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ADOS Trieste (Associazione Donne Operate al Seno).
E N D
Il nostro interesse per la malattia cancro della mammella negli Anni ’70 è stato determinato dalla constatazione che allora dopo l’intervento chirurgico la donna si trovava ad essere priva di supporti paralleli e concomitanti in una fase tanto delicata della vita dove sente venir meno la propria condizione esistenziale
Le algie post-chirurgiche erano presenti nel 55% dei casi determinate da lesioni di tronchi nervosi, alterazioni dell’articolazione scapolo omerale e da edema nell’arto omolaterale all’intervento. Il trattamento di elezione era allora la mastectomia secondo Halsted.
Fu così che nel 1976 prese l’avvio presso il Centro Tumori, un servizio di riabilitazione per le mastectomizzate, dapprima in forma privata, poi come Centro Riabilitazione Mastectomizzate, associazione di volontariato, in collaborazione con l’USL n. 1 Triestina.
I trattamenti chirurgici demolitivi determinati da tumori molto spesso superiori ai 3 cm. di diametro e con linfonodi positivi, scoperti per lo più in fase avanzata dalle stesse donne, ci indussero ad avviare la campagna di informazione “Scopri la salute del tuo seno”, per sollecitare le donne ad esaminare con frequenza mensile il proprio seno e segnalare tempestivamente al proprio medico le eventuali modificazioni.
La riabilitazione della donna operata al seno per tumore procedeva di pari passo con l’educazione sanitaria, con l’informazione, per sensibilizzare le donne alla diagnosi precoce.
Aderimmo per primi al progetto “Europa Donna” di Veronesi e sollecitammo a tutti i livelli l’avvio dello screening mammografico, sia attraverso convegni nazionali, sia attraverso conversazioni mirate, sia attraverso l’allestimento di un “Gazebo Rosa” durante la Barcolana distribuendo migliaia di depliant per sensibilizzare le donne a salvaguardare la propria salute.
Nel frattempo gli interventi chirurgici sono diventati sempre più conservativi e, dal 2003, la metodica del linfonodo sentinella è standard internazionale.
Dal 1978 al 1991 sono state osservate 1590 pazienti (studio linfedema) L’ incidenza del 68% negli anni 1978/79, si è ridotta al 5,5% nell’anno 1991. L’incidenza si riferisce unicamente alle pazienti che si presentavano al nostro servizio per la prima volta.
Dal gennaio 2000 al dicembre 2004 abbiamo effettuato 12.801 prestazioni con una media annua di prestazioni pari a 2.500 media annua pazienti 170 Incidenza del linfedema pari al 14%
Dal gennaio 2005 al dicembre 2007 abbiamo effettuato 5.754 prestazioni con una media annua di prestazioni pari a 1.918 media annua pazienti 160 incidenza del linfedema pari all’8% (considerata la differenza di cm 2 o >2 con l’arto controlaterale nelle misurazioni standard : terzo prossimale e terzo distale braccio terzo prossimale e terzo distale avambraccio)
Negli anni 2006 e 2007 (periodo screening mammografico) sono venute alla nostra osservazione 95 pazienti a cui era stata applicata la metodica del linfonodo sentinella. Le 95 pazienti lamentavano algie derivanti da esiti post chirurgici, senza problemi legati alla circolazione linfatica.
Per concludere nella nostra metodica “RI-ABILITARE” significa: • ovviare alle algie derivanti da esiti post chirurgici onde impedire la cronicizzazione del danno. Ciò vale anche per lo shock linfatico che deriva dall’asportazione dei linfonodi del cavo ascellare il cui trattamento preventivo serve per stimolare la formazione del nuovo circolo linfatico; • favorire la ricostituzione dell’immagine psico-corporea; • aiutare per un pronto reinserimento sociale e familiare e ovviare a quelle incongruenze e difficoltà che possono insorgere in caso di disadattamento alla malattia.
In pratica: attraverso il gesto fisico della riabilitazione si stabilisce il contatto, si crea l’opportunità per il dialogo e con esso il veicolo per lasciar affiorare paure, tensioni, speranze. SI AIUTA LA DONNA A RISCOPRIRE SE STESSA.