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Michele A. Cortelazzo Sintassi. concordanza dei tempi. concordanza dei tempi (1) Per concordanza dei tempi si intende l'insieme delle condizioni che regolano i rapporti tra il tempo verbale di una frase matrice e il tempo verbale di una proposizione ad essa subordinata.
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Michele A. Cortelazzo Sintassi
concordanza dei tempi (1) Per concordanza dei tempi si intende l'insieme delle condizioni che regolano i rapporti tra il tempo verbale di una frase matrice e il tempo verbale di una proposizione ad essa subordinata.
concordanza dei tempi (2) • In italiano, le regole della concordanza dei tempi non sono molto numerose. • Per determinare tali regole è necessario conoscere: • il tempo del verbo della frase reggente; • il rapporto temporale esistente tra l’evento enunciato nella frase reggente e l’evento enunciato nella proposizione secondaria.
concordanza dei tempi tempo della reggente: presente
concordanza dei tempi con frase reggente al presente Se nella frase reggente c’è un verbo al presente, il tempo della proposizione secondaria è lo stesso che si avrebbe se si trovasse in una frase non subordinata. (1a) So che sei stanco (1b) Sei stanco (2a) Mi ricordo che molti anni fa feci un lungo viaggio (2b) Molti anni fa feci un lungo viaggio (3a) Ti giuro che domani andrò / vado dal dentista (3b) Domani andrò / vado dal dentista
concordanza dei tempi con frase reggente al presente e subordinata al congiuntivo (1) Se l’evento espresso nella secondaria è simultaneo o anteriore rispetto all’evento della reggente, si usa, come detto, lo stesso tempo che si sarebbe usato in frasi non subordinate. (1a) Immagino che tu sia stanco (1b) Tu sei stanco
concordanza dei tempi con frase reggente al presente e subordinata al congiuntivo (2) Però bisogna tener presente che, dal momento che al congiuntivo non esiste il corrispondente del perfetto semplice, per entrambi i perfetti si usa il congiuntivo perfetto: (2a) Non so proprio dove siaandato mio fratello (2b) Dove èandato (andò) mio fratello? (3a) Penso che fosse molto stanco (3b) Era molto stanco
concordanza dei tempi con frase reggente al presente e subordinata al congiuntivo (3) Se l’evento espresso nella secondaria è posteriore rispetto all’evento della reggente, dal momento che non esiste un tempo del congiuntivo corrispondente al futuro dell'indicativo, si usa il congiuntivo presente o l'indicativo futuro (3a) Immagino che Gianni vada domani dal dentista (3b) Immagino che Gianni andrà domani dal dentista
concordanza dei tempi con frase reggente al presente e subordinata al congiuntivo (4) Quando il verbo della frase reggente richiede necessariamente che l'evento della subordinata sia posteriore, come volere, ordinare, ecc., si usa solo il congiuntivo presente: (4a) Voglio che gli portino da mangiare subito (4b) Voglio che gli *porteranno da mangiare subito
concordanza dei tempi tempo della reggente: passato
simultaneità Se il tempo della frase reggente è un tempo del passato, e l’azione della proposizione secondaria è simultanea a quella della frase reggente, si usa l’imperfetto (indicativo o congiuntivo): (1a) Miaccorsisubitoche la macchinaavevauna gomma a terra (1b) Misonoaccortosubito che la macchinaavevauna gomma a terra (2a)Speraichecapissealvololasituazione (2b)Hosperatochecapissealvololasituazione
simultaneità Se l’evento espresso nella proposizione subordinata persiste anche nel momento dell'enunciazione, all’indicativo si può usare anche il presente: (3a) Ieri la mamma mi ha detto che eri malato: mi dispiace! (3b) Ieri la mamma mi ha detto che sei malato: mi dispiace! (4a) Ieri sono venuti a scuola i carabinieri. Volevano sapere se Giuseppe portava la droga in classe. (4b) Ieri sono venuti a scuola i carabinieri. Volevano sapere se Giuseppe porta la droga in classe.
simultaneità Però, nelle stesse condizioni, se la proposizione subordinata è al congiuntivo, si può usare solo l’imperfetto: (5a) Ho immaginato che tu fossi a Zagabria ma non (5b) *Ho immaginato che tu sia a Zagabria (6a) Avevano il dubbio che tu conoscessi il rapinatore (6b) *Avevano il dubbio che tu conosca il rapinatore
anteriorità Se il tempo della frase reggente è un tempo del passato, e l’azione della proposizione secondaria è anteriore a quella della frase reggente, si usano a) all’indicativo, il passato remoto, il piuccheperfetto o l'imperfetto (con funzione abituale) (7a) Il querelante ha dichiarato che l’imputato l'ha insultato (7b) Il querelante ha dichiarato che l’imputato l'aveva insultato (7c) Il querelante ha dichiarato che l’imputato lo insultava sempre
anteriorità Se il tempo della frase reggente è un tempo del passato, e l’azione della proposizione secondaria è anteriore a quella della frase reggente, si usano b) al congiuntivo, il piuccheperfetto o l'imperfetto (con funzione abituale) (8a) Midomandavose lo studente avesse studiato con regolarità (8b) Midomandavose lo studente studiasse con regolarità
posteriorità Se il tempo della frase reggente è un tempo del passato, e l’evento della proposizione secondaria è posteriore a quella della frase reggente, occorre determinare se a) intendiamo semplicemente esprimere la posteriorità rispetto al tempo della reggente, senza far allusione alla posizione dell’evento rispetto al momento dell’enunciazione b) intendiamo indicare esplicitamente che l’evento è posteriore non solo rispetto al tempo della reggente, ma anche rispetto al momento dell’enunciazione
posteriorità Se intendiamo semplicemente esprimere la posteriorità rispetto al tempo della reggente, usiamo il condizionale composto, oppure l’imperfetto (indicativo o congiuntivo) (9a) Mio zio mi hagiurato che sarebbe venuto a trovarmi (9b) Mio zio mi hagiurato che veniva a trovarmi
posteriorità (10a) Speravo che mio zio sarebbe venuto a trovarmi (10b) Speravo che mio zio venisse a trovarmi Nelle frasi al congiuntivo usiamo il condizionale composto, oppure l’imperfetto anche se l’evento è posteriore non solo rispetto al tempo della reggente, ma anche rispetto al momento dell’enunciazione: (11a) Speravo che mio zio sarebbe venuto a trovarmi domenica prossima (11b) Speravo che mio zio venisse a trovarmi domenica prossima Questo significa che nelle subordinate al congiuntivo, è irrilevante la posizione dell’evento rispetto al momento dell’enunciazione.
posteriorità Nelle secondarie all’indicativo, se intendiamo indicare esplicitamente che l’evento è posteriore non solo rispetto al tempo della reggente, ma anche rispetto al momento dell’enunciazione, dobbiamo usare il futuro (o il presente con valore futurale) (12a) Mio zio mi hagiurato che verrà a trovarmi la prossima settimana (12b) Mio zio mi hagiurato che viene a trovarmi la prossima settimana
posteriorità Però, se l’evento è «controfattuale» (cioè, viene solo immaginato o ipotizzato) si deve usare il condizionale composto (o l'imperfetto). Non si può usare futuro. (13a) Mio zio mi avevagiurato che sarebbe venuto a trovarmi la prossima settimana, ma oggi mi ha informato che non è più possibile. (13a) Mio zio mi avevagiurato che veniva a trovarmi la prossima settimana, ma oggi mi ha informato che non è più possibile.