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Distribuzione della ricchezza e top incomes. Michele Raitano Universit à di Roma “ La Sapienza ”. La diseguaglianza nella ricchezza.
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Distribuzione della ricchezza e top incomes Michele Raitano Università di Roma “La Sapienza”
La diseguaglianza nella ricchezza • Ricchezza molto più sperequata del reddito => Gini compreso fra 0.5 e 0.8. Il 2% più ricco ha il 50% della ricchezza mondiale, negli USA l’1% più ricco ha il 30% degli USA. • Su HK osservabile flusso, non stock; il contrario vale per la ricchezza (finanziaria e immobiliare). • Valore aggiuntivo della ricchezza come collaterale. Il potere è spesso correlato con ricchezza (anche in political economy). • Cambiamenti strutturali negli ultimi decenni: • Crescita valori di azioni e loro diffusione; • Crescita valori delle case; • Diffusione FP e passaggio da DB a DC (risk shift).
Misure e fonti di dati • Wealth come valore degli assets non di capitale umano meno i debiti. • Vanno inclusi tutti gli assets con valore di mercato, ma di solito nelle survey non si includono i beni durevoli e/o gioielli e oggetti d’arte. • Come includere il risparmio previdenziale in piani DC? Di solito non sono considerati i diritti acquisiti previdenziali (ricchezza attesa nei piani DB, pubblici o privati). • Fonti di dati con indagini campionarie sulle famiglie (SHIW di BDI) o dati amministrativi (archivi fiscali su ricchezza o immobili). • Problemi nelle survey di inclusione delle “code alte” e poi problemi di non risposta o errori di misurazione di alcune componenti (soprattutto per i titoli, meno per gli immobili).
L’evidenza empirica • Difficili comparazioni internazionali (anche per diverso tipo di base dati). • Nei paesi OCSE quota del top 10% dal 39 al 76% e Gini fra 0.55 e 0.81 (fra 0.30 e 0.50 per i redditi). • Dati fiscali colgono meglio la coda alta e mostrano la più alta concentrazione. • Dati LWS (che non includono risparmio previdenziale) mostrano Gini minimo in Italia, massimo in USA (0.84) e Svezia (0.89). • Ma le comparazioni internazionali sono difficili: in Svezia alta quota di famiglie indebitate ma con alta ricchezza pensionistica attesa e limitata diffusione della proprietà immobiliare.
La ricchezza pensionistica • Differenze a seconda di chi gestisce il sistema, del metodo di finanziamento della spesa e del metodo di calcolo delle pensioni. • Rischi ed effetti distributivi dei diversi schemi. • Indeterminatezza di quanto i diritti previdenziali acquisiti siano ricchezza e/o debito implicito. • Piani privati occupazionali o personali. • Schemi pubblici flat, earnings related, NDC. • Includere pensioni riduce dispersione ricchezza, soprattutto per schemi pubblici. • Ma il passaggio da DB a DC tende a accrescere la ineq di ricchezza.
Ricchezza, reddito e consumo • Correlazione fra reddito e ricchezza intorno a 0,5. • Imperfetta correlazione legata ad età e ciclo di vita: Y cresce prima di W, pensionati con basso Y e alta W. • La composizione della ricchezza è correlata con reddito e ricchezza: a bassi livelli solo ricchezza immobiliare, poi crescita continua della quota mobile e rischiosa. • Ricchezza come fattore di consumption smoothing (hp del reddito permanente). Solo variazioni permanenti di Y e W modificano C (se non ci sono liquidity constraints).
I trend temporali (1) • Analisi di lungo periodo basate su dati fiscali (come per top incomes). • Crescita di ineq di W nella prima fase di industrializzazione, poi decrescita nel 20° secolo con lieve inversione recente. • Decrescita legata a diffusione di “beni popolari” (housing e beni durevoli) e a effetti della guerra. • Effetti del valore dei prezzi su ineq W: ↑ valori azionari ↑ ineq (sono posseduti soprattutto dai ricchi), ↑ prezzi delle case è ambiguo (migliorano condizioni middle class, peggiorano i poveri).
I trend temporali (2) • Recentemente ↑ ineq W, minore di ↑ ineq Y: legato a ↑ prezzi case, ma ineq W cresce con lag temporale rispetto a Y. Se poi si aggiunge pension wealth ↑ l’incremento recente di ineq (legato a passaggio a DC). • Ma aumenta il numero dei super-ricchi, la concentrazione della ricchezza fra i ricchi. • Recentemente (nonostante le crisi) aumenta la quota di ricchezza detenuta in risky assets (e ↑ la quota di indebitati).
Alcune determinanti di risparmio e ricchezza: le policies • Ricchezza accumulata nel corso della vita (anche come buffer stock, precauzionale o per old-age) e/o ereditata. • Ruolo delle politiche pubbliche nel facilitare proprietà della casa (mutui agevolati) => necessità di investire a lungo per poter poi diventare proprietario (effetti anche su distribuzione per età di W e della sua composizione). • Riduzione aliquote e incentivi fiscali (tramite deduzioni) • Qual è l’impatto dei sistemi previdenziali sul risparmio privato? E di quelli sanitari (anche per LTC)? Ripartizione o capitalizzazione? Quale rischio atteso? Quanto W individuale dipende dal successo degli I in funding? Rischio finanziario. • Welfare efficiente può ridurre necessità di risparmio per middle e poor; se ricchi optano per privato ↑ ineq W.
Alcune determinanti di risparmio e ricchezza: eredità e demografia • In media non contano molto, ma sono fondamentali fra i super-ricchi! L’importanza delle eredità nel patrimonio personale cresce spostandosi verso le code alte della distribuzione. • Effetti di riduzione ineq legati a imposte su successioni e donazioni (se eluse, comunque frammentano gli stock di W). Ma tendenze a ridurre queste imposte. • Effetti della composizione per età sulla distribuzione di W, sulla sua composizione e sugli stessi rendimenti di MK. Giovani detengono case, anziani titoli (anche per pensioni). • Differenti composizioni di W possono incidere su ineq Y se financial income è incluso e fitti imputati no (rendendo spuria la correlazione fra Y e W).
I top incomes • Individui ad altissimo reddito. • Concentrazione del reddito con conseguenze economiche e politiche. • Conseguenze anche sulla domanda di “beni posizionali”. • Proxy per ineq di lungo periodo. • Tendenza a U della quota di reddito dei top-incomes per tutti i paesi per cui si dispone di lunghe serie.
La stima dei top incomes • Imprecisione dei dati campionari. • Dati fiscali sulla distribuzione dei redditi dichiarati per quote di contribuenti. • Dati affidabili quando almeno il 10% della popolazione emette dichiarazione. • Problematiche della misurazione e delle comparazioni nel tempo e nello spazio: • Evasione/elusione; • Distribuzione interna alle classi di reddito; • Omogeneità dell’anno fiscale; • Età minima di riferimento (15 o 20 anni), unità di analisi; redditi infra-annuali; • Quali quote di reddito sono incluse? Come si includono i capital gains?
I trend dei top incomes • Quote di decili e percentili estremi. • Caduta in tutti i paesi fra 1920 e 1970 e forte crescita successiva nei paesi anglosassoni. • In Italia serie di breve durata (post riforma IRPEF). • Ovunque grande variazione della composizione dei redditi dei top incomes => crescita forte della quota di salari, soprattutto nei paesi Anglosassoni.
Proxy di ineq di lungo periodo? • Proxy per valutare trend storici non disponibili di ineq? • Quota di top incomes non decomponibile e soddisfa solo debolmente P-D (solo per trasferimenti fra gruppi di R e P); soddisfa gli altri assiomi. • Inoltre, share basate su reddito individuale (non equivalente) e pre-tax. • Ma si osserva una forte correlazione fra top incomes shares e Gini (sia in livelli che in variazioni). • Le teorie su determinanti di ineq mostrano effetto simmetrico a top e bottom => utile proxy.
Le determinanti dei trend • Imposte su capitali e lavoro. • Crisi finanziarie, guerre e iper-inflazione su capital incomes. • Norme sociali sugli stipendi di top manager e superstar su Y da lavoro. • Globalizzazione del mercato per superstar e CEO (almeno nei paesi di lingua inglese), soprattutto nella finanza. • Grosso impatto delle aliquote sulle pre-tax shares. • Nessun impatto significativo delle istituzioni del mercato del lavoro (tipo di contrattazione e sindacalizzazione), né del ciclo politico “partigiano”. • Effetto di sviluppo di mercati finanziari e commercio internazionale.
Quali conseguenze? • Utilizzare le shares per stima in serie storica dell’effetto di ineq su alcune variabili: • Nessun legame fra ineq e health; • Nessun impatto sul saggio di risparmio; • Effetto di ineq su growth? Nessuna relazione complessiva nel periodo 1920-1960, ma alcuni segnali che l’aumento della concentrazione fra i super-ricchi sia stato associato a maggior crescita economica dopo il 1960. • Problemi di reverse causality con determinanti e conseguenze di top incomes.