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III MODULO . LA RELAZIONE TRA FRATELLI. III modulo: la relazione tra fratelli.
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III MODULO LA RELAZIONE TRA FRATELLI
III modulo: la relazione tra fratelli Or, dopo un certo tempo, Caino offrì dei frutti del suolo in sacrificio al Signore; e anche Abele offrì dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. Il Signore riguardò Abele e la sua offerta, ma non riguardò Caino e l’offerta di lui. Perciò Caino ne fu molto irritato e il suo viso fu abbattuto. (Genesi, 4, 3-6)
III modulo: la relazione tra fratelli Attenzione per la relazione tra fratelli, nella cultura • nei miti delle origini • nella tradizione giudaico-cristiana • nelle fiabe e nella letteratura per l’infanzia
III modulo: la relazione tra fratelli ATTENZIONE PER LA RELAZIONE TRA FRATELLI NELLA PSICOLOGIA Passaggio dallo studio dei fattori comuni allo studio dei fattori non condivisi: • Fattori comuni: i fratelli (in particolare i gemelli) condividono parte del patrimonio genetico e crescono nello stesso ambiente, quindi possiedono tratti di somiglianza psicologica (paradigma di ricerca) • Fattori non condivisi: alcuni aspetti non condivisi (peculiarità del bambino, relazione con il genitore, percezione di tale relazione) differenziano l’esperienza che ogni fratello ha della propria famiglia, e ciò agisce come fattore di differenziazione (Dunn e Plomin, 1990).
III modulo: la relazione tra fratelli ATTENZIONE PER LA RELAZIONE TRA FRATELLI NELLA PSICOLOGIA Passaggio dallo studio delle variabili individuali allo studio di quelle relazionali e contestuali: Variabili individuali: Variabili di status: differenze di genere, differenza di età, ordine di genitura (tra fratelli) influenzano la personalità e lo sviluppo psicologico dell’individuo? Tratti individuali: i tratti dei singoli fratelli (temperamento, intelligenza,..) influenzano la qualità della relazione fraterna? Se si considerano singolarmente le variabili individuali, i risultati delle ricerche non sono coerenti
III modulo: la relazione tra fratelli ATTENZIONE PER LA RELAZIONE TRA FRATELLI NELLA PSICOLOGIA Passaggio dallo studio delle variabili individuali allo studio di quelle relazionali e contestuali: Variabili relazionali e contestuali: • La relazione di ogni fratello con il genitore • La percezione di essa (SIDE, Daniels e Plomin, 1985) • La percezione della relazione tra genitori e altri fratelli • Condizioni particolari La qualità della relazione fraterna (in termini di rivalità, conflittualità, coesione, intimità, affetto) è la risultante dell’intreccio tra variabili individuali e relazionali-contestuali (Furman e Buhrmester, 1985). Perciò occorre rifuggire dalle generalizzazioni.
III modulo: la relazione tra fratelli Sibling Inventory of Differential Experience (SIDE) (Daniels e Plomin, 1985) E’ uno strumento che valuta il ruolo di alcune esperienze “non condivise”: • Affetto e controllo percepiti nella relazione (propria e del fratello) con il padre e con la madre • Intimità, antagonismo,cura , gelosia percepiti nella relazione con il fratello
III modulo: la relazione tra fratelli ATTENZIONE PER LA RELAZIONE TRA FRATELLI NELLA PSICOLOGIA Passaggio dallo studio delle dimensioni emotivo-affettive (Freud, Winnicott, Brunori, Kaes,..) a quelle socio-relazionali (Dunn, Bank e Kahn, Sulloway,…): • Dimensioni emotivo-affettive: rivalità, gelosia, odio, ambivalenza, attaccamento, intimità,.. • Dimensioni socio-relazionali: conflitto/negoziazione, condivisione, comunicazione, sottosistema dei fratelli, caratteristiche della relazione, costellazioni familiari,...
III modulo: la relazione tra fratelli Oggilarelazione tra fratelli è indagata dalla Psicologia dello Sviluppo come contesto e veicolo di socializzazione, e l’attenzione è rivolta sia agli aspetti emotivo-affettivi, sia socio-relazionali. Gli Autori di riferimento sono Judy Dunn, Abramovitch, Kendrick, Plomin, Winnicott, Brunori, Kaes, Bank e Khan, Toman, Sulloway,.. (dagli anni ‘70- ’80 in poi) La relazione tra fratelli si costruisce e si esplica in ambito familiare, ma costituisce un modello e un prototipo per altre relazioni di tipo extrafamiliare: con i pari e con il partner.
III modulo: la relazione tra fratelli Relazione tra fratelli/ relazione coi genitori: • aspetti comuni: alto livello di coinvolgimento affettivo, intimità fisica e psicologica, “verticalità” • differenze: gioco reciprocamente attivo, focalizzazione biunivoca,…
III modulo: la relazione tra fratelli Relazione tra fratelli/relazione tra pari: • aspetti comuni: “orizzontalità”, reciprocità, conflitto, negoziazione,.. • differenze: non c’è il genitore sullo sfondo, meno conflitti e più negoziazione (tra coetanei).
III modulo: la relazione tra fratelli Gli studi sulla relazione tra fratelli possono essere collocati all’interno di tre differenti prospettive di studio: • la prospettiva psicodinamica (sottolinea la dimensione emotiva della relazione fraterna) • la prospettiva interazionista (si focalizza sulla competenza sociale) • la prospettiva sistemica (si focalizza sulla famiglia e sul tipo di relazione)
III modulo: la relazione tra fratelli PROSPETTIVA PSICODINAMICA La consapevolezza dell’odio (Winnicott, 1945) richiede al bambino di: • ridare significato ai legami affettivi già costruiti • rivedere la propria posizione rispetto alla coppia genitoriale • regolare e socializzare le emozioni Il complesso fraterno (rivisitazione del complesso edipico) (Freud, 1921; Kaes, 2003) è un’organizzazione inconscia di tipo triangolare dilegami, rappresentazioni e investimenti affettivi, che coinvolge consanguinei su un piano orizzontale (rispetto al fratello) e verticale (rispetto ai genitori). I legami sono triangolari poiché all’interno di essi l’individuo si percepisce rispetto ad una diade (coppia genitoriale, genitore/fratello), talvolta accolto, talvolta escluso.
III modulo: la relazione tra fratelli PROSPETTIVA PSICODINAMICA Dal complesso fraterno deriva una condizione generale di ambivalenza affettiva: ostilità, gelosia, rivalità, amore/odio, senso di appartenenza/esclusione, senso di colpa (Freud, 1917, 1921). Essa si esprime anche attraverso la dimensione del “corpo” (Adler, 1928: Algini, 2003) e il “complesso di intrusione” (Lacan, 1938). Il complesso fraterno si supera attuando un sodalizio intragenerazionale, una sorta di “cessate il fuoco” mosso da una “identificazione con l’aggressore”: ciò favorisce il processo di separazione/individuazione (Kaes, 2003), la nascita della “fratellanza” (Freud, 1917) e la formazione di un codice fraterno (Fornari, 1981)
III modulo: la relazione tra fratelli PROSPETTIVA INTERAZIONISTA • studi di Judy Dunn, Abramovitch, Kendrick, Plomin, Lecce,.. • gamma molto varia di relazioni • percentuali elevate di conflitto e complicità • legame di attaccamento tra fratelli • relazione tra fratelli come contesto di apprendimento delle competenze sociali • fattori non condivisi dello sviluppo
III modulo: la relazione tra fratelli Ricerca longitudinale di Dunn (1982, 1988) Obiettivo: individuare nell’esperienza fraterna un’occasione di sviluppo della competenza sociale. Partecipanti: triadi (madre/primo/secondogenito) nel periodo compreso tra qualche settimana prima della nascita del secondogenito e circa 4 anni dopo. Metodo: osservazione partecipante e intervista Oggetto di studio: • le relazioni (comunicazione e interazione) tra la madre e il primogenito prima e dopo la nascita del secondogenito; • le relazioni (comunicazione e interazione) tra il primogenito e il secondogenito
III modulo: la relazione tra fratelli Dati emersi: 1) RELAZIONETRA LA MADRE E IL PRIMOGENITO Conversazioni • Prima della nascita (del secondogenito) : centrate sul primo • Dopo la nascita: centrate sul secondo Questo passaggio favorisce la capacità di decentrarsi, la comprensione dell’altro come persona, e l’instaurarsi di una relazione col fratello. Interazioni • Aumenta la frequenza di scontri verbali e fisici • Diminuisce il tempo dedicato al gioco comune • Aumentano gli scambi (anche positivi) durante l’accudimento del piccolo Questo quadro testimonia la complessità, dal punto di vista emotivo, di questo intreccio di rapporti.
III modulo: la relazione tra fratelli 2) RELAZIONE TRA IL PRIMOGENITO E IL SECONDOGENITO Interazione • Molte differenze tra le diadi di fratelli (le peculiarità di ognuna sono costanti negli anni) • Salienza reciproca dei comportamenti • Legame di attaccamento • Frequenza elevata di conflitti, ma anche di comportamenti reciproci (azioni condivise, altruismo, imitazioni) Comunicazione • Presenza consistente di comunicazione non verbale • Capacità da parte dei primogeniti di adeguare lo stile linguistico alla situazione (ad es. baby-talk in situazioni di controllo, stile materno in situazioni di conforto) I fratelli condividono molte esperienze “sociali”.Già precocemente (3-4 anni) i fratelli sono osservatori acuti e sensibili delle differenze individuali, e ciò favorisce il decentramento, e la categorizzazione di sé e degli altri.
III modulo: la relazione tra fratelli PROSPETTIVA SISTEMICA • fratelli come sottosistema della famiglia, gruppo a sé con la propria storia, le proprie regole e funzioni (Bank e Kahn, 1975) • ogni figlio (fratello) ristruttura la famiglia (Hoopes e Harper, 1987) • mediazione rispetto ai genitori e all’esterno (Bank e Kahn, 1982; Lamb, 1982) • risorsa terapeutica della famiglia (Minuchin e Fishman, 1981; Eno, 1985;Valtolina, 2004) • tipologie della relazione (Bank e Kahn, 1982, 1995) • Miti e costellazioni familiari (Perlmutter, 1986; Toman, 1993; Sulloway, 1997)
III modulo: la relazione tra fratelli PROSPETTIVA SISTEMICA Secondo Bank e Kahn (1975) i fratelli costituiscono un sottosistema della famiglia, gruppo a sé con la propria storia e le proprie regole, che svolge alcune importanti funzioni: • Sostegno nel processo di separazione/individuazione • Aiuto diretto • Controllo reciproco (in senso normativo ed emozionale) • Mediazione (sia rispetto ai genitori, sia all’esterno) • Risorsa in situazioni critiche
III modulo: la relazione tra fratelli TIPI DI RELAZIONE FRATERNA Bank e Khan hanno descritto tipi diversi di relazione fraterna, in base alla seguente dimensione continua: “vicinanza/somiglianza distanza/differenza” A seconda del grado di percezione che i fratelli hanno della propria somiglianza psicologica e vicinanza affettiva, la quale attiva meccanismi di identificazione più o meno forti, più o meno “sani” psicologicamente, sono possibili diversi tipi di relazione, : • Identificazione stretta: sottolinea la somiglianza e nega la differenza • Identificazione parziale: accetta entrambe • Identificazione remota: nega la somiglianza e sottolinea la differenza La stessa relazione fraterna può variare in questo senso nel corso della vita
III modulo: la relazione tra fratelli FUNZIONI DELLA RELAZIONE FRATERNA • Sviluppo della competenza sociale • Regolazione e socializzazione delle emozioni (scoprire l’odio e rielaborarlo) • Sostegno (attraverso l’attaccamento, l’accudimento, l’aiuto in situazioni particolari) • Sviluppo della personalità e dell’identità (processi di identificazione, di imitazione, di modellamento,..) • Sperimentazione di complicità, di intimità fisica, di affettività tra pari