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Letteratura e Sport. 4. M. Zaccarello MMX. Stefano Benni. Nasce a Bologna nel 1947 ed esordisce alla narrativa nel 1979 con Bar Sport, best seller più volte ristampato;
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Letteratura e Sport. 4 M. Zaccarello MMX
Stefano Benni • Nasce a Bologna nel 1947 ed esordisce alla narrativa nel 1979 con Bar Sport, best seller più volte ristampato; • Alla narrativa Benni alterna la scrittura di poesie, come Prima o poi l’amore arriva (1981), Ballate (1991), Blues in Sedici (1998)
Benni e il bar… • Al varopinto mondo del bar e dei suoi frequentatori dedica altri due raccolte di racconti: Il bar sotto li mare (1987) e il sequel Bar sport duemila (1997). • Al titolo del 1987 si è ispirato il gruppo belga Deus, con il disco A Bar Under the Sea (Polygram, 1996)
Successo multimediale • Lo stile visionario ma radicato nella società contemporanea, l’originalità e l’inventiva lessicale di Benni hanno spesso ispirato fan club e gruppi musicali; • Hanno musicato poesie di Benni David Riondino, Modena City Ramblers, i jazzisti Paolo Fresu e Paolo Damiani.
Stile giornalistico e fantasia… dal sito www.stefanobenni.it • Ed ecco la verità: l’ assistente del regista Giaurro confessa che Drim Drim è girato con la nuova tecnica dell’ onirofilmica, ovverossia la trasformazione di immagini sognate in immagini reali. Il diabolico Giaurro, ex-neurochirurgo, ha inventato un modo di collegare il suo cervello, durante i sogni, a una telecamera. Drim Drim non è altro che un anno dei suoi sogni, opportunamente montati. Ovvio che nessun effetto speciale possa competere con il delirio onirico. [continua…]
Stile giornalistico e fantasia… dal sito www.stefanobenni.it • Scoppia la polemica: è un vero film? È arte? È biologia? È reality? È lecito? È di destra o di sinistra?Dopo lo scontro di opinioni, parte naturalmente la serie degli imitatori.I carabinieri scoprono in una cantina della Rai dieci sceneggiatori ibernati in teche di vetro, ognuno con uno spinotto nel cervello, per produrre film.Un regista in declino infila spinotti nel cranio alla moglie, al figlio e al cane che si ribellano e lo denunciano.
Bar Sport • Si tratta di una serie di brevi capitoli che introducono, con un tono paradossale e spesso surreale, caratteri e personaggi che frequentano un bar di Bologna; • Una breve introduzione storica illustra il ruolo che il bar svolge nel mondo presente e passato.
Introduzione storica La Luisona Attrazioni Il Tecnico Il professore L'insegna Bovinelli-tuttofare Il bimbo del gelato Il Cinno Ceneruntolo. Favola da bar Il nonno da bar Il grande Pozzi Il cinema sagittario Il playboy da bar La cotta del ragionier Nizzi Pasquale il barbiere Comparse Villa Alba Notte d'estate La lambretta "Conosco un posticino" La trasferta Viva Piva Due casi storici Il vero pescatore La naja Buon Natale I capitoli di Bar Sport: esperti, commentatori, campioni
La Luisona (1) • Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere al krapfen». Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. • Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!».
La Luisona (2) • La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata.
Benni e lo Sport… • Attratto dalla valenza sociale dello sport e dall’importanza dei relativi rituali nella società moderna, Benni ha spesso rappresentato il mondo dello sport, nella sua narrativa ma anche nella sua intensa attività giornalistica. • Anche nella Compagnia dei Celestini, del 1992, l’esercizio sportivo (di squadra) occupa un posto importante, nella forma di un anti-calcio, la pallastrada.
La pallastrada (1) • La pallastrada non è stata inventata da Benni, ma dal Grande Bastardo in persona, più o meno nel neolitico. Sulle caverne del neolitico ci sono tracce di pitecantropi che giocano con una palla di pietra, e un mammuth che forse fa il portiere, o l’arbitro, o lo spettatore.Ma la pallastrada moderna rinasce negli anni 80. Il Grande Bastardo appare in sogno al lupo, e gli detta le due tavole del regolamento.Il lupo che da piccolo è stato giocatore di pallastrada, diventa sacerdote del culto di questo sano, libero e ahimè, sempre più raro sport.In questo sito vogliamo fare il punto sulle varie esperienze di pls, pallastrada, dalle più selvagge, e quindi vere, a quelle con sponsorizzazioni varie comunali o di associazioni, cercando di fare spazio solo a quelle vere, nello spirito ruspante della pls.
La pallastrada (2) • Diciamo subito che pionieri della pallastrada sono stati la cooperativa Aurora di Prato, la Pallavicini di Bologna, e gruppi di pazzi specialmente a Napoli, Bologna e Firenze. Ma almeno cento manifestazioni hanno portato il suo glorioso nome. La pallastrada è stata giocata al festival di Caterpillar, ai festival di Liberazione, sul mare di Su Pallosu, in cima al rifugio Vajolet, e in molti altri luoghi. È stata giocata da persone su sedie a rotelle e cosiddetti handicappati, e questa è una delle facce più simpatiche della pls.Ma attenti. Esiste anche un vero campionato di pallastrada, segreto, e con un codice severissimo di partecipazione. È stato giocato per tre anni. Posso solo dire quali squadre lo hanno vinto.
Regolamento unico e segretodel Campionato Mondiale di Pallastrada (1) 1) Le squadre sono di cinque giocatori senza limiti di età, sesso, razza e specie animale. • 2) Il campo di gioco può essere di qualsiasi fondo e materiale a eccezione dell’erba morbida, deve avere almeno una parte in ghiaia, almeno un ostacolo quale un albero o un macigno, una pendenza fino al venti per cento, almeno una pozzanghera fangosa […] • 3) Le porte sono delimitate da due sassi, o barattoli, o indumenti, e devono misurare sei passi del portiere. È però ammesso che il portiere restringa la porta, se non si fa scoprire, e che parimenti l’attaccante avversario la allarghi di nascosto fino a un massimo di venti metri. […] • 4) La palla deve essere stata rattoppata almeno tre volte, deve essere o molto più gonfia o molto meno gonfia del normale, e possedere un adeguato numero di protuberanze che rendano il rimbalzo infido. […]
7) Sono ammessi gli sgambetti, il cianchetto, la gambarola, il ganascio, il pestone, il costolino, il raspasega, il poppe, il toccaballe, il calcinculo, il blondin, l’attaccabretella, il placcaggio, il ponte, la cravatta, il sandwich, l’entrata a slitta, l’entrata a zappa, il baghigno, la cornata, il triplo Mandelbaum, il colpo dell’aragosta, lo strazzabregh, […] Sono proibiti i colpi non dianzi citati e le armi di ogni genere. • 9) Nel caso in cui un cane o un neonato o un cieco o altro perturbatore entri in campo intralciando o azzannando la palla, egli sarà considerato a tutti gli effetti parte del gioco, a meno che non si dimostri che è stato addestrato da una delle squadre. • 10) Il passaggio di biciclette, auto, moto e camion non interrompe il gioco, fatta eccezione per le ambulanze e i carri funebri.