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Economia internazionale. Grandi eventi economici. Laboratorio di Macroeconomia lezione 8. Problemi pratici nell’aggiustamento dei tassi di cambio. La svalutazione nominale si traduce effettivamente in svalutazione reale?
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Economia internazionale.Grandi eventi economici Laboratorio di Macroeconomia lezione 8
Problemi pratici nell’aggiustamento dei tassi di cambio • La svalutazione nominale si traduce effettivamente in svalutazione reale? • Se i prezzi relativi tra i due paesi cambiano effettivamente, questo si traduce poi in un miglioramento della bilancia commerciale?
1. Tassi di cambio e aggiustamento prezzi • Assunzione 1: i tassi di cambio determinano variazioni nel livello dei prezzi • Assunzione 2: I salari si aggiustano per garantire la piena occupazione • In pratica i prezzi dipendono prima di tutto dal costo del lavoro e dai salari • Se i salari non sono flessibili in termini reali (se ad esempio i salari reali sono legati al potere d’acquisto), la svalutazione si tradurrà semplicemente in una variazione equivalente nei prezzi, che a sua volta avrà un impatto sui salari… • Si crea cioè una spirale prezzi-salari, con conseguente “volatilità” dei prezzi, fino ad annullare la svalutazione • Non c’è alcun effetto sui tassi di cambio reali • Ci potrebbe però essere un effetto sulla domanda (se l’offerta di moneta rimane costante), scoraggiata da prezzi più alti – quindi con la conseguenza di disoccupazione • Se la Banca Centrale contrasta la disoccupazione con una politica monetaria espansiva, la svalutazione è vanificata e si innesta la spirale, altrimenti la svalutazione può aver effetto • Legame tra svalutazione e disoccupazione
2. Prezzi e bilancia commerciale: la curva J NX = X –Q/er Dove Q sono le quantità importate, per cui è il valore delle importazioni in valuta nazionale L’effetto finale, oltre alla variazione di er (se si deprezza la moneta aumenta il valore), dipende dalla reazione di Q alla variazione nei prezzi
Effetti di una svalutazione • Cala er, per cui importare costa di più a parità di quantità • Le quantità devono diminuire • L’effetto netto dipende dal fatto che l’effetto quantità sia superiore all’effetto costo • L’evidenza empirica mostra che: • Gli effetti di breve periodo sulle quantità esportate ed importate sono limitati e non bastano a compensare l’effetto prezzo, il deficit commerciale peggiora • Nel lungo periodo il guadagno di competitività ha un effetto per cui X cresce e Q diminuisce, il deficit commerciale migliora
La curva J Deficit Tempo
L’effetto “isteresi” • Se un paese varia (aumenta) il tasso di cambio e la variazione rimane per un lungo periodo, poi anche ritornando al tasso di cambio originale gli effetti sulla bilancia dei pagamenti rimangono • Ciò è dovuto al fatto che i consumatori (le industrie) si fidelizzano (e si abituano) a prodotti di origine diversa, per cui anche al ristabilirsi dei prezzi relativi originali non ritornano al prodotto di partenza
Il rapporto tra offerta di moneta e bilancia dei pagamenti • C’è una relazione diretta tra lo stato della bilancia dei pagamenti e le politiche monetarie • Interpretazione 1: Quando la BdP è in deficit, una politica monetaria restrittiva riduce l’offerta e aumenta i tassi di interessi riportando la BdP in pareggio • Interpretazione 2: Con la BdP in deficit, lo Stato vende le riserve di moneta straniera, per cui l’offerta di moneta si riduce
Deficit commerciale e disoccupazione • In generale una politica di rientro dal deficit commerciale si ripercuote sulla produzione interna (e sull’occupazione) • Per evitare disoccupazione la Banca Centrale può accompagnare la svalutazione con operazioni di sterilizzazione, cioè operazioni di mercato aperto che contrastano i flussi di valuta • In particolare, in una situazione di deficit e di cessione di valuta straniera, si può procedere con l’acquisto di titoli (aumento base monetaria), per cui si mantiene inalterata l’offerta di moneta
Tassi fissi: Le strategie del fondo monetario internazionale • La gestione delle riserve è utilizzata per il difficile equilibrio tra debito commerciale ed espansione interna (NFA=BDP) DNFA* = DH*-DDC • Per i paesi a rischio, il FMI procede: • Fissando il livello di “debito sostenibile”, cioè il tetto al quale gli altri stati continuano a concedere credito • Fissando di conseguenza un tetto all’espansione del credito domestico (=pressione su economia interna) • Sostanza: se i tassi di cambi sono fissi (economie povere), il credito domestico è l’unico strumento per una politica monetaria restrittiva (= i tassi di interesse aumentano), quindi si “impone” una recessione (o una crescita dei tassi di interesse)
Tassi flessibili • Assunzione: perfetta mobilità dei capitali (curva di pareggio BdP orizzontale) i Deflazione Inflazione Surplus/apprezzamento Pareggio BdP i* Deficit/deprezzamento Y Y*
Espansione monetaria: effetti di breve e lungo periodo 3. L’inflazione determina una riduzione dell’offerta di moneta M\P e quindi ad un aumento dei tassi di interesse, la moneta si apprezza e anche la IS torna al punto di partenza 1. Espansione monetaria, inflazione e deficit commerciale, deprezzamento del tasso di cambio 2. Aumento competitività, la curva IS si sposta a destra IS LM i a c Pareggio BdP i* b Y Y*
Overshooting • La reazione dei prezzi non è tanto rapida quanto quella (immediata) dei tassi di cambio • Nel breve periodo c’è effettivamente una variazione di competitività
La parità dei poteri di acquisto (PPP) • Teoria PPP: il tasso di cambio e varia in risposta ai differenziali di inflazione, così che il tasso di cambio eR (il potere di acquisto) non varia nel tempo • Questa relazione sembra empiricamente valida nel lungo periodo, nel caso in cui variazioni nei prezzi dipendono da cambi nell’offerta di moneta • I tassi di cambio nominali hanno però un effetto sul costo del lavoro, per cui influenzano la competitività
Big Events • Economia della Depressione • Iperinflazione • “Come vincere le elezioni politiche e fare vivere felici i nipoti” (capitolo da Luigi Campiglio, Tredici idee per ragionare di economia, Il Mulino, Universale Paperbacks)
Come è nata la macroeconomia? • Grande depressione: ¼ della forza lavoro USA disoccupata • Iperinflazione: in molti paesi i prezzi raddoppiavano ogni mesi • Sopravviverà il sistema di sicurezza sociale nel ventunesimo secolo?
Grande depressione negli Stati Uniti • Settembre 1929: crollo in borsa (-85% in 3 anni) • Depressione e crollo in borsa sono fatti diversi • La depressione economica cominciò prima (giugno 1929) e finì dopo (1933) • Il PNL diminuì in termini reali del 30% • La disoccupazione salì dal 3% al 25% • Tra il 1931 e il 1940 la disoccupazione era ancora al 18.8% • Dopo la Seconda Guerra Mondiale scese sotto l’11% • Gli investimenti netti sono stati negativi tra il 1931 e il 1935 • I prezzi diminuirono (indice dei prezzi in calo del 25% tra il 1929 e il 1933) • Nel periodo di recupero il PNL reale cresceva quasi al 9% annuo (1933-1937), ma la disoccupazione rimaneva • Nel 1937-38 ci fu una nuova crisi (disoccupazione 20%) • I tassi di interesse di breve periodo erano vicini allo 0
Guerre e politiche economiche • Lee E. Ohanian “The Macroeconomic Effects of War Finance in the United States: World War II and the Korean War”, The American Economic Review, Vol. 87, No. 1. (Mar., 1997), pp. 23-40.
Fallimento sistema bancario e riduzione offerta di moneta • Crollo nell’offerta di moneta • Fallimento banche • Mancanza riserve per soddisfare i prelievi dei clienti • Distruzione depositi attraverso fallimento • Riduzione offerta di moneta • Perdita di fiducia dei correntisti, aumento del tasso contanti/depositi • Le banche non fallite aumentano le riserve per prepararsi alla crisi
Contromisure politiche • Scarse misure della Banca Centrale • Operazioni di mercato aperto (acquisto titoli) • Politiche fiscali • Obiettivo: pareggio di bilancio • Aumento tasse nel 1932-33 • Politiche espansive a partire dal 1933
Aspetti internazionali • La Grande Depressione era già “globale” • Adozione di politiche protezionistiche (tariffe) • Politiche “frega il tuo vicino” ed esportazione disoccupazione • Diminuzione scambi internazionali e contrazione economia mondiale • Gli stati che hanno intrapreso una politica espansionistica in anticipo si sono ripresi prima (Svezia) • La Gran Bretagna svalutò la sterlina • La Germania crebbe rapidamente grazie alla spesa pubblica di Hitler
Cause e interpretazioni della Grande Depressione • Keynes (1930): “The general theory of employment, interest and money” • Rivoluzione keynesiana: il modello keynesiano ha spiegato le cause e i rimedi della Grande Depressione • Domanda aggregata alla base della crescita degli anni ‘20 • Produzione di massa di automobili e radio • Boom del mercato immobiliare • Calo della crescita negli anni ’30 • Riduzione delle opportunità di investimento e calo domanda investimenti • Politiche fiscali inadeguate (misurate attraverso il surplus di piena occupazione, cioè il surplus che si avrebbe in piena occupazione mantenendo le stesse politiche fiscali). Quando il dato è negativo, la politica è espansionistica. Durante la crisi sono state adottate politiche restrittive • Le politiche fiscali dovevano essere “contro-cicliche” • Politiche monetarie: i tassi erano già al minimo – poco da fare
La critica monetarista • Per i monetaristi non è vero che le politiche monetarie erano inutili (Milton Friedman) • Una politica monetaria adeguata avrebbe potuto contrastare il fallimento delle banche
Conclusioni • Sia Friedman che Keynes mostrano l’inadeguatezza della risposta politica • Servivano politiche espansive (fiscali e/o monetarie) • Queste avrebbero comportato una recessione, ma non di tali dimensioni Lezione: • Non aumentare le tasse in recessione • Non tentare di far quadrare il bilancio • Mantenere l’offerta di moneta e controllare le banche • Politiche di breve contro-cicliche (stabilizzatori automatici)