà inerente all’intervenuta deficienza di “capacità” (risorse; competenze) all’interno del sistema aziendale; • da una difficoltà inerente ad una intervenuta insostenibile “turbolenza” del general environment; • da una difficoltà dell’ambiente specifico in cui l’impresa è inserita (maturità/declino del settore).
Crisi (II) • Le crisi non sono necessariamente irrisolvibili; esse comportano semplici o complesse “ristrutturazioni” (turnaround). La crisi può essere una occasione!!! • Cambiamenti generali (complessi) • ristrutturazioni che mantengono integro il sistema, riducendone i costi (rationalization); • rimpicciolimento del sistema (downsizing) → riduzione degli organici; • disintegrazione verticale; • cooperazioni difensive con altre imprese o istituzioni; • mutamento del soggetto economico, ma l’impresa continua la storica produzione; • cambiamento di produzione, anche associato al cambiamento del soggetto economico; • fusione con altre imprese o incorporazione dell’impresa di cui trattasi in altre imprese.
Crisi (III) Ristrutturazioni locali: • Semplici ristrutturazioni organizzative • Decentralizzazione dell’autorità e del potere • Reengineering • Outsourcing • Sviluppo del telelavoro e direzione a distanza
Crisi (IV) • Dalla crisi all’uscita dal settore: • cessazione consapevole e guidata dell’attività aziendale, con estinzione dell’impresa; • fallimento (non voluto).