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I sistemi di sicurezza sociale e i fondi pensione: quale cammino davanti a noi?. Mauro Marè Mefop. 1 A che punto siamo?. Nonostante interventi effettuati dai governi in questi ultimi 15 anni , la costruzione di un sistema di sicurezza sociale stabile e duraturo
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I sistemi di sicurezza sociale e i fondi pensione:quale cammino davanti a noi? Mauro Marè Mefop
1 A che punto siamo? Nonostante interventi effettuati dai governi in questi ultimi 15 anni, la costruzione di un sistema di sicurezza sociale stabile e duraturo • in grado di promettere una prestazione di base a tutti, e perciò largamente condiviso, • di funzionare con un accettabile criterio di equità – non solo attuariale, anche sociale • e di offrire l’opportunità di un’accumulazione a capitalizzazione non è stata ancora completata e non ha trovato soluzione soddisfacente.
1 A che punto siamo? ci si deve chiedere cosa è necessario, possibile fare, all’avvicinarsi dello shock demografico che vi sarà a partire dal 2018, (generazione baby boom andrà in pensione, modifica numero occupati e rapporto tra attivi e non attivi). Ce lo dobbiamo chiedere adesso perché la crisi finanziaria ha indebolito convinzione necessità di un pilastro pensionistico privato adeguato e ha rimesso in parte in discussione le ragioni della previdenza complementare. E perché invecchiamento offre una breve windowofopportunity
1 A che punto siamo? • Il processo di riforma non è stato completato e al di là delle soluzioni tecniche, quantunque importanti, • i sistemi di sicurezza sociale stanno procedendo su un sentiero pericoloso, un cammino che potrebbe produrre conflitti sociali e tra le generazioni ed effetti economici perversi.
1 A che punto siamo? Siamo a un punto cruciale. Le riforme hanno ristabilito • con introduzione criterio contributivo • modifiche recenti funzionamento I pilastro (riforma 2005, quote e età pensionabile) • Indicizzazione età pensionabile alla speranza di vita (agosto 2009) • e l’avvio della previdenza complementare nel 2007, la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico, ma….
1 A che punto siamo? • sostenibilità per essere credibile e duratura richiede acquisizione robusto consenso sociale • La ridefinizione periodica delle distribuzione dei costi e dei benefici tra le varie coorti, • Latime consistencynella realizzazione di queste riforme, cioè che i governi futuri si mostrino fermi e coerenti nel realizzare queste riforme • Sarà così? Possiamo stare tranquilli?
1 A che punto siamo? • Le riforme erano state costruite su 2 ipotesi implicite • a) una crescita positiva del reddito • b) condizioni particolari nel mercato del lavoro (es. carriere lavorative stabili e continuative) • è invece ormai chiaro quale sarà mercato del lavoro futuro e dei giovani, quindi quale potrà essere la loro capacità di risparmio potenziale • chiedersi se il modello contributivo sia sostenibile sul piano dell’equità generazionale, i futuri trattamenti avranno dimensione accettabile?
1 A che punto siamo? • Nel mercato del lavoro emergeranno nuove figure professionali, nuove tipologie contributive e nuove esigenze pensionistiche e di welfare. • Queste coorti avranno inevitabilmente un accesso limitato alla previdenza a capitalizzazione – data la limitata capacità di risparmio – e anche una copertura parziale da parte del sistema pubblico a ripartizione. • è facile prevedere che questa situazione tenderà a produrre molto presto una domanda per coperture previdenziali e assistenziali addizionali. • saremo allora costretti ad escogitare nuove misure che rendano adeguato e sostenibile il futuro pensionistico delle nuove generazioni
2 aging e pensioni • Dati WGA sono chiari • invecchiamento notevole; old-age dependency ratio più che raddoppierà; da 4 attivi 1 anziano, a 2 a 1. • Base imponibile finanziamento sistemi pensionistici si ridurrà; aumenterà numero beneficiari • Conflitto tra generazioni sembra inevitabile • Riforme vanno completate e lo si deve fare adesso; età median voter aumenterà (da 40 a oltre 50) rendendo riforme difficili se non impossibili
Tavola 4 - Indice di dipendenza economica effettiva degli anziani (15-64)
3 Le ragioni della capitalizzazione Vi sono vari motivi per giustificare un pilastro a capitalizzazione accumulare e offrire risorse per la pensione è rischioso (come trattare il longevityrisk?). stock di beni e servizi prodotti dagli attivi deve essere trasferito ai non attivi, e al di là delle tecniche con cui si realizza questo trasferimento – ripartizione, capitalizzazione, sistemi misti; con contributi e/o con imposte – il problema reale resta lì. Demografia influenza tutti e due i sistemi, anche se in modo diverso e secondo canali differenti.
3 Le ragioni della capitalizzazione Sistemi pensionistici devono affrontare vari e diversi tipi di rischi: rischio economico, finanziario, demografico, pensionistico e soprattutto politico Fondi pensione sono un’ottima soluzione per affrontare e ridurre rischio politico; per diversificare accumulazione di risorse Essi inoltre interrompono il trasferimento dei costi sulle generazioni future; e rafforzano la trasparenza e i diritti di proprietà sulle risorse accumulate
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia Ciò che si è finora fatto va valutato positivamente. Processo adesioni ha lanciato definitivamente sistema PC. Ma adesioni incomplete e a macchia di leopardo. Soggetti deboli e con minori capacità di reddito ne sono rimasti fuori (lavor. atipici e autonomi, piccola impresa, ecc.) differenziazioni rilevanti tra settori industriali, commercio e professioni, tra le diverse regioni del territorio italiano, tra dimensioni delle aziende coinvolte, tra età, genere e livello di istruzione degli aderenti Riforma si deve completare; migliorare e introdurre ulteriori correttivi.
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia • al primo posto c’è l’informazione: se non si informano adeguatamente i lavoratori, se non si dice loro la verità sui tassi di sostituzione poi non si può essere sorpresi se non aderiscono..!! aumentare financialliteracy • Estendere e rafforzare adesioni, con campagne informative, silenzio assenso, altre misure (es. adesione per via contrattuale, iscrizione semi automatica) • Volontarietà vs. obbligatorietà: approccio italiano è basato su volontarietà; difficile cambiare strategia
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia 3 Volontarietà vs. obbligatorietà: Ma si deve essere realistici su possibilità approccio volontario: opportuno non farsi illusioni; volontarietà presenta in sé dei limiti inevitabili, come evidenziato esperienze paesi Ocse. gli individui sono portati a comportamenti inerziali e a sottostimare, sia in buona fede, sia strategicamente, le necessità per l’età anziana. Esempio, UK e Svezia (ma anche altri paesi) si è poi scelta, dopo un iniziale approccio soft volontario, la soluzione obbligatoria.
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia • Rendite Vanno introdotte misure chiare per favorire opzione rendita (adesso con semplice anticipazione si sceglie capitale) non soluzione obbligatoria, ma incentivi e disincentivi (fiscali, ecc.) Mercato rendite è ancora poco spesso, opaco. Difficoltà a definire prezzo equo e congruo delle annuities Aumentare gamma prodotti offerti e loro trasparenza e informazione Tuttavia è difficile definire ed offrire prodotti adeguati: Come si affronta longevityriske selezione avversa? Difficili coprirli e diversificare
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia • Rendite Emissione longevitybonds e/o survivorsbonds(titoli dove valore cedole è legato % popolazione ancora in vita oltre una certa soglia) o con adeguata maturity potrebbe aiutare Ruolo dello stato? Potrebbe avere diversi aspetti positivi (pooling dei rischi, ecc.) ma anche molti negativi (rischio politico, moralhazard, costo garanzie sui contribuenti, scelta investimenti e corporate governance, ecc.) Per cui, NO a state annuityfundma forse potrebbe offrire una garanzia come lenderof last resort e decentrare offerta al mercato
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia 5. Profili di investimento Introdurre gestioni life-cycle e life-based per rispondere inerzia lavoratori nella scelta comparto 6 garanzie Si se organizzate e offerte dai fondi, anche in maniera collettiva: esempio, buffer fund no a garanzie uniche pubbliche; dubbi su possibili swaps con il tesoro da parte fondo di garanzia pubblica
4 Le riforme per i fondi pensione in Italia 7. costi e accorpamento fondi Dimensione media fondi va accresciuta, per sfruttare economie di scala e di gestione e ridurre costi Preferibile soluzione volontaria Se però i fondi si rifiutassero di perseguirla, allora fissazione tetto massimo ai costi
5 Cosa fare per migliorare il sistema pensionistico? Serve manutenzione riforme effettuate. Una manutenzione ampia ed ambiziosa Innanzitutto c’è problema adeguatezza trattamenti pensionistici; a cui si può rispondere con una pensione di base finanziata con imposte (e con unificazione aliquote contributive) Altra componente pensione con sistema obbligatorio ripartizione contributivo; infine adesione volontaria o quasi a previdenza complementare Molta informazione dovrebbe rafforzare consapevolezza lavoratori e convincerli su opportunità adesione II pilastro