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Un bambino impara a leggere la prima volta quando viene preso in braccio e gli viene letta una favola. La frequenza con cui ciò accade, o non accade, nei primi cinque anni di vita si rivela uno dei migliori predittori della successiva capacità di leggere.
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Un bambino impara a leggere la prima volta quando viene preso in braccio e gli viene letta una favola
La frequenza con cui ciò accade, o non accade, nei primi cinque anni di vita si rivela uno dei migliori predittori della successiva capacità di leggere. I bambini che si iscrivono all’asilo avendo ascoltato e usato migliaia di parole, il cui significato è stato capito, classificato e immagazzinato dal loro giovane cervello, sono in vantaggio nella competizione scolastica. Quelli a cui nessuno ha mai letto una favola e che non hanno ascoltato filastrocche; che non hanno mai sognato di combattere con un drago o di sposare un principe sono pesantemente svantaggiati
Quella del bambino che impara a leggere è una storia di fate e incantesimi, oppure di occasioni perdute e carenze che si potevano evitare.
Un po’ di buoni motivi…scientificamente giustificati • Associazione tra l’ascolto della lingua scritta ed il sentirsi amati elemento base dello sviluppo della lettura • Comprensione delle illustrazioni (sistema visivo già sviluppato dai sei mesi) • Comprensione che le cose hanno dei nomi • Acquisizione del “linguaggio dei libri”, a livello di lessico, di sintassi più raffinata, dell’uso degli artifici letterari (linguaggio figurato come metafore e similitudini) • Acquisizione di “script” • Sviluppo delle capacità inferenziali • Sperimentazione del “vedere le cose dal punto di vista degli altri”
“ Con ogni probabilità non saliremo mai su una mongolfiera, non vinceremo una gara di corsa con una lepre, né danzeremo con un principe finchè la pendola batte la mezzanotte – ma, grazie ai libri, possiamo capire come ci si può sentire”