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Il confronto tra Amministrazioni centrali e regionali sulle Aree tematiche 9 e 10 per la Programmazione 2014-2020 Napoli, 14 maggio 2013. Obiettivi dell’incontro. Area Tematica 9 Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà. 3.
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Il confronto tra Amministrazioni centrali e regionali sulle Aree tematiche 9 e 10 per la Programmazione 2014-2020 Napoli, 14 maggio 2013
Area Tematica 9 Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà 3
I risultati attesi principali/più condivisi nei tavoli nazionali riguardano: • Incremento della partecipazione al mercato del lavoro e/o alla vita sociale delle persone con maggiori sintomi di disagio sociale, con particolari difficoltà individuali e familiari, con disabilità, oggetto di discriminazione, vittime (anche OT 8) • Riduzione della povertà e dell’esclusione sociale • Riduzione della marginalità estrema (senza dimora) • Aumento/consolidamento/qualificazione dei servizi di cura • socio-educativi rivolti a bambini • di cura rivolti ad anziani non autosufficienti • di cura per le non autosufficienze gravi • Miglioramento della legalità (supporto anche da OT 11) • Aumento delle attività economiche a contenuto sociale • Rafforzamento della capacità amministrativa nel settore delle politiche sociali (supporto da OT 11) • Rafforzamento/migliore caratterizzazione delle figure professionali che operano nelle politiche sociali • Miglioramento della strumentazione informativa/operativa per politiche sociali più efficaci e integrate 4
Elementi di discussione nei tavoli nazionali • 1 riunione [punti essenziali]: • impostazione generale e motivazioni del Tavolo/Missione di policy [perché il tema Inclusione sociale è così importante nel doc Metodi e Obiettivi (M&O), situazione italiana: cittadinanza (e sviluppo); stimolo europeo: Europa 2020 e lotta alla povertà e alla marginalità] • Prima discussione sul «ruolo» del FSE: è un ruolo anche nuovo (si apre a nuove policy/risultati/azioni e diversi protagonisti e target/temi) o solo una maggiore sfumatura a quello che già si è sperimentato ?
Elementi di discussione nei tavoli nazionali • 2 riunione [punti essenziali]: • Si riprendono le condizioni di contesto per l’Italia: • CRISI prolungata e FRAGILITA’ STRUTTURALI dell’economia del Paese hanno fatto peggiorare la situazione generale sul mercato del lavoro (effetto): politiche economiche e anche dei FS che contribuiscano alla ripresa della crescita con tutte le leve possibili • Esistono storicamente e sono in aumento POVERTA’ e MARGINALITA’ estreme. L’Italia non ha ancora un sistema stabile di politiche sociali in senso proprio che contrastino la povertà e la marginalità: politiche generali e anche dei FS che si prendono carico delle situazioni «molto difficili, in cui si cumulano disagi», che irrobustiscano i servizi sociali, che amplino le attività sociali e che – anche a parità di altro – costituiscano uno spazio di stimolo di scelte che considerino il benessere e la qualità della vita dei cittadini in molte politiche di settore diverse.
Elementi di discussione nei tavoli nazionali • 3 riunione [punti essenziali]: • richiamo/suggerimenti della Commissione per utilizzare bene ANCHE i fondi strutturali in direzione di attenzione molto rinnovata all’inclusione sociale (focalizzazione degli obiettivi, innovazione negli strumenti) • discussione della caratterizzazione in senso di inclusione sociale e qualità delle vita di altri OT
Condizionalità 10.1 Inclusione attiva. Integrazione comunità emarginate come i Rom: • esistenza e attuazione di una strategia nazionale per la riduzione della povertà conformemente alla raccomandazione della Commissione del 3 ottobre 2008 relativa all'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro e agli orientamenti in materia di occupazione; • b) esistenza di una strategia nazionale per l'inclusione dei Rom in conformità del quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom; • c) sostegno alle parti interessate nell'accesso ai Fondi. 8
Esistenza e attuazione di una strategia nazionale per la riduzione della povertà: il confronto con la Commissione sui criteri di adempimento • La strategia nazionale per la riduzione della povertà è ad oggi rappresentata dalle azioni del PNR che hanno la finalità di: • contrastare la povertà promuovendo l’occupazione e rimodulando gli interventi sulla popolazione con maggiori sintomi di disagio sociale ed economico; • favorire la conciliazione tra lavoro e azioni di cura; • riorganizzare i flussi informativi per rendere più efficienti ed efficaci le prestazioni sociali; • sperimentare una misura generalizzata di contrasto alla povertà assoluta, condizionata alla partecipazione a percorsi di ricerca attiva del lavoro (nuova social card); • riformare l’ISEE; • mettere a punto un piano di medio periodo per gli anziani non autosufficienti. 11
LA RICOGNIZIONE DELLE STRATEGIE TERRITORIALI DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ le Regioni/PA hanno messo in campo azioni di contrasto ai fenomeni di povertà tese a favorire l’inclusione sociale, il sostegno ai soggetti in difficoltà, azioni di politica attiva per l’integrazione nel mondo del lavoro di soggetti a rischio di povertà, interventi a favore delle famiglie più bisognose. IL MISE-DPS nel dar conto degli esisti della ricognizione effettuata ha evidenziato una programmazione sulle tematiche di inclusione attiva disomogenea, con aree di eccellenza ed altre in cui sono presenti ancora criticità. Ha sottolineato inoltre come la politica di coesione territoriale abbia da tempo dato attenzione ai temi della inclusione attiva, con particolare riguardo alla dimensione di accesso ai servizi essenziali, alcuni dei quali sono stati potenziati attraverso il Piano di Azione Coesione. 13
L’esito del confronto con la Commissione La CE evidenzia l’assenza di una strategia nazionale e i rischi di divergenza delle strategie regionali. Le autorità italiane esprimono l’intenzione di redigere una strategia di base, nel rispetto delle prerogative costituzionali in materia delle regioni. 14
Area Tematica 10 Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente
Risultato atteso 1: RIDUZIONE DEL FALLIMENTO FORMATIVO PRECOCE E DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA E FORMATIVA A PARITÀ DI CONTESTO Collegamento con Area tematica Inclusione sociale e lotta alla povertà 16
Risultato atteso 2: MIGLIORAMENTO DELLE COMPETENZE CHIAVE DEGLI ALLIEVI Collegamento con Area tematica Agenda digitale 17
Risultato atteso 3: INNALZAMENTO DEL LIVELLO DI ISTRUZIONE DELLA POPOLAZIONE ADULTA CON PARTICOLARE RIGUARDO PER LE FASCE DI ISTRUZIONE MENO ELEVATE Collegamento con Aree tematiche Occupazione,Agenda digitale e Inclusione sociale 18
Risultato atteso 4: MIGLIORAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA ED EDUCATIVA PER AGEVOLARE LA MOBILITA’, L’INSERIMENTO/REINSERIMENTO LAVORATIVO E ACCRESCERE LE COMPETENZE DELLA FORZA LAVORO Collegamento con Aree tematiche Occupazione e Agenda digitale 19
Risultato atteso 5: INNALZAMENTO DEI LIVELLI DI COMPETENZE, DI PARTECIPAZIONE E DI SUCCESSO FORMATIVO NELL’ISTRUZIONE UNIVERSITARIA E/O EQUIVALENTE Collegamento con Aree tematiche Occupazione, Agenda digitale, Inclusione sociale e Lotta alla povertà 20
Risultato atteso 6: QUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONETECNICA E PROFESSIONALE, ATTRAVERSO L’INTENSIFICAZIONE DEI RAPPORTI SCUOLA-FORMAZIONE-IMPRESA E LO SVILUPPO DI POLI TECNICO-PROFESSIONALI Collegamento con Area tematica Competitività dei sistemi produttivi 21
Risultato atteso 7: MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA, DELL’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO E DELL’ATTRATTIVITÀ DEGLI AMBIENTI SCOLASTICI FINALIZZATO A AUMENTARE LA PROPENSIONE DEI GIOVANI A PERMANERE NEI CONTESTI FORMATIVI Collegamento con Area tematica Energia sostenibile e qualità della vita 22
Risultato atteso 8: DIFFUSIONE DELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA NEL MONDO DELLA SCUOLA E DELLA FORMAZIONE E ADOZIONE DI APPROCCI DIDATTICI INNOVATIVI Collegamento con Area tematica Agenda digitale 23
Risultato atteso 9: MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITÀ DI AUTO-DIAGNOSI, AUTO-VALUTAZIONE E VALUTAZIONE DELLE SCUOLE E DI CAPACITÀ DI INNOVARE LA PROPRIA DIDATTICA ADATTANDOLA AI CONTESTI 24
II Parte La programmazione 2014 - 2020
Le sette innovazioni di “Metodi e Obiettivi” Gli obiettivi saranno definiti sotto forma di risultati attesi in termini di qualità di vita delle persone e/o di opportunità delle imprese I programmi operativi conterranno indicazioni non generiche ma circostanziate delle azioni da finanziare I PO assoceranno a ogni azione i suoi tempi previsti di attuazione Risultatiattesi Azioni Tempi previsti e sorvegliati 1 2 3 Sarà garantita trasparenza e apertura delle informazioni; e rafforzamento delle possibilità di mobilitazione dei soggetti interessati e del partenariato. Il partenariato sarà esteso alla fase discendente della programmazione. Saranno coinvolti nella valutazione pubblica aperta tutti i soggetti influenzati. Sarà centrale la valutazione di impatto delle azioni sulla qualità di vita delle persone e/o le opportunità delle imprese. Apertura Partenariato mobilitato Valutazione di impatto 5 6 4 Le “regole del gioco” non saranno contrattabili. Verrà dato spazio ad azioni di coprogettazione. Sarà valutata la possibilità che il centro assuma più ampi ruoli di gestione dei programmi operativi. Presidio nazionale 7
Il lavoro delle regioni in questa fase Elaborare una strategia di concentrazione degli interventi 2014-2020 1 Preparare meccanismi di integrazione programmatica e territoriale 2 Elaborare la strategia di intervento territoriale 3 Soddisfare le condizionalità ex ante 4 Elaborare i Programmi Operativi, far svolgere la valutazione ex ante e condurre i processi partenariali 5
Concentrazione tematica FESR(art. 4 della Proposta di Regolamento FESR) RS e RiT: almeno 80% RmS: almeno 50% RS e RiT: almeno 20% RmS: almeno 6%
Concentrazione tematica FSE(art. 4 della Proposta di Regolamento FSE) RS: almeno 80% priorità RiT: almeno 70% priorità RmS: almeno 60% priorità SM: almeno 20%
Il “menù” della bozza di AdP La bozza di AdP individua, per ciascun obiettivo tematico, una serie di risultati attesi (associati a indicatori quantificabili) e un elenco molto dettagliato di azioni, fra cui i programmatori regionali dovrebbero scegliere (a valere sui fondi del QSC) quelle prioritarie in relazione alle proprie esigenze di sviluppo e coesione
Classificazione delle condizionalità ex ante Il RRDC elenca 36 condizionalità ex ante, di cui 28 relative agli Obiettivi tematici e 8 alle Aree Esistenza di sistemi di valutazione nazionali o regionali su determinati fenomeni Esistenza di strategie e/o piani, nazionali e/o regionali, rispondenti a specifici criteri Recepimento di direttive comunitarie e/o di principi, strategie e meccanismi dell'Unione
Sergio Vasarri sergiovasarri@hotmail.com