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Scheda osservativa per la valutazione delle funzioni di base di soggetti autistici

Scheda osservativa per la valutazione delle funzioni di base di soggetti autistici. Stefano Cainelli - Paola Venuti Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale DISCoF- Università di Trento. AREA FUNZIONI CEREBRALI PERCEZIONE ATTENZIONE SENSAZIONE MOTRICITA’. AREA AUTONOMIA

Lucy
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Scheda osservativa per la valutazione delle funzioni di base di soggetti autistici

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Presentation Transcript


  1. Scheda osservativa per la valutazione delle funzioni di base di soggetti autistici Stefano Cainelli - Paola Venuti Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale DISCoF- Università di Trento

  2. AREA FUNZIONI CEREBRALI PERCEZIONE ATTENZIONE SENSAZIONE MOTRICITA’ AREA AUTONOMIA ASSOCIAZIONE AUTONOMIA INTENZIONE IMITAZIONE Scheda osservativa sulle funzioni di base

  3. AREA RELAZIONE COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO CONTATTO INTERAZIONE AREA EMOZIONE EMOZIONE ISTINTO REGOLAZIONE Scheda osservativa sulle funzioni di base

  4. Sensorialità • Negli autistici mancherebbe un collegamento tra il cervello e uno dei cinque sensi di cui è ricercata costantemente l'attivazione. Si spiegherebbe così in parte perché alcuni autistici si feriscono in maniera anche grave, senza accorgersene. • I bambini autistici userebbero preferenzialmente organi di senso prossimali (tatto, gusto, odorato) piuttosto che quelli distali (vista, udito). • Per quanto riguarda la percezione acustica è possibile osservare reazioni paradossali ai suoni e alla voce umana, alcuni suoni possono provocare forti reazioni e allo stesso tempo rumori forti possono lasciare impassibili. L’elettrofisiologia ha dato modo di mettere in evidenza un disturbo delle modulazioni delle risposte cerebrali al suono. • E’ spesso presente anche una autostimolazione sensoriale visiva, vestibolare o respiratoria.

  5. Percezione • La percezione è la facoltà di integrare tra loro diverse sensazioni che provengono dal mondo esterno, di completarle con le tracce di sensazioni precedenti (i ricordi) e di dare loro un significato. • Per ciò che riguarda la percezione visiva differenti studi hanno evidenziato una tendenza marcata a osservare più spesso lo sfondo rispetto all’immagine. Ugualmente è accertata la capacità di elaborare con molta abilità le informazioni visuo-spaziali e nel localizzare parti nascoste • Incapacità da parte del bambino autistico a mantenere nel tempo una percezione costante per un meccanismo patologico con base neuropsicologica. (difetto nel percorso degli input dai recettori del tatto, dell’udito e della vista). • Temple Grandin, una autistica ad alto funzionamento, descrive il suo pensiero, così come quello di molti autistici, visivo, cioè basato sull’immagazzinamento e la rievocazioni di immagini molto vivide. Un concetto, quindi, è formato dalla generalizzazione di immagini e non per astrazioni di caratteristiche.

  6. Attenzione • E un processo mentale di attivazione, orientamento e consapevolezza messo in atto in reazione ad uno stimolo. La fase centrale del processo attentivo è costituita dalla focalizzazione. • Diversi bambini autistici hanno difficoltà a mantenere l’attenzione su un oggetto, a selezionare gli stimoli dell’ambiente, nonché ad avere una attenzione condivisa con un altro. • E’ possibile incontrare fenomeni di attenzione rigida e fissa solo su alcuni oggetti. • L’attenzione dei bambini autistici nei confronti dell’ambiente è descritta come iperselettiva per cui solo uno o una parte degli stimoli è recepito dal soggetto. In sintesi appare evidente che i bambini autistici non sono ignari del loro ambiente ma manifestano modi diversi di prestare attenzione agli stimoli e possono mostrare modi anomali di selezione e di spostamento dell’attenzione.

  7. Emozione La difficoltà emozionale caratteristica della sindrome autistica, è stata spiegata secondo le seguenti due teorie: • Un deficit nella comprensione degli stati mentali e delle emozioni proprie e di altri; l’affettività non sarebbe intaccata mentre ne risulterebbe deficitaria la comprensione per una difficoltà a livello di meta-rappresentazione. • un deficit primario nella comprensione degli stati emotivi. La capacità di percepire le emozioni è alla base del fenomeno di “riferimento sociale” cioè della capacità del bambino di utilizzare le espressioni facciali degli adulti per rendere più comprensibili e meno ambigui gli eventi nuovi. Nella patologia autistica sarebbe presente un deficit nelle forme di scambio interpersonale che si instaurano precocemente. Le parti del cervello danneggiate nella sindrome autistica legano le emozioni con la cognizione, la percezione e il movimento.

  8. Motricità • E’ una funzione importante e complessa che si manifesta nel movimento in senso generale, nella postura, nei gesti e nell’insieme delle realizzazioni posturali e gestuali del soggetti. • I soggetti autistici hanno spesso problemi con il movimento in particolare quelli che ad un bambino non patologico sono necessari per comunicare emozioni e sentimenti. I bambini autistici fanno gesti strani; possono fare movimenti ripetitivi e senza senso, possono essere iperattivi. • I soggetti autistici da 3 a 10 anni hanno un passo simile a quello dei parkinsoniani, camminano molto lentamente e facendo piccoli passi. Il deficit del movimento ha un ruolo fondamentale nella insorgenza della patologia autistica.

  9. Modo di camminare Nei bambini autistici le deviazioni dallo sviluppo normale possono essere distinte come segue : • l'Asimmetria; • sviluppo ritardato,avviene più tardi rispetto al normale; • Sequenza e non sovrapposizione dello sviluppo, i movimenti non si sviluppano in maniera integrati ma in sequenza.

  10. Associazione • E’ la capacità di dare la stessa risposta a due stimoli diversi oppure la capacità di unire due o più schemi motori per raggiungere un obiettivo (es. prensione e suzione: il bambino prende un oggetto e lo porta alla bocca per succhiarlo), oppure uno schema motorio ed uno schema sensoriale (es. girare la testa verso la fonte sonora), oppure due schemi sensoriali (guardare in viso mentre si parla). • Secondo Lelord e Sauvage (1995), le osservazioni su bambini autistici mettono in evidenza la presenza di disturbi dell'associazione. • Una serie di studi condotti attraverso strumenti di elettrofisiologia cerebrale hanno evidenziato come nel bambino autistico l'associazione sensoriale crociata (per cui sono accoppiati due stimoli diversi es. luce e suono) sia presente ma organizzata in maniera irregolare. • Si è osservato come l'acquisizione libera di una associazione di stimoli sia possibile anche al bambino autistico se il contesto di acquisizione è molto tranquillo. A nulla servono rinforzi e punizioni.

  11. Intenzionalità • Si ha intenzionalità quando il bambino si rende conto che il suo comportamento ha valore comunicativo e può essere usato intenzionalmente per influenzare il comportamento degli altri e ottenere dei risultati desiderati. • L'intenzionalità costituisce la premessa del gesto dell'indicare e insieme alla reciprocità è un'importante acquisizione ai fini dello sviluppo del linguaggio. • Il bambino autistico manifesta chiaramente intenzionalità generalmente rivolta a procurarsi piacere (manipolazione solitaria, sfarfallii, battere un oggetto). L'intenzione dovrà essere però rivolta all’altro e all'ambiente esterno. Si arriva all’intenzionalità passando attraverso la condivisione e il dare significato anche alle azioni poco comprensibili del soggetto autistico. Il bambino autistico va aiutato ad assumere un ruolo più attivo nell’espressione della propria intenzionalità

  12. Imitazione • E’ la riproduzione conscia o inconscia di un modello comportamentale; prosegue di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza. • I bambini autistici imitano e sono spesso sensibili all’imitazione delle altre persone di quello che loro fanno. Si è visto che la manipolazione e la durata della manipolazione di giochi da parte di soggetti autistici aumentava se lo sperimentatore imitava il comportamento di gioco del bambino. • L’imitazione dei soggetti autistici può sembrare strana, o letterale o non creativa; essi tendono ad imitare subito in modo ecolalico o tendono a ripetere come un registratore le azioni o le espressioni di un’altra persona al di fuori del contesto o dell’emozione che ha generato l’evento nel passato. • Sembra che il deficit nell’imitazione sia correlato con il deficit nelle abilità sociali e risulta essere una parte fondamentale nel deficit di intersoggettività.

  13. Contatto • Si intende la comunicazione fisica e psichica tra un individuo e le persone che sono intorno a lui. • La difficoltà al contatto o l’evitare il contatto non sono caratteri primari del disturbo bensì conseguenze di deficit che conducono ad esprimere in modo distorto l’esigenza del contatto o ad avvertire come minacciosa la presenza dell’altro non per il desiderio di chiudersi in un mondo solitario bensì per l’aver più volte sperimentato come sia difficile e spiacevole il contatto con l’altro per l’impossibilità di capire e farsi capire.

  14. Interazione • Uno dei deficit principali dell’autismo è l’incapacità a condividere lo sguardo e il contatto visivo, così come la capacità a condividere l’attenzione su uno stesso oggetto. • Spesso i soggetti autistici falliscono nell’agganciare l’attenzione di un'altra persona e non usano le posture e i gesti che aiutano gli altri a capire cosa stiano sperimentando o pensando. • Sebbene esistano queste difficoltà nell’interagire insieme e nella reciprocità esistono risposte sociali ed emotive all’altro. Il bambino autistico è sensibile e interessato alle altre persone la sua difficoltà risiede nel condividere interessi e scambiare punti di vista. • Difficoltà nell’interazione non significano difficoltà nel provare affetto o attaccamento ad una persona specifica.

  15. Comunicazione e Linguaggio • L’attenzione è rivolta ad individuare se esista nel soggetto una intenzione comunicativa e un referente e se il soggetto stesso abbia la possibilità di usare un canale prelinguistico convenzionale (i gesti) o possa usare un canale verbale. • La gestualità di tipo espressivo risulta spesso compromessa nei soggetti autistici mentre la gestualità richiestiva sembra funzionare meglio. • Nei soggetti autistici il linguaggio ed i processi di pensiero basati sul linguaggio sono danneggiati perché le precoci funzioni attentive e di intersoggettività sono disturbate. I soggetti autistici hanno deficit nella prosodia universalmente condivisa che viene espressa nel linguaggio.

  16. Istinto • Ci si riferisce a quelle modalità comportamentali nelle quali il soggetto agisce in maniera non consapevole e che non sempre sono soggette a modificazione attraverso l’apprendimento. • Le funzionalità istintive o pulsionali nei soggetti autistici assumono spesso la forma di modi particolari di agire, delle stramberie che non hanno una loro spiegazione logica ma che se analizzate nei dettagli si connotano come delle forme distorte di esprimere bisogni pulsionali. L’area dell’istinto e quella successiva della regolazione sono strettamente collegate.

  17. Regolazione • Ci si riferisce alla capacità di un soggetto di controllare e regolare il proprio comportamento in base alle informazioni che riceve dal proprio interno (es. stimolo della stanchezza, della sazietà) e dal mondo esterno (reazioni degli altri, contesto). • La regolazione implica il saper controllare le proprie azioni dando loro regolarità e ritmicità. Il miglioramento delle altre funzioni conduce ovviamente ad un miglioramento della regolazione. • La Regolazione è strettamente connessa con la capacità emotiva o per meglio dire con la capacità di controllo emotivo. • E’ sempre evidente che i soggetti autistici presentano molte difficoltà nella regolazione ma essendo tale funzione connessa con fattori di natura molto diversa sarà molto importante ricordare che miglioramenti o deficit in aree affini hanno ripercussioni su questa capacità.

  18. Autonomia • Capacità del soggetto di eseguire azioni o schemi che gli permettano di accudire se stesso. L’acquisizione delle autonomie è spesso rallentata e problematica nei soggetti autistici e possiamo osservare delle notevoli differenze tra un soggetto ed un altro, chiaramente anche in rapporto agli stili educativi e al contesto sociale. • In questa sede l’autonomia viene intesa principalmente come espletamento di funzionalità quotidiane

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