1 / 26

Il Rapporto fra il Clinico e il Laboratorio nelle Patologie dell’Emostasi

Il Rapporto fra il Clinico e il Laboratorio nelle Patologie dell’Emostasi. Armando Tripodi Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi Dipartimento di Medicina Interna Università e IRCCS Ospedale Maggiore Milano. Collaborazione fra Clinico e Laboratorio Emostasi Perchè.

riva
Download Presentation

Il Rapporto fra il Clinico e il Laboratorio nelle Patologie dell’Emostasi

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Il Rapporto fra il Clinico e il Laboratorio nelle Patologie dell’Emostasi Armando Tripodi Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi Dipartimento di Medicina Interna Università e IRCCS Ospedale Maggiore Milano

  2. Collaborazione fra Clinico e Laboratorio EmostasiPerchè • Indagini specifiche per ogni condizione • Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione

  3. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  4. APTT nello Studio delle Coagulopatie Congenite APTT di un plasma carente di pre-kal APTT di un plasma carente di FXII APTT di un plasma emofilico 130” (v.n. <30”) 110” (v.n. <30”) 85” (v.n. <30”)

  5. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  6. APTT nel Controllo di Laboratorio dell’Eparina non Frazionata • Basu D, et al. A prospective study of the value of monitoring heparin treatment with the activated partial thromboplastin time. New Engl J Med, 1972 • Range terapeutico efficace e sicuro - prolungamento APTT pari a 1.5-2.5 rispetto a quello di base. Corrispondente a 0.2-0.4 u/ml di eparina

  7. Reagent Ortho Organon IL Biotrack Therapeutic APTT Ratio 2.6 – 4.2 2.3 – 3.5 2.3 – 3.4 2.1 – 3.3 Comparison of Various Manufacturers’ ReagentsBrill-Edwards, 1993

  8. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  9. Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Non c’è evidenza che la pillola riduca significativamente i livelli di antitrombina • La raccolta della storia clinica personale e familiare è in generale più efficace di qualunque test di laboratorio nel valutare il rischio trombotico da pillola

  10. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  11. Ridotta sintesi di una proteina normale Proteina con disfunzione nel sito attivo Proteina con disfunzione nel sito di legame per l’eparina Rischio trombotico medio-elevato Rischio trombotico medio-elevato Rischio trombotico modesto Carenza di Antitrombina in Rapporto ai Sintomi

  12. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  13. Fattore V Leiden, o Resistenza APC • Il Fattore V Leiden rappresenta ca. l’85% di tutte le resistenze fenotipiche • La resistenza fenotipica è un fattore di rischio per TEV indipendente dal fattore V Leiden

  14. DVT Patients without FV Leiden Odds ratio Normalized APC sensitivity ratio de Visser M.C.H. et al, 1999

  15. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  16. D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • L’intervallo di riferimento è utile per lo screening della DIC • Il valore di cut-off è utile per l’esclusione della TVP/EP • I due valori sono quasi sempre diversi per lo stesso metodo

  17. Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione • APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite • APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata • Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola” • Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia • Fattore V Leiden, o Resistenza APC • D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP) • Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o condizioni parafisiologiche

  18. Inattendibilità dei Test in Rapporto a Terapie o Condizioni Parafisiologiche • Test fenotipici per la trombofilia durante l’evento trombotico acuto • Test fenotipici per la trombofilia in corso di terapia eparinica • Test per le proteine C/S in corso di terapia anticoagulante orale • Difficile interpretazione dei test per il LA in corso di terapia anticoagulante orale • Test per resistenza APC e proteina S in corso di gravidanza o assunzione di estroprogestinici • Misura del fibrinogeno con test non-coagulatori nella valutazione della coagulopatia da consumo

  19. Cosa rende difficile la collaborazione fra clinico e laboratorio • Cause facilmente rimuovibili - Il clinico ritiene di poter fare “da solo” - Il laboratorio è troppo “attendista” - Scarse conoscenze del laboratorio • Cause difficilmente rimuovibili - Centralizzazione dei servizi di laboratorio - Gare per aggiudicare reagenti/strumenti

  20. Cosa deve fare il clinico per migliorare il rapporto con il laboratorio • Evitare la richiesta di test di cui non conosce bene il significato • Formulare ipotesi diagnostiche chiare • Concordare con il laboratorio precisi protocolli diagnostici per le varie condizioni • Accompagnare alla provetta informazioni cliniche e terapeutiche dettagliate • Discutere con il laboratorio le modalità per procedere a studi più approfonditi • Informare il laboratorio sugli esiti diagnostici/terapeutici

  21. Cosa deve fare il laboratorio per migliorare il rapporto con il clinico • Aggiornare i test disponibili secondo lo stato dell’arte • Dividere nettamente ciò che è applicabile in ricerca da quello che è applicabile nella routine • Concordare con i medici dei reparti i protocolli diagnostici più idonei • Organizzare riunioni periodiche con i medici di reparto

  22. Cosa deve fare l’amministratore per facilitare il rapporto fra il clinico ed il laboratorio • Non esasperare la ricerca del risparmio a tutti costi • Favorire la formazione del personale • Incentivare l’adozione di più programmi per il controllo della qualità • Limitare la centralizzazione dei servizi di laboratorio

  23. Far East West India Never underestimate the importance of specific knowledge

More Related