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LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Dr.ssa Paola Ferreli Psicoterapeuta adolescentiog@gmail.it. TERZAGIORNATA prima parte L’ASSERTIVITA’. Fattori di efficacia nella comunicazione. Creare “empatia”(mettersi nei panni dell’altro) Abituarsi ad un comportamento assertivo
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LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Dr.ssa Paola Ferreli Psicoterapeuta adolescentiog@gmail.it
Fattori di efficacia nella comunicazione • Creare “empatia”(mettersi nei panni dell’altro) • Abituarsi ad un comportamento assertivo • Concentrarsi per bene sulla preparazione del messaggio • Imparare ad ascoltare (attivare “l’ascolto attivo”)
Assertività • Dal latino asserere (asserire). • Posizione di convinzione delle proprie opinioni e mancanza di remore ad esprimerle, con la completa assunzione della responsabilità di quel comportamento e di quella affermazione. • Responsabilità dell’azione: il soggetto, in prima persona, decide se fare o non fare.
La persona assertiva: • Si esprime in modo efficace e autentico • Sa ascoltare e chiedere chiarimenti • Si assume la responsabilità di quanto dice o fa • Accetta le critiche costruttive, rifiutando quelle manipolative o svalutanti • Le sue critiche vanno nella direzione del cambiamento, quindi non suscitano disagio o frustrazione • Rifiuta di fare ciò che non desidera • Persegue coerentemente i propri obiettivi • Sa aiutare gli altri, se gli viene richiesto • Entra in contatto con le proprie emozioni • Sa accettare le sconfitte
Tutto questo assicura … • maggiore consapevolezza e serenità nell’affrontare le situazioni quotidiane problematiche, • facilità di relazione, • soddisfazione e benessere personale.
Essere assertivi significa, dunque avere un comportamento efficace e adeguato per ottenere il risultato desiderato, comunicarlo con autenticità, senza essere sottomessi o aggressivi, rispettando il proprio interlocutore. Il comportamento assertivo permette alla persona di cogliere l’occasione migliore per ottenere i risultati desiderati, mantenendo il rispetto di se stessi e degli altri.
Gli stili di comportamento L’assertività viene descritta da vari autori lungo un continuum comportamentale che va dalla “passività” all’“aggressività”. ASSERTIVITÀ PASSIVITÀ AGGRESSIVITÀ La differenza basilare sta nel fatto che l’assertività è fondata sul rispetto e sull’autoresponsabilità, mentre negli altri due stili questi fattori sono assenti.
Comportarsi in modo assertivo vuol dire bilanciare i bisogni degli altri con i propri. passivo assertivo aggressivo BISOGNI ALTRUI BISOGNI PERSONALI
Sebbene le persone possano mettere in atto comportamenti assertivi, passivi o aggressivi, in realtà ciascuna di esse mostra una tendenza ad avere un certo stile di comportamento. Noi tutti ci comportiamo in maniera diversa a seconda delle situazioni: a volte siamo passivi, altre volte aggressivi, altre volte ancora assertivi.
Non esistono persone sempre assertive ma esistono i comportamenti assertivi, che possono essere manifestati da tutti.
Cosa può indurci ad avere un comportamento diverso da quello assertivo? • Comodità, pigrizia • Paura di sentirci rifiutati • Paura di sentirci egoisti • Evitare i conflitti
Stile passivo: • Non riuscire ad esprimere i propri bisogni e a fare richieste • Mettere da parte le proprie esigenze e i propri diritti • Subire gli altri • Avere difficoltà a rifiutare richieste (dire di no) • Avere difficoltà nel comunicare agli altri i propri sentimenti • Avere spesso bisogno di approvazione altrui • Dipendere dal giudizio altrui o averne paura • Avere spesso paura di sbagliare • Ritenere che gli altri siano migliori • Avere difficoltà nel prendere le decisioni • Dirigere la rabbia verso di sé • Sentirsi frustrati e scontenti
In alcuni casi può essere un comportamento assertivo utilizzare un atteggiamento passivo o aggressivo!
Situazioni in cui può essere più efficace avere un comportamento passivo: • Quando si ha poco tempo a disposizione • Quando il proprio livello emotivo non è adeguato • Quando il livello emotivo dell’interlocutore non è adeguato
Stile aggressivo : • Volere che gli altri si comportino come fa piacere a noi • Non modificare la propria opinione su qualcuno o su qualche cosa • Decidere per gli altri senza ascoltare il parere dei diretti interessati • Non rispettare i diritti altrui • Non accettare di poter sbagliare • Non chiedere “scusa” per un eventuale comportamento errato • Non ascoltare gli altri mentre parlano • Interrompere frequentemente il proprio interlocutore • Giudicare gli altri e criticarli • Usare strategie colpevolizzanti o svalorizzanti • Considerarsi il migliore
Situazioni in cui può essere più efficace avere un comportamento aggressivo: • Se vengono infrante delle regole; • Se si ha a che fare con persone particolarmente ostili o esigenti.
Stile manipolativo: Detto anche comportamento passivo - aggressivo, generalmente tipico di una persona taciturna ed esteriormente non assertiva, che però nutre un forte risentimento nei propri pensieri e nelle proprie convinzioni. Fonda le sue radici nella bassa autostima. Le persone non specificano cosa vogliono o intendono, ma usano metodi indiretti, quali l’ironia, il sarcasmo, i discorsi allusivi, ecc. in modo che l’altro debba supporre le loro intenzioni o sentirsi in colpa o responsabile. Il comportamento manipolativo può essere subdolo e difficile da riconoscere. È possibile scoprire ad un tratto di essere stati manipolati per molto tempo!
2 forme di manipolazioneC. Casula • Dell’informazione: • Non te le do tempestivamente • Te le do parziali • Te le do in ritardo • Te le do in un contesto inadeguato • Non ti informo tanto quanto meriteresti o dovresti Es.: Non so quando sia la riunione (lo so ma non te lo voglio dire perché spero che tu non vada). (sp.unipi. prof.ssa C.C. Casula.pdf)
Delle emozioni (la più subdola) • Sono sicura che questo lavoro ti piacerà, è proprio quello che hai sempre desiderato. • Se non sei disposto a fare questo per me vuol dire che…(ricatto emotivo) • Se io fossi nei tuoi panni… (decidere per l’altro) • Penso che tu dovresti… (dire all’altro cosa fare) • Non preoccuparti di questo, ci penserò io (protez.) • Non mi riguarda (passivamente far sì che l’altro decida, per poi giudicare e disprezzare, quando le cose non funzionano) • Sei libero sabato, vero? Quindi puoi sostituirmi… (mettere alle strette, perché sia difficile dire “no”) • Lui ci riesce, perché tu no? (confronto sfavorevole)
L’aspetto più importante da tenere in considerazione è: che effetto provoca su di voi? Se è positivo va bene, ma facciamo attenzione se ci ritroviamo a fare qualcosa che veramente non volevamo fare.
Stile assertivo: • Esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze • Assumersi la responsabilità delle proprie azioni e le conseguenze che ne derivano • Accettare il punto di vista e le critiche costruttive degli altri • Rispettare i diritti degli altri • Fornire critiche costruttive • Non giudicare • Non svalutare o colpevolizzare gli altri • Ascoltare gli altri, ma decidere in modo autonomo • Essere pronto a cambiare la propria opinione • Ricercare l’altrui collaborazione • Essere in grado di comunicare le proprie emozioni
Facciamo subito un esempio: Hai preparato la cena per alcuni amici e stai aspettando che arrivino. Sei irritata/o perché sono in ritardo. Finalmente arrivano, un’ora dopo. Le risposte possibili sono: -Dove diavolo siete stati, il cibo è rovinato! -Oh, non vi preoccupate, non importa. Entrate e sarete serviti! -Cos’è successo? State bene? Ero veramente stufa di aspettarvi. Vediamo se il cibo è ancora caldo. (Giusti, Testi, L’ASSERTIVITA’. 2006, Roma: Sovera.)
Comunicare è un modo utile e facile di contribuire alla pace altrui e propria, perché il silenzio, l’assenza di segnali, è a sua volta un segnale, ma ambiguo, e l’ambiguità genera inquietudine e sospetto. Primo Levi
Essere assertivi è vantaggioso ma, come abbiamo visto, comporta la piena assunzione di responsabilità su ciò che si afferma. La prima regola importante è quella di parlare in prima persona. Questo contribuisce ad una comunicazione efficace.
Parlare in prima persona Al posto di affermazioni tipo: "queste riunioni sono inutili", "non è così che vanno fatte le cose...", potremmo utilizzare frasi tipo: "io ritengo che queste riunioni siano inutili", "propongo di provare...". Il solo fatto di formulare le frasi in prima persona ci porterà ad assumere con più consapevolezza la responsabilità di ciò che diciamo.
Tra i vantaggi del comunicare in prima persona possiamo evidenziare: • Riduce la possibilità di cattive interpretazioni • Diminuisce la “temperatura” emotiva in un conflitto
I 4 tempi del messaggio IO La parte iniziale espone la situazione che vi fa reagire in quel determinato modo: Quando voi... (comportamento) La seconda parte è l'esposizione dei propri sentimenti o delle proprie reazioni di fronte alla specifica situazione, inizia con Io... (sentimenti) La terza parte della frase spiega il motivo logico che lega la propria reazione ad una determinata situazione: Perché… (effetto) L’ultima parte informa sulle proprie esigenze Mi piacerebbe che…/avrei bisogno di…
Completa i seguenti messaggi IO: Sei a una festa. Il tuo amico ha bevuto troppo. Insiste nel portarti a casa con la sua auto. Hai sentito che uno dei tuoi compagni di classe dice in giro che hai avuto un buon voto in matematica perché hai copiato durante l’esame. Quando stai per uscire di casa, passi in cucina a prendere il panino che tua madre ti ha preparato per l’intervallo e vedi che tua sorella lo sta mangiando. Sono le 13.35 ed entri in classe per l’ultima ora. Gli alunni non sembrano intenzionati a stare zitti e hai bisogno di un po’ di silenzio per cominciare.
La comunicazione assertiva permette un miglior approccio con gli altri. Consente di costruire buone relazioni attraverso uno stile comunicativo chiaro, semplice e diretto. Privo di maschere, senza nascondere la vera personalità. • La comunicazione assertiva è un nuovo modo di comunicare. Ha come obiettivo quello d’impostare le relazioni interpersonali in modo collaborativo e costruttivo. È una comunicazione che evita lo scontro, prende le distanze dall’aggressione verbale, o dall’inespressività dovuta alla passività.
Esempi Frase n° 1 “...scusi tanto se la disturbo, ma vorrei dare una risposta a una cosa che mi ha chiesto ieri il vostro direttore, potrebbe vedere se in questo momento è libero? “
Frase assertiva • Buon giorno, ho la risposta alla domanda che il vostro direttore ci ha fatto ieri... • Sono stati eliminati i vocaboli negativi ("la disturbo"), i condizionali ("vorrei...potrebbe...).Gli articoli indeterminativi (uno, una) sono stati sostituiti, dove possibile, con quelli determinativi ("ho la risposta" è molto più assertivo di "ho una risposta").
Frase n° 2 Lei arriva sempre in ritardo! Lei è inaffidabile! Vedrà cosa le succede se continua così!...
Frase assertiva • E' la terza volta di seguito che arriva a quest'ora; è un comportamento che la espone a sanzioni precise, le conosce? • I discorsi generici sono stati eliminati e sostituiti con dati specifici.Sono stati eliminati i giudizi moralistici sulla persona.Sono state eliminate le minacce allusive e indefinite ("vedrà cosa succede se...").La punizione è posticipata, ma in modo non generico e responsabilizzando il soggetto.
Frase n° 3 Al telefono: «Ciao Gigi posso rubarti 2 minuti? Ti prometto che poi non ti disturbo più! E’ che volevo dirti una cosa molto importante…»
Frase assertiva • «Ciao Gigi, ho da riferirti alcune informazioni importanti; in questo momento sei disponibile ad ascoltarmi o sei occupato? Non ci vorranno più di 2 minuti!» • sono stati eliminati verbi quali «disturbare» e «rubare» che rimandano implicitamente l’idea di qualcosa di sbagliato; la frase che sembrava una giustificazione è diventata quella più importante.
LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE: FUNZIONA QUANDO E’ APERTA. (Albert Einstein)