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Automaticit e condizionabilit del processo di categorizzazione

Distinzione tra processi automatici e controllati. Non consapevoliAvere inizio ed eseguiti senza controllo intenzionaleNon interrompibileBasso consumo di risorse cognitiveElaborazione in parallelo. Consapevoliinizio ed esecuzione controllata e intenzionaleInterrompibileAlto consumo di risors

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Automaticit e condizionabilit del processo di categorizzazione

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Presentation Transcript


    1. Automaticitŕ e condizionabilitŕ del processo di categorizzazione Cat 3

    2. Distinzione tra processi automatici e controllati Non consapevoli Avere inizio ed eseguiti senza controllo intenzionale Non interrompibile Basso consumo di risorse cognitive Elaborazione in parallelo

    3. Innegabile che il processo di categorizzazione possa avvenire in maniera intenzionale Piů complicato stabilire l’automaticitŕ

    4. Analisi dell’automaticitŕ Metodologia indiretta: inferisce l’avvenuto ricorso ad un processo di categorizzazione a partire dall’analisi delle conseguenze di tale processo Inferisco la presenza di una categorizzazione in base al genere dall’accessibilitŕ dei contenuti categoriali

    5. Analisi dell’automaticitŕ Metodologia diretta: permette di analizzare il processo di categorizzazione in maniera disgiunta dall’attivazione e utilizzo dei contenuti categoriali

    6. Analisi dell’automaticitŕ Metodologia indiretta: Necessitŕ di comprendere come le informazioni categoriali sono organizzate in memoria Def. Conoscenze categoriali = contenuti delle categorie = rappresentazioni mentali delle conoscenze che possediamo rispetto a dei gruppi = stereotipi

    7. Organizzazione dei contenuti categoriali Modello per prototipi Modello per esemplari Modello associativo

    8. Modello aristotelico Le categorie sono definite da una serie di attributi, tutti necessari e sufficienti per definire l’appartenenza di un elemento alla categoria E.g. i triangoli sono costituiti da tre lati congiunti tra loro in modo tale che la somma dei gradi degli angoli sia pari a 180

    9. Modello aristotelico Nel modello Aristotelico, l’esemplare deve presentare tutte le caratteristiche categoriali Se non ne avesse una, non sarebbe incluso nella categoria

    10. I membri di una categoria hanno il medesimo status, non si differenziano tra di loro rispetto ai criteri di definizione della categoria. E.g. possiamo dire che un triangolo isoscele č un miglior rappresentante della categoria rispetto al triangolo rettangolo?

    11. Sistema che richiede un alto grado di formalizzazione e un basso grado di complessitŕ degli stimoli facilmente applicabile ad un mondo di oggetti (riusciamo a trovare dei criteri congiuntamente necessari e sufficienti) difficilmente applicabile ad un mondo sociale

    12. In contrapposizione al modello aristotelico, Wittgenstein (1953) propone il concetto di ‘familiaritŕ’ (family resemblance). La relazione, di inclusione e di esclusione, tra un elemento e la categoria si fonda sulla familiaritŕ tra le caratteristiche dell’elemento e la rappresentazione della categoria La relazione č dunque probabilistica

    13. Modello per prototipi Le categorie non sono definite da criteri necessari e sufficienti ma presentano dei margini sfuocati non sempre č chiaro se un esemplare appartenga ad una o ad un’altra categoria

    14. Il membro che meglio rappresenta le informazioni categoriali č detto prototipo Il Prototipo č una rappresentazione astratta dell’esemplare che meglio personifica la rappresentazione categoriale.

    15. Il prototipo svolge un ruolo fondamentale nel processo di classificazione di un oggetto Il criterio di somiglianza oggetto-prototipo č alla base dell’inclusione-esclusione cateogriale Se la somiglianza oggetto X -prototipo della categoria A supera la somiglianza della somiglianza dell’oggetto X-prototipo B, allora xX sarŕ incluso in A e non in B

    16. I membri di una categoria hanno diverso status ? membri piů tipici sono i piů rappresentativi della cateogria, membri meno tipici sono periferici E.g. cateogria: uccelli ?esemplari piů tipci: passeri?esemplari meno tipici: pinguini

    17. Rosch e Mervis hanno chiesto a dei partecipanti di giudicare quanto tipici fossero differenti esemplari rispetto ad una categoria (mela-frutta). Questi esemplari erano differenti in termini di elementi che condividevano con la rappresentazione categoriale (mela vs. nespole). Le autrici hanno trovato una forte e positiva correlazione tra il numero di elementi condivisi (esemplare-categoria) e il giudizio di tipicitŕ Gli esemplari che condividono il numero maggiore di caratteristiche con il prototipo sono visti come piů tipici

    18. Come sono organizzate le categorie? Le categorie sono strutture gerarchiche organizzate secondo diversi livelli di inclusione

    19. Attivitŕ di tempo libero (sovra-ordinato). Informazioni piů astratte Giocare a carte (base). Informazioni intermedie Scala quaranta (sotto-ordinato). Informazioni piů specifiche

    20. Da un punto di vista linguistico, quale livello viene utilizzato? Vallacher & Wegner (1987) quando l’individuo esprime propositi e progetti futuri utilizza un livello di linguaggio astratto mentre quando deve attivare sequenze di azioni finalizzate o da portare a termine immediatamente fa ricorso a livelli gerarchici piů bassi.

    21. Autunno: Quando andrň in vacanza dedicherň molto tempo ai miei interessi Luglio: Devo comprare un romanzo prima di partire per le vacanze Agosto: Comprerň ‘Non ci sono solo le arance ’ (Jeanette Winterson)

    22. Applicazione Nei discorsi politici: livelli di astrazione piů elevati per classificare scelte di valore fondamentali (piů lavoro per tutti) livelli piů specifici per indicare atteggiamenti a proposito di temi piů definiti (per aumentare l’occupazione dobbiamo rendere introdurre una maggior flessibilitŕ) Confronto pre e post elettorale

    23. Non sempre perň, quando dobbiamo giudicare qualcuno facciamo riferimento alla rappresentazione astratta di una categoria (prototipo) Alle volte, le funzioni svolte dal prototipo, sono adempite da un set di esemplari che sono maggiormente accessibili

    24. Modello per esemplari: Le categorie sono costituite da un insieme di esemplari di cui l’osservatore ha avuto nel passato un’esperienza (diretta vs indiretta) Ogniqualvolta incontriamo un’esemplare e lo dobbiamo classificare, verifichiamo in che misura questi richiama o ricorda una serie di esemplari che appartengono ad una categoria e.g. Vedi passeggiare sulla spiaggia di Rimini un ragazzo con sandali e calze bianche, la sua carnagione č bianca ed ha i capelli biondi?qs stimolo ti attiva un set di esemplari simili che sono riuniti assieme nella categoria dei turisti tedeschi

    25. misura della tendenza centrale (media) a differenza del modello per prototipi ci fornisce un’informazione sulla variabilitŕ della categoria ossia sulle variazioni degli esemplari all’interno della categoria e.g. D’altro canto, nella categoria dei turisti tedeschi ci sono delle diversitŕ (sandalo con calza o senza), anche se i tedeschi sono accomunati da alcuni elementi (carnagione chiara).

    26. le valutazioni a proposito di persone sconosciute sono legate a delle somiglianze percepite tra la persona sconosciuta e gli esemplari categoriali Tale somiglianza č spesso basata su elementi irrilevanti o criteri del tutto ininfluenti

    27. Lewicki 1985 ?partecipanti devono decidere quale tra due perfetti sconosciuti č piů simpatico dell’altro ?basano la scelta su un criterio di somiglianza irrilevante (fisionomia) e superficiale ?scelgono quello che piů assomiglia ad un esemplare giŕ incontrato e che appartiene alla categoria dei simpatici

    28. Modello associativo: Le categorie (rappresentazioni) sono organizzate in memoria sotto forma di network Ossia reti associative costituite da nodi concettuali I nodi sono associati ad alcuni attributi/altri nodi

    29. Def: associazione legame tra due rappresentazioni Associazione puň essere semantica (Porta-maniglia) ? Č di tipo descrittivo-cognitivo Associazione puň essere valutativa (Arabo-Delinquente) Č di tipo valutativo-affettivo NB la distinzione č teorica piů che effettiva Possono darsi associazioni che non puramente semantiche o valutative ma basate sulla simultaneitŕ temporale o spaziale (veline e calciatori)

    31. Ciascun nodo puň avere molteplici legami I legami possono differenziarsi per forza d’associazione, ce ne sono infatti alcuni legami che sono piů forti all’intern dello stesso network Ogni nodo possiede un livello specifico di attivazione che se raggiunto rende molto alta la probabilitŕ che altri nodi ad esso collegati si attivino

    32. La probabilitŕ che un nodo venga reso attivo a seguito dell’attivazione di un altro nodo č funzione diretta della forza di legame Frutta mela Frutta nespole

    33. La propagazione di un nodo all’intera rete č una caratteristica funzionale del network associativo Americano: diretto, materialista, guerrafondaio, salutista

    34. Il modello associativo non specifica perň le modalitŕ di propagazione conseguenti all’attivazione di un nodo Presenza di discontinuitŕ tra una rete e l’altra (?) Specificitŕ in termini di legami tra i vari nodi (Kunda & Thagard, 1986)

    35. Tra il nodo e le sue associazioni c’č (normalmente) un legame eccitatorio Quando un nodo č attivato, gli attributi ad esso connesso sono altresě attivati Si dice che gli attributi sono piů accessibili accessibili? ad uno stato di prontezza degli attributi tale per cui questi influenzano i processi di elaborazione dell’informazione (percezione, ricordo)

    36. Tra il nodo e le sue associazioni ci puň essere un legame inibitorio Quando un nodo č attivato, gli attributi ad esso contrari possono essere difficilmente attivabili Inibizione? lo stato di prontezza degli attributi č inferiore al livello di non attivazione

    37. Modello associativo - + + + + +

    38. Inoltre, l’associazione nodo-attributo puň variare Frequenza d’attivazione Relazione semantica Relazione valutativa

    39. Modello associativo - + + + + + + + +

    40. Cosa succede quando un nodo viene attivato? Come si puň misurare l’accessibilitŕ delle informazioni categoriali? Un paradigma di misurazione č il priming semantico

    41. Macrae, Bodenhausen & Milne (1995) EXP1 -individuano due categorie donna-cinese la cui combinazione non dŕ origine a sottotipi nella popolazione sperimentale -individuano tramite un pre-test i tratti che sono tipicamente associati all’etichetta donna e quelli che sono associati all’etichetta cinese

    42. Successivamente i partecipanti partecipano ad un compito di priming (parafoveale). I SS devono fissare un + al centro dello schermo Nell’intervallo tra 2 cm e 6 cm dal punto di fissazione venivano presentati dei prime I prime apparivano in successione-75ms Erano seguiti da un masking string I prime non erano visibili (i SS hanno l’impressione di vedere dei flash)

    43. Importante: il prime poteva essere “DONNA” oppure “CINESE” Ai partecipanti veniva poi detto di dover partecipare ad un secondo compito: dovevano vedere un videotape e giudicarne la qualitŕ Il videotape presentava una donna-cinese

    44. Finito questo primo compito, i partecipanti partecipano a un compito di decisione lessicale (parola vs. non-parola) I partecipanti vedono apparire oltre a delle non-parole, anche i tratti-legati-a-donna e i tratti-legati-a-cinese Variabile dipendente sono i tempi di reazione nel compito di decisione ? misura di accessibilitŕ categoriale

    45. Risultati : RTs in funzione del tipo di prime e del tipo di target Target Donna Cinese Prime Donna 514 794 Prime Cinese 763 529 Prime Controllo 631 649

    46. Macrae, Bodenhausen & Milne (1995) EXP2 Video: Donna-Cinese Livello 1: Mangia riso con i bastoncini Livello 2: Si mette il rossetto Livello 3: No video Compito di decisione lessicale

    47. Risultati : RTs in funzione del tipo di prime e del tipo di target Target Donna Cinese Rossetto 515 685 Bastoncini 746 540 Controllo 631 649

    48. Le persone tendono a giungere ad impressioni strutturate e coerenti A tale fine, l’attivazione di una struttura di conoscenza implica l’inibizione di quelle strutture che risultano irrilevanti e incompatibili Come se ci fosse una lotta tra le due strutture e chi, per fattori contestuali o condizioni individuali, primeggia determina l’inibizione della struttura perdente

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