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Il piano educativo individualizzato

Il piano educativo individualizzato. Elisabetta Rotta Gentile Insegnante di sostegno Istituto comprensivo di Belgioioso. Fare bene è una questione di piacere e di rispetto di se stessi A. Bacus Lindropth. Il P.E.I si articola in. Dati dell’alunno Diagnosi clinica e codice

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Presentation Transcript


  1. Il piano educativo individualizzato Elisabetta Rotta Gentile Insegnante di sostegno Istituto comprensivo di Belgioioso

  2. Fare bene è una questione di piacere e di rispetto di se stessi A. Bacus Lindropth

  3. Il P.E.I si articola in • Dati dell’alunno • Diagnosi clinica e codice • Contesto scolastico attuale • Aree d’intervento e obiettivi a breve e medio termine • Modalità d’intervento • Verifica e valutazione

  4. Dati relativi all’alunno/a • DATI DELL’ALUNNO Nome Cognome Luogo e Data di nascita Indirizzo tel: • Diagnosi clinica o codice • datata al _____ • Dott: • _______________ • CONTESTO SCOLASTICO ATTUALE • (tipologia della classe come luogo di socializzazione e apprendimento) • Classe__________ Numero alunni_______ • Ore di sostegno:____

  5. Contesto scolastico attuale • La comunità classe ha un ruolo fondamentale nell’integrazione • Comunità = ambiente accogliente alle differenze, con rapporti amicali • Comunità = ambiente d’apprendimento

  6. AREE DI INTERVENTO • Obiettivi a breve e medio termine • (desunti dal Quadro Sintetico degli Obiettivi a lungo termine del PDF)

  7. Aree d’intervento • Sulla base degli obiettivi a lungo termine del PDF si stabiliscono gli obiettivi a breve e medio termine • Sulla base del quadro funzionale del PDF e dall’analisi del contesto scolastico si delineano i punti di contatto fra gli obiettivi disciplinari e curriculari della classe e gli obiettivi delle discipline e dei loro contenuti che formeranno il p.e.i. dello studente. Area degli apprendimenti- programmazione disciplinare

  8. - Creare alleanze con la realtà extrascolastiche , essere aperti alla collaborazione - Porre i bisogni dell’alunno al centro

  9. Area degli Apprendimenti (Programmazione Disciplinare Individualizzata divisa per Ambiti o Discipline) • Attività o interventi extracurricolari o sociali • ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ • MODALITA’ DI INTERVENTO • (tempi, luoghi, attività, strategie, metodologie, sussidi, materiali, ….)

  10. Modalità d’intervento • Partendo dagli obiettivi stabiliti, esaminando le risorse strumentali e umane, il contesto scolastico, l’orario e molte altre variabili si scelgono le strategie, le tecniche più appropriate agli scopi da raggiungere. Ricordiamo che sono fondamentali: • La situazione stimolo (evento che provoca una risposta)

  11. La risposta (comportamento) • La conseguenza ( l’informazione di ritorno che diamo all’alunno dopo la sua risposta) • I rinforzi (grande varietà e diversa efficacia in questo ambito; discorso importantissimo) Il corretto incatenarsi di questi elementi provoca il successo o il fallimento del nostro intervento e influisce sull’alunno.

  12. Bisogna quindi scegliere • il setting più adeguato ( contesto individualizzato o contesto classe) • La programmazione oraria più efficace • L’utilizzo delle risorse strumentali, la predisposizione dei materiali • La programmazione più adeguata

  13. Tecniche d’intervento più idonee ricordiamo: • Il modelling - tecnica nella quale noi siamo il modello da imitare mostrandogli quello che ci aspettiamo da lui. • Lo shaping o modellaggio – tecnica che ci permette di costruire un’abilità assente nell’alunno iniziando a rafforzare i comportamenti che si avvicinano sempre più a questa abilità

  14. L’analisi del compito e il concatenamento –usata con i gravi – scomporre le abilità da acquisire in sequenze facilitanti e di legare le risposte tra loro in successione dal più semplice alla più complessa. • Tecniche d’intervento psico-educativo – dirette ai comportamenti problema • Strategie dirette ai DSA • La generalizzazione delle abilità acquisite – aiutare l’alunno a generalizzare le nuove competenze acquisite in situazioni differenti attenuando sempre di più l’aiuto (autonomia)

  15. stili comunicativi • Stile tutoriale • Ripetizione dell’azione con lo scopo di sostenere il comportamento del bambino • Espansione/estensione dell’enunciato del bambino • Riformulazione verbale • Riferimento a esperienze precedente e/o condivisa • Complimento, incoraggiamento

  16. Altri stili comunicativi • Funzione didattiche (questo è il cane?) • Funzione conversazionale ( e poi?) • Funzione di controllo ( dare ordini) • Interventi asincronici svalutativi (taglio della conversazione)

  17. Livelli di complessità nella richiesta verbale al bambino • Livello 1 della percezione (visivo) • Cos’è questo oggetto? • Cosa hai sentito? • Cosa hai toccato? • Ripeti? • Cosa hai visto nella figura? • Livello 2 analisi selettiva della percezione • Cosa usi per…? • Ti ricordi cosa ho detto?

  18. Ti ricordi di chi si parla? Di cosa?... • Mi dici le caratteristiche dell’oggetto? • Mi dici le funzioni? • In che cosa sono diversi? • Dimmi il nome di una categoria?

  19. MODALITA’ DI VERIFICA E DI VALUTAZIONE

  20. Verifica e valutazione • Fase non sempre facile perché comporta autovalutazione e valutazione del consiglio di classe. ( scuola, famiglia, ASl,società). • Non vuol dire sottoporre l’alunno a una prova , risolvere un problema, non è l’emissione di un giudizio di merito o demerito riferito ai risultati raggiunti,non è a sé stante e non ha una funzione meramente selettiva • Ma informa sul procedere dell’apprendimento , sull’iter della formazione e ne regolano l’evoluzione anche ai fini dell’orientamento della vita futura.

  21. Cosa si verifica e si valuta? • Investono due fronti: • L’intervento educativo in riferimento al quadro funzionale in tutte le sue articolazioni • Si analizza il raggiungimento o meno degli obiettivi a scadenze precise e si valutano le strategie con osservazioni • L’intervento didattico in riferimento all’area degli apprendimenti • Si costruiscono i test di verifica orale o scritta e si stabilisce il setting.

  22. Riflettiamo: • si valorizza il successo e si ricercano le cause del fallimento per poter imboccare strade diverse. • Emotivamente coinvolgente, quindi la loro funzione deve essere formativa, dinamica e promozionale non sanzionatoria. • È un atto dovuto nei confronti dell’alunno.

  23. bibliografia • Cornoldi. I disturbi dell’apprendimento – l Mulino • Cornoldi.- apprendimento e memoria – Utet • Coroldi- metacognizione e apprendimento – Il Mulino • Cornoldi- le difficoltà d’apprendimento – Il Mulino • Cornoldi, Caponi – memoria e metacognizione – Erikson • Novak l’apprendimento significativo – Erikson • Sternberg – stili di pensiero . Erikson • Sternberg - le tre intelligenze – Erikson • Stipek – la motivazione nell’apprendimento scolastico – Erikson • Di Pietro – l’educazione razionale emotiva – Erikson • Ianes – metacognizione e insegnamento – Erikson • Kirby- disturbi dell’attenzione e iperattività- Erikson • Tressoldi – diagnosi dei disturbi dell’apprendimento – Erikson • Mazzocchi . Disturbi dei deficit d’attenzione- Erikson • De Beni, Pazzaglia – psicologia cognitiva dell’apprendimento – Erikson • Vio, Tressoldi – il trattamento dei disturbi dell’apprendimento. Erikson • Baddeley- la memoria, come funziona, come usarla – La Terza • Boscolo – psicologia dell’apprendimento scolastico - Utet

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