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Prof. M. Belvedere Malattia di Parkinson Basi generali della malattia. Malattia di Parkinson. James Parkinson nel 1817 descrisse la malattia nel libro “An Essay on the Shaking Palsy”:
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Prof. M. Belvedere Malattia di Parkinson Basi generali della malattia
Malattia di Parkinson James Parkinson nel 1817 descrisse la malattia nel libro “An Essay on the Shaking Palsy”: “Tremori involontari, accompagnati da diminuzione della forza muscolare, in parti del corpo non impegnate nel movimento anche se sorrette; tendenza ad inclinare il tronco in avanti ed a passare dal cammino alla corsa, mentre la sensibilità e le funzioni intellettive restano inalterate”.
Malattia di ParkinsonRealtà clinica e terapeutica • Malattia neurologica degenerativa: • causa ignota • insorgenza insidiosa • decorso gradualmente progressivo • Trattamento farmacologico: sintomatico Marsden, Olanow Ann Neurol 1998
Criteri Diagnostici • Presenza dei segni motori cardinali: TREMORE - RIGIDITA’ - ACINESIA + ESORDIO ASIMMETRICO • Verifica della responsività alla terapia farmacologica (levodopa) • Esclusione di sintomi ‘atipici’: instabilità posturale precoce, grave disautonomia, freezing precoce, allucinazioni non LD correlate, decadimento intellettivo precoce, paralisi verticale dello sguardo, movimenti involontari atipici Hughes AJ, Brain 2002
Sintomi all’esordio % • tremore 50.6 • bradicinesia, rigidità, micrografia 36.6 • dolore articolare 20.3 • depressione 10.9 • equilibrio ridotto 1.6 • distonie 0.7 • marcia a piccoli passi 0.6 • postura in flessione 0.2 • altro 3.5 DATABASE Centro Parkinson CTO; Antonini comunicazione personale
Principali anomalie biochimiche • Marcata riduzione della dopamina striatale • Al decesso perdita di dopamina > 90% • Perdite inferiori al 50% sono asintomatiche • Gravità di perdita dopaminergica correla al meglio con il sintomo bradicinesia Jellinger KA Mol Chem Neuropath 1991
Epidemiologia • Prevalenza • Circa 200/100.000 (Italia: circa 120.000 pazienti) • Incidenza • 20/100.000 per PD (330/100.000 oltre i 60 anni) • Incidenza aumenta progressivamente con l’invecchiare della popolazione • 10%-20% dei casi diagnosticati solo dopo alcuni anni • Età di insorgenza • 58 ± 10 anni; ambito da 20 a 84 anni Morgante L. et al.: Neurology 1992; 42: 1901-1907
Mortalità nella m. di Parkinson • Ridotta aspettativa di vita • Sopravvivenza media 15-18 anni • Maggiore in soggetti che non sviluppano demenza • Prolungata dall’uso di levodopa e farmaci dopaminergici • Sopravvivenza per PD >> che per parkinsonismi • Le cause di decesso sono: • infezioni polmonari, infezioni vescicali, embolia polmonare e complicazioni di cadute e fratture
Numbers of patients Follow up years Mortality Ratio Authors Levodopa Hoehn,1967 241 9.4 2.90 no Diamond, 1987 81 - 0.95 yes Yahr, 1976 597 11.8 1.46 yes Shaw, 1980 178 14.0 1.46 yes Hoehn, 1968 165 - 1.20 yes DATATOP, 1998 800 8.2 0.80 yes PDRG-UK, 2001 782 9.2 1.78 yes Mortalità nella malattia di Parkinson
Causa della malattia • Sconosciuta nella maggior parte dei casi • Genetica • mutazioni del gene dell’ Alpha synucleina (cromosoma 4q) identificata in una ampia famiglia italiana (Contursi) e 5 famiglie greche (trasmissione autosomica dominante) • mutazioni del gene parkina in una forma autosomica-recessiva responsabile di circa il 20-30% dei casi ad esordio sotto i 40 anni • Ambientale • Esposizione ad idrocarburi puo’ interferire con il corso della malattia
Malattia di Parkinson Diagnosi differenziale
Diagnosi Differenziale • Tremore essenziale • Parkinsonismi secondari • Atrofia Multisistemica • Paralisi Sopranucleare Progressiva • Degenerazione Cortico-Basale • Malattia da corpi di Lewy • Demenze • Malattie ereditarie Hughes AJ Brain 2001
Diagnosi Differenziale: Neuroimmagini • Tremore essenziale: SPECT con DATSCAN • Parkinsonismi secondari: iatrogeni, vascolari SPECT con DATSCAN, RMN cerebrale • Atrofia Multisistemica, Paralisi Sopranucleare Progressiva, Degenerazione Cortico-Basale: SPECT con IBZM, RMN cerebrale • Malattia da corpi di Lewy: SPECT flusso, RMN cerebrale
Diagnosi Differenziale:Risonanza Magnetica Cerebrale (meglio se 1 T o 1,5 T) • Nelle MSA: Gliosi del putamen (banda iperintensa in T2 ed in densita’ protonica); Atrofia del cervelletto • Nella PSP: Atrofia Mesencefalo • Nel Parkinson vascolare: Lesioni multiple in T2 della sostanza bianca periventricolare e dei gangli della base
Diagnosi Differenziale:Neuroimmagini funzionali • SPECT con DATSCAN: Marker per i terminali dopaminergici nello striato • SPECT con IBZM: Marker recettori dopamina contenuti nei neuroni gabaergici striatali • SPECT flusso: Marker di funzionalita’ neuronale non specifico
Il trasportatore della dopaminanella malattia di Parkinson PD H&Y I PD H&Y II PD H&Y IV Controllo Antonini A Neurol Sci 2002
Malattia di Parkinson Terapia della fase iniziale Strategie terapeutiche e farmaci disponibili
Trattamento della MPFarmaci più utilizzati • Levodopa (standard, rilascio modificato, metilestere) • Dopamino agonisti: - Apomorfina - Ergolinici: Cabergolina, Bromocriptina, Pergolide - Non-ergolinici: Pramipexolo, Ropinirolo • Inibitori delle MAO: selegilina • Amantadina • Anticolinergici • COMT inibitori: Entacapone
Amantadina • Conosciuto come agente antivirale, può anche avere attività antiparkinsoniana. • Il meccanismo d’azione come farmaco antiparkinson non è del tutto chiaro, tuttavia è noto che l’amantadina inibisce la ricaptazione della dopamina, stimola i recettori dopaminergici favorendo il rilascio di dopamina, e probabilmente esplica un’azione anticolinergica periferica • Recentemente è stato riconosciuto all’amantadina un’azione antagonista a livello del recettore N-metil-D-aspartato ed efficacia nel controllo delle discinesie, azione che probabilmente si esplica per il blocco della trasmissione glutamatergica (dosaggio da 100 a 300 mg).
Anticolinergici • Sono stati i primi farmaci ad essere stati impiegati nel trattamento di questa patologia • Il meccanismo d’azione è quello di antagonismo muscarinico a livello degli interneuroni nigrostriatali • Il blocco muscarinico si esercita anche in altre aree del SNC e sul sistema nervoso autonomo, con conseguente effetti collaterali centrali e periferici • L’efficacia degli anticolinergici è modesta e prevale sul tremore e rigidità.
Inibitori MAO - Selegilina • Le MAO sono enzimi che svolgono un ruolo importante nel catabolismo intraneuronale dei neurotrasmettitori • Le MAO-B rappresentano circa l’80% delle MAO e deaminano la dopamina, producendo sostanze tossiche quali i radicali liberi • La selegilina è un IMAO-B irreversibile con un moderato effetto sintomatico • Fra i suoi metaboliti si annoverano la L-anfetamina, e la L-metanfetamina, sostanze facilitanti il release di dopamina, seppur in misura minore rispetto alla D-anfetamina
Levodopa • Sviluppo terminato negli anni ‘60; divenne rapidamente il farmaco piu’ utilizzato nella terapia della malattia • E’ un aminoacido neutro; richiede trasporto attivo attraverso l’intestino e per superare la barriera emato-encefalica • Rapida decarbossilazione in periferia se non si utilizzano inibitori delle dopa-decarbossilasi (carbidopa, benserazide) Cotzias GC Engl J Med 1967; 276: 374-379 Nutt JG Clin Neuropharmacol 7: 35-49 Le Witt et al. Neurology: 39 Suppl 1: 45-53
Inibitori COMT - Entacapone • Inibitore periferico reversibile, con un’emivita plasmatica di 1,5 ore. • Entacapone aumenta l’emivita di eliminazione della L-dopa, senza aumentare la Cmax, inoltre riduce i livelli plasmatici di 3-O-Metildopa, metabolita potenziale competitore della L-dopa per il carrier a livello della barriera emato-encefalica. • Studi hanno evidenziato che l’aumento dell’emivita plasmatica della L-dopa, si associa ad una diminuzione del wearing-off con incremento “on” di circa 1 ora/giorno.
Effetto dell‘entacapone sull‘emivita della levodopa 3000 2000 L-dopa -concentration (ng/ml) L-dopa + entacapone 1000 0 -1 0 1 2 3 4 5 6 hours
Caratteristiche farmacocinetichedelle diverse formulazioni di L-dopa Tmax: tempo in cui viene raggiunta la massima concentrazione plasmatica; T1/2: emivita plasmatica L-dopa n.d. 0,6-0,9 n.d. 99 L-dopa+IDD 30-120 1-3 n.d. 99 L-dopa+carbidopa CR 120-180 4-5 n.d. 70 L-dopa+benserazideHBS 120-240 6-8 n.d. 60 L-dopa metilestere 24-60 0,2-0,6 n.d. 99 Inibitori della dopadecarbossilasii Benserazide 60 <2 n.d. n.d. Carbidopa 30-300 2 n.d. n.d. Tmax (min) T1/2 (ore) Leg. proteine (%) Biodisponibilità (%) Farmaco
NON-TRATTATI LEVODOPA % dei pazienti Hoehn, 1983 Percentuale pazienti con grave disabilità in epoca pre- verso post-levodopa
LONG DURATION RESPONSE: • Si manifesta dopo giorni o settimane di trattamento con L-Dopa e richiede un altrettanto lungo periodo di tempo per esaurirsi al termine della somministrazione del farmaco • Prevale nelle fasi iniziali di malattia • SHORT DURATION RESPONSE: • Miglioramento dei sintomi che dura minuti o ore; si manifesta dopo una singola somministrazione di L-Dopa, in fase con le concentrazioni plasmatiche del farmaco. • Prevale nelle fasi avanzate di malattia Levodopa: Farmacodinamica Mauter MD et al. Mayo Clin Proc 46: 231-239 Nutt JG Ann. Neurol. 39: 561-573 Zappia M et al. Neurology 1999; 52: 763-767
Impiego della L-dopaImportanza della singola dose per la LDR LDR % Zappia et al Neurology 2000
USO DELLA L-DOPA NELLA MALATTIA DI PARKINSON • Non efficace per “freezing”, instabilità posturale, disautonomia e demenza. • Non arresta la progressione della malattia. • Breve emivita plasmatica con assorbimento dipendente dallo svuotamento gastrico. • Richiede trasporto attivo attraverso l’intestino e per superare la barriera ematoencefalica. • Sviluppo di complicanze motorie. SVANTAGGI
Effetto della progressione della malattia sulla finestra terapeutica della L-dopa Discinesie Discinesie Discinesie 3 2 1 on on on off off off 0 100 200 300 0 100 200 300 0 100 200 300 Tempo (minuti) Tempo (minuti) Tempo (minuti) Levodopa ( g ml) Obeso JA, Olanow W, Nutt JG. Levodopa motor complications in Parkinson's disease. Trends Neurosci 23 (Suppl. Basal ganglia, Parkinson's disease and levodopa therapy), S2-S7
Discinesie e Fluttuazioni • Menzionate da Cotzias nel N Engl J Med 1967 • Intervallo tra inizio trattamento con levodopa e esordio delle discinesie in 116 pazienti • 1 mese 20% • 2 mesi 39% • 3 mesi 46% • 6 mesi 53% • 9 mesi 67% • 12 mesi 81% Duvoisin Neurology 1974
Discinesie e Fluttuazioni Ahlskog, Muenter Mov Dis 2001
Complicazioni motorie e sindrome da trattamento a lungo termine con levodopa • Includono: fluttuazioni motorie (wearing-off, on-off) e discinesie • Complicanze motorie hanno un incidenza di circa il 10% per anno nel trattamento a lungo termine con levodopa • Dopo 5 anni di terapia con levodopacirca il 50% dei pazienti presenta wearing-off • La stimolazione pulsatile con farmaci dopaminergici a breve emivita (es. levodopa) sembra essere il meccanismo responsabile Koller WC et al, 1999. Poewe WH, 1994. Fahn S, 1992
Razionale per Stimolazione Dopaminergica Continua • L’infusione continua di levodopa puo’ ridurre marcatamente le fluttuazioni motorie • Strategie per ottenere stimolazione dopaminergica continua possono ridurre le fluttuazioni motorie esistenti (ad esempio dopamino agonisti a lunga emivita come cabergolina) • Stimolazione continua dopaminergica, se iniziata all’inizio del trattamento puo’ ridurre l’incidenza di complicazioni motorie
Levodopa a rilascio modificato IPOTESI: Formulazioni di levodopa a rilascio modificato,se iniziate all’inizio, potrebbero ridurreil rischio di complicazioni motorie FIRST Study • 618 PD patients, levodopa naive: • 306 carbidopa/levodopa IR • 312 carbidopa/levodopa CR • Double-blind, randomized, parallel study • 5 years treatment • Primary endpoint — time to onset of motor fluctuations Block et al, 1997.
Non ci sono differenze nel rischio di complicanze motorie tra levodopa standard e levodopa a rilascio modificato Kaplan-Meier Survival Distribution per fluttuazioni motorie • Both IR and CR formulations maintained a similar level of control in PD after 5 years • After 5 years, there was no significant difference between groups on motor fluctuations either by diary or questionnaire Percent (%) Months Block et al. 1997
Prevenzione delle complicanze motorieEvidenza clinica da studi controllati in pazienti con MP iniziale Drugs Duration of treatment (yr) Efficacy ---------------------------------------------------------------------------------------------------- Prolonged levodopa absorption Levodopa/carbidopa CR 5 Failure Levodopa/benserazide HBS 5 Failure COMT inhibition Entacapone - To be tested Tolcapone Trial interrupted To be tested MAO-B inhibition Selegeline 5 Failure Levodopa + dopamine agonist Levodopa + bromocriptine 5 Effective Direct dopamine-receptor stimulation Pramipexole 2–4 Effective Ropinirole 5 Effective Cabergoline 3–5 Effective Pergolide 3 Effective Barone Neurology 2003
DA Meccanismo d’azione dei farmaci dopaminergici
Dopamino agonisti: Ipotesi di lavoro Trattamento iniziale con dopamino agonisti Riducono il rischio di complicazioni motorie Danno benefici clinici simili alla levodopa Hanno un profilo di tollerabilita’ accettabile
Sviluppo dei dopamino agonisti: Storia Add-on a levodopa Monoterapia prima della levodopa Terapia iniziale con benefici a lungo termine Terapia iniziale con benefici a lungo termine Neuroprotezione
Dopamino agonisti • Stimolano direttamente i recettori dopaminergici post-sinaptici, mimando l’azione della dopamina • Procurano un beneficio sintomatico sia in aggiunta alla L-dopa, che nelle fasi iniziali in monoterapia. • Dopo 1-3 anni di monoterapia con dopaminoagonisti e con il progredire della malattia, il controllo della sintomatologia richiede l’aggiunta della L-dopa • Possono provocare nausea,vomito,ipotensione ortostatica, mentre a livello centrale possono causare incubi, allucinazioni,o sonnolenza
Dopamino Agonisti: Dosi medie Ergolinici: - Bromocriptina 7,5-15 mg - Pergolide 2-3 mg - Cabergolina 3-4 mg Non Ergolinici: - Pramipexolo 1,5-3 mg - Ropinirolo 6-12 mg
Dopamino Agonisti: Dosi equivalenti Ergolinici: - Pergolide 1 mg - Cabergolina 1,5 mg Non Ergolinici: - Pramipexolo 1 mg - Ropinirolo 5 mg
Il trattamento precoce con dopamino agonisti riduce il rischio di complicazioni motorie MotorComplication Frequency • Early treatment with dopamine agonists has been shown to result in lower frequency of motor complications • Increasing doses of levodopa over extended periods resultsin higher frequency of motor complications Mean DoseLevodopa Motor Complication Study Duration 5 years Dyskinesia L-Dopa vs ropinirolo Rascol, 2000 ROP: 427 mgL-DOPA: 753 mg L-DOPA: 45%ROP: 20% L-Dopa vs cabergolina Rinne, 1998 5 years CAB: 432 mg L-DOPA: 784 mg L-DOPA: 34% CAB: 22% Dyskinesia orMotor Fluctuation L-Dopa vs pramipexolo PSG, 2000 2 years PPX: 264 mgL-DOPA: 509 mg Dyskinesia orMotor fluctuation L-DOPA: 51% PPX: 28%
Cabergolina: Studio a 5 anni Rischio di sviluppare complicanze motorie Bracco et al Drugs 2004