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LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Dr.ssa Paola Ferreli Psicoterapeuta adolescentiog@gmail.com. SECONDA GIORNATA seconda parte LA COMUNICAZIONE EFFICACE. OGGI PARLEREMO DI: 1) Comunicazione, 2) contatto e 3) transazioni. A. LA COMUNICAZIONE. È quel …. PROCESSO DI SCAMBIO DI UN MESSAGGIO
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LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Dr.ssa Paola Ferreli Psicoterapeuta adolescentiog@gmail.com
OGGI PARLEREMO DI:1)Comunicazione,2) contattoe3) transazioni
È quel … PROCESSO DI SCAMBIO DI UN MESSAGGIO DA UN EMITTENTE AD UN RICEVENTE, ATTRAVERSO UN CANALE E MEDIANTE UN CODICE CONOSCIUTO DA ENTRAMBI
Modalità comunicative: • Verbale: parole pronunciate o scritte; La CV è razionalmente più esplicita. • Non verbale: paralinguistica (tono, volume, pause…), gestualità, prossemica, vestiario, postura, mimica, fisiognomica, ecc. La CNV è emotivamente più esplicita. Assioma …
Assioma sulla comunicazione Impossibile non comunicare!
LA BUONA COMUNICAZIONE • Per far sì che ci sia una buona comunicazione dobbiamo fare in modo che ci sia congruenza tra la comunicazione verbale e quella non verbale; • questo è possibile solo se noi siamo congruenti con noi stessi.
… la buona comunicazione • Per ottenere una buona comunicazione dobbiamo sapere chi siamo, cosa siamo e cosa influisce su di noi; • In altre parole essere consapevoli di quanto accade in noi e attorno a noi, nel qui ed ora; • La capacità di autocontrollo nella comunicazione presuppone fiducia in se stessi e capacità di interiorizzazione.
… la buona comunicazione Per poter comunicare in maniera efficace devo sapere cosa succede “dall’altra parte”, altrimenti “mi parlo addosso”. la buona comunicazione è consapevole! Penso di dire 100, riesco a dirne 70, L’interlocutore ne sente 50, ne capisce 30… è convinto di aver capito 100!
Memento homo… • La comunicazione non è solo informazione! • L’informazione è unidirezionale: da chi sa a chi non sa. • La comunicazione è una relazione; in quanto tale è bidirezionale.
… non è finita!Servono ancora: • Imparzialità: il vostro punto di vista non è “il” punto di vista, ma “un” punto di vista. • Lungimiranza: saper prevedere le conseguenze di ciò che si dice sulle persone che ci sono di fronte, le loro reazioni, i loro motivi. • Stima: se non credete negli altri e in ciò che dite, questo sarà percepito.
Giulio Giulio sta dormendo in camera sua quando viene svegliato da un rumore. Un ladro è entrato in casa e ora si trova proprio vicino al suo letto. Giulio lo guarda e osserva attentamente cosa fa il ladro. Non chiama i carabinieri, non chiede aiuto e non si lamenta. Dopo che il ladro ha cercato in ogni angolo qualcosa da rubare se ne va. Giulio rimane un po’ in piedi guardando il ladro che esce, poi si rimette a dormire. Cosa pensate del comportamento di Giulio? Fatima Fatima è una bambina allegra e vivace, molto socievole. A scuola va bene e sia gli insegnanti che i genitori sono molto contenti di lei. Il padre e la madre lavorano entrambi, ma riescono a trovare del tempo da trascorrere con lei. Da poco è nato un fratellino che, a detta di Fatima, è un vero rompiscatole ma lei gli vuole molto bene lo stesso. Ha molte amiche e ogni tanto chiede ai genitori se può andare a trovarle a casa loro, e di solito il permesso le viene accordato. Il clima in casa è sereno e rilassato. Tuttavia, appena il sole tramonta, Fatima si rifiuta categoricamente di uscire di casa per qualsiasi motivo perché, dice, un leone fuori potrebbe sbranarla. I genitori la assecondano e fanno in modo di concludere tutte le attività esterne alla casa prima del tramonto del sole. Cosa pensate del comportamento di Fatima? E del comportamento dei suoi genitori?
RIASSUMENDO: La comunicazione dunque è rappresentata dalla trasmissione di uno o più messaggi da un emittente ad un destinatario attraverso un codice e un canale comprensibili e utilizzabili da entrambi. Trasmettere un messaggio vuol dire inoltre instaurare un rapporto sociale. Questo significa non solo esprimere la propria volontà o le proprie esigenze unilateralmente, ma anche percepire la reazione degli ascoltatori e produrre messaggi alla loro portata, sia per quanto riguarda il linguaggio utilizzato sia per quanto riguarda il momento, il luogo e i mezzi scelti.
Quando comunichiamo… E’ BENE TENERE A MENTE CHE: • L’incisività del non verbale è 55% del paralinguistico è 38% …e del verbale è solo il 7%. Quindi attenti alla relazione!
La comunicazione è finalizzata al contatto con l’altro. • Cosa voglio dire: è informazione. • Come voglio dirlo: è comunicazione. Resistenze …
Il ciclo del contatto 4. Mobilitazione dell’energia (vado verso la cucina) 20-25 anni 3. Consapevolezza (ho sete) 10-20 anni 5. Azione (verso l’acqua nel bicchiere) 25-30 anni 2. Sensazione (gola secca) 0-10 anni 6. Contatto (bevo, sento l’acqua nella gola) dai 30 anni in poi 1. Ritiro (sto bene) prima del concepimento 7. Ritiro (sto bene) morte
C. LE TRANSAZIONI
Sono 5 meccanismi che si attivano al confine-contatto. Quando sono di tipo inconsapevole e impediscono alla persona di “nutrirsi senza avvelenarsi” si chiamano resistenze al contatto. Al contrario, se tali transazioni sono consapevoli, permettono alla persona l’assimilazione all’ambiente, incorporando ciò che la “nutre” e respingendo ciò che è “tossico”; in questo caso si parla di adattamento al contatto.
Perché imparare a riconoscere le transazioni? • Per essere consapevoli della nostra modalità di comunicazione e controllarla. • Per riconoscere quella dell’altro ed accoglierla.
A cosa sono funzionali • Si generano precocemente e sono funzionali alla nostra sopravvivenza psicologica, a volte anche fisica. • Quando si generano sono la migliore risposta all’ambiente circostante. • Quando diventano stereotipate sono il nostro limite.
Quando le usiamo • Quando entriamo in una relazione. • Quando una situazione ci sembra “pericolosa”. • Quando reagiamo in modo “spontaneo”. • Quindi … contiamo sempre sino a 10.
I modi di adattamento e di resistenza al contatto • Introiezione • Proiezione • Deflessione • Retroflessione • Confluenza tu io
Introiezione Ciò che fa parte dell’ambiente è provato come facente parte di sé. A livello difensivo: • Adotta, senza rendersene conto, le posizioni fisiche e mentali di qualcuno; • espressioni tipiche: si dice, tutti pensano, è giusto, si è sempre fatto così, secondo te cosa dovrei fare !!; • non mostra di avere dei bisogni; • quando i risultati sono diversi da quello che aveva immaginato la colpa è sua.
Introiezione A livello adattivo: • Ogni forma di apprendimento presuppone la capacità di introiettare determinate posizioni, in modo cosciente e provvisorio, che dovranno successivamente essere criticate.
Proiezione Fare come se ciò che fa parte di sé appartenesse in realtà all’ambiente. A livello difensivo: • espressioni tipiche: “io” so cosa fare, cosa dire, cosa è meglio, cosa accadrà, io so …; • quando i risultati sono diversi da quello che aveva immaginato è colpa tua, perché tu non hai seguito le sue indicazioni … • Imputare a qualcuno affetti, intenzioni o pensieri complementari ai nostri, come modo per legittimare ciò che si pensa o che si prova (per es. pensare che qualcuno ci inganni e rimproverarglielo, per giustificare la collera che proviamo verso di lui/lei.)
Proiezione A livello adattivo:senza proiezione non ci sarebbero più romanzi, nessuna opera di fantascienza, nessun gioco di scacchi. L’anticipazione è propria della proiezione. Quando anticipo, utilizzo le mie esperienze passate, e presumo che la persona reagisca secondo queste esperienze.
Deflessione Manovra per diminuire l’intensità del contatto. • A livello difensivo: • non giunge mai al dunque della questione; • gira intorno al problema, parla molto, sembra un buon comunicatore, ma alla fine non si arriva a nessuna soluzione; • in realtà mette sempre più distanza dal punto di arrivo.
Deflessione A livello adattivo: non sempre vogliamo un contatto intenso. Chiunque si sia trovato ad una festa con la voglia di divertirsi molto, ma costantemente agganciato da qualcuno che tenesse ad avere una “conversazione seria”, deve conoscere le virtù salvatrici della deflessione …
Retroflessione Si fa a se stessi ciò che si vorrebbe fare all’ambiente o che vorremmo che l’ambiente facesse a noi. • A livello difensivo: • tutte le malattie psicosomatiche sono sue; • l’energia è rivolta su o contro se stessi; • Interrogarsi su ciò che qualcuno pensa piuttosto che interrogare la persona; • c’è un bisogno che non si sa esprimere: a chi si può chiedere? e se glielo chiedessi? Forse non sono disposto a chiedere.
Retroflessione A livello adattivo: La retroflessione è il fondamento del pensiero strategico, della riflessione, del discernimento, della capacità di sopportare la frustrazione, di perseguire i progetti a lungo termine.
Confluenza Non esiste una netta rappresentazione di ciò che è io e non-io. • è più facile essere d’accordo che avere un’opinione propria; • è costantemente in movimento e non si permette di avere pace; la persona è incapace di andare al culmine delle esperienze e si sente confusa: non sa se ha avuto abbastanza stimoli o se questi ci sono stati; • non sa quanto dare o ricevere, non ascolta e può quindi vedersi rifiutato; • c’è un buco nero da riempire e quindi la simbiosi permette di prendere energie dall’altro; • Ci diciamo tutto, i tuoi amici sono i miei amici, quel che mio è tuo …
Confluenza A livello adattivo: Certe zone della vita in comune suppongono che si rinunci “volontariamente e provvisoriamente” a parte della propria libertà individuale. Le orchestre, gli sport di squadra, l’empatia possono essere visti come manifestazioni di confluenza adattiva.
Le resistenze al contatto proiezione mobilitazione dell’energia retroflessione consapevolezza azione introiezione deflessione sensazione contatto confluenza ritiro ritiro
A chi questi consigli? a) Puoi non essere perfetto! b) Togliti quell’aria da bullo e permettimi di conoscerti per quello che sei. c) Mi hai fatto una testa come un pallone, vai al punto!! d)Prenditi la libertà di esprimere un bisogno. e)Esisti anche senza l’altro. C’è un tempo per tutto.
ESERCIZIO DI RILASSAMENTO IL POSTO AL SICURO
Ancora… Avete voglia di fare un test sul livello di stress?
Questo test sullo stress è molto semplice e immediato. E’ stato elaborato da un’equipe di psicologi del Saint Mary Hospital di Rochester in California, per misurare i livelli di stress dei familiari di bambini colpiti da varie malattie croniche (diabete, celiachia, ecc.). Vi verrà mostrata una foto che rappresenta due animali identici, nello specifico due delfini.
Prestate attenzione alla foto e osservate se notate delle differenze fra i due animali. • Osservate bene i due delfini che saltano fuori dall’ acqua. • Gli esperti hanno rilevato che quante più differenze si evidenziano fra i due delfini, tanto più elevato è il livello di stress provato.
Valutazione del livello di stress (scala da niente stress a fortissimo stress): • nessuna differenza: niente stress • Da 1 a 3 differenze: stress moderato • Da 4 a 6 differenze: stress livello medio • Da 7 a 9 differenze: stress elevato • Più di 9 differenze: fortissimo stress, si consiglia periodo di astensione dalla causa stressante.
Osservate bene la fotografia e contate le eventuali differenze; • Valutate il vostro livello di stress in base alla scala appena mostrata. • Se notate delle differenze, anche solo una, siete sottoposti a situazioni stressanti e quindi necessitate di riposo. • Ora osservate la foto.