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Bologna, 23 Novembre

Bologna, 23 Novembre. Il modello centralizzato con delega amministrativa. Francesco Gennai, Marina Buzzi, Laura Abba Istituto per le Applicazioni Telematiche {Francesco.Gennai, Marina.Buzzi, Laura.Abba}@iat.cnr.it. Contenuti Organizzazione, gestione e controllo di un servizio di rete;

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Bologna, 23 Novembre

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Presentation Transcript


  1. Bologna, 23 Novembre Il modello centralizzato con delega amministrativa Francesco Gennai, Marina Buzzi, Laura AbbaIstituto per le Applicazioni Telematiche {Francesco.Gennai, Marina.Buzzi, Laura.Abba}@iat.cnr.it

  2. Contenuti • Organizzazione, gestione e controllo di un servizio di rete; • Introduzione modello CMDA (centralized management with delegated administration); • Esperienza nell’utilizzo del modello per l’hosting del servizio di PE.

  3. Organizzazione di un servizio di rete • installazione/configurazione del sistema • personale altamente specializzato • monitoraggio ed operatività del servizio • personale tecnico • amministrazione • personale non specializzato

  4. Modello per l’organizzazione di un servizio di rete

  5. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Centralized management with delegated administration (CMDA) • gestione centralizzata del server (maintenance, monitoraggio, etc.) • delega dell’amministrazione del servizio (alle singole unità dell’organizzazione)

  6. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Vantaggi del CMDA • riduce il numero dei server al minimo numero tecnicamente richiesto • semplifica il controllo e la gestione del servizio • facilità l’introduzione di nuovi servizi (come integrazione con directory) perchè si ha il controllo tecnico del servizio • riduce i costi • flessibile (max autonomia amministratori locali) • minimizza i tempi di risposta (per gli utenti)

  7. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Limitazionidel modelloCMDA • banda garantita (se si adotta su scala geografica) • Infrastrutture sono affidabili, le distanze sono “virtuali” (valutare il ritardo nella comunicazione a livello locale); • La comunicazione tra client e server può utilizzare un canale cifrato.

  8. Applicazione del modello nel servizio di Posta elettronica • E’ ampiamente diffuso • Continuerà a crescere in termini di volume di traffico (vs fax, surface mail) • E’ uno dei primi servizi di rete a cui si avvicina l’utente

  9. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Approccio per l’implementazione del CMDA • Sviluppo di interfacce web per gli amministratori periferici -> creazione, modifica, cancellazione di mailbox, alias, etc. nel proprio/i dominio/i di PE • Sviluppo “accurato” di CGI che si appoggia sulle API fornite dal prodotto di PE • estensivo controllo degli errori

  10. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Ulteriori vantaggi del modello • Riduce gli errori umani • Non richiede personale specializzato • Organizzazione host dei servizi di PE non gestisce la parte di amministrazione aumento dei domini non aumenta i compiti per l’organizzazione che gestisce e monitorizza il servizio

  11. La prima esperienza di utilizzo del modello CMDA

  12. Hosting del servizio di PE per l’università di Pisa1994/95 Interfaccia a due livelli • Il primo livello per gestire i sotto-domini di unipi.it per aggiungere/rimuovere sottodomini dal sistema di e-mail • Il secondo livello per gestire caselle di posta elettronica e alias per gli utenti

  13. Realizzazione • Instradare il traffico di PE dell’università verso il nostro sistema di e-mail -> inserito un MX record nel DNS dell’università che puntava al nostro server di e-mail • Per rendere flessibili le configurazioni degli utenti dell’università (usare nomi di server nel dominio dell’università) -> definiti CNAME • mail.unipi.it -> mail.cnuce.cnr.it • pop.unipi.it -> pop.cnuce.cnr.it • smtp.unipi.it -> smtp.cnuce.cnr.it trasparenza della configurazione degli utenti (in caso di migrazione del servizio)

  14. Introduzione del modello all’interno del CNR

  15. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Situazione del nostro istituto Da una indagine fatta nel 1997 sono risultati attivi, nel solo CNUCE, 52 smtp server (vecchie versioni, non correttamente configurate, non gestite). • Punto di debolezza nella sicurezza dei sistemi. Problema: convincere le persone ad eliminare questi server (la flessibilità dell’interfaccia di amministrazione e la trasparenza nella configurazione del servizio).

  16. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Introduzione del modello nel CNR L’interfaccia testuale -> web Hosting del servizio di PE per il CNR (area di Pisa) • 18 domini Nell’area di Padova è attivo un analogo servizio

  17. Affidabilità del servizio • SCSI cluster costituito da due sistemi che condividono un RAID disk array ed effettuano load balancing; • Questo ci abilita ad effettuare maintenance su un nodo, senza alcuna interruzione del servizio.

  18. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Interfacce di amministrazione Schema di naming nel CNR • Ogni istituto adotta la propria politica per la definizione della parte locale dell’indirizzo (cognome@dominio, nickname@dominio, nome.cognome@dominio) Le interfacce di amministrazione forzano uno schema di indirizzamento comune.

  19. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Interfacce di amministrazione Dal nome e cognome automaticamente creano l’indirizzo ufficiale • nome.cognome@dominio e gli alias: • iniziale-nome. cognome@dominio • cognome@dominio Gestiscono indirizzi di ruolo (segreteria@dominio, presidente@dominio)

  20. Le statistiche di utilizzo del servizio

  21. Numero msg per dominio

  22. Traffico per dominio in MB

  23. Numero medio di msg/mailbox

  24. Valutazione del servizio Istituti dove non hanno personale tecnico, sono molto interessati all’utilizzo di questo servizio Riduzione dei server al minimo numero tecnico • Facilita controllo e manutenzione del sistema (monitoring, debugging, software upgrades) diminuendo lo sforzo globale sostenuto dall’organizzazione per la gestione del servizio di e-mail • Riduce problemi di sicurezza • Diminuisce i costi (hw/sw e di risorse umane)

  25. Il carico amministrativo è suddiviso tra tutte le unità • Il carico per l’organizzazione che fa l’hosting dei servizi non cresce con il numero dei domini. Noi gestiamo 18 domini. Abbiamo ridotto il numero di server da 18 (quelli ufficiali) a 1 mantenendo lo stesso numero di persone per la gestione del servizio (2) • Gli amministratori locali hanno mantenuto la loro flessibilità nell’amministrazione del servizio • Il tempo per soddisfare una richiesta utente dipende dalla sua organizzazione

  26. Utilizzo delle interfacce web • user-friendly, non richiede personale con skill tecnico; • evita l’errore umano; • le operazioni “critiche” sono effettuate dal sistema (gli amministratori non devono essere utenti privilegiati); • automaticamente implementa la policy decisa dall’organizzazione per l’indirizzamento (p. es. nome.cognome@dominio).

  27. Conclusioni • Investimenti nell’implementazione del modello CMDA sono velocemente compensati dalla riduzione nei costi

  28. C Consiglio Nazionale delle Ricerche Ambiente di utilizzo del CMDA • Università, Pubblica Amministrazione, medie/grandi aziende, ISP • CNR • Istituti con sezioni distribuite sul territorio nazionale Tramite l’interfaccia web i vari amministratori possono creare/cancellare mailbox e alias appartenenti allo stesso dominio. L’interfaccia di gestione è accessibile via https.

  29. Sviluppi futuri • Applicazione del modello anche per i servizi di DNS in modo da distribuire i compiti amministrativi sulle unità periferiche

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