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NARRAZIONI OLIMPICHE LA TELEVISIONE NELLA COMUNICAZIONE INTERCULTURALE DEI GIOCHI OLIMPICI. TORINO, 23 SETTEMBRE 2009 Summer School “La qualità della televisione” – CIRCe Sara Olivero – Università di Torino. Obiettivi della ricerca.
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NARRAZIONI OLIMPICHELA TELEVISIONENELLA COMUNICAZIONE INTERCULTURALEDEI GIOCHI OLIMPICI TORINO, 23 SETTEMBRE 2009 Summer School “La qualità della televisione” – CIRCe Sara Olivero – Università di Torino
Obiettivi della ricerca • Le modalità realizzative dei Giochi Olimpici hanno subìto un’evoluzione nel tempo direttamente proporzionale al progresso del mezzo televisivo. Le alterazioni strutturali, visive e verbali suggeriscono uno spostamento concettuale del centro organizzativo delle Olimpiadi verso lo studio televisivo, dando la sensazione che i Giochi vengano organizzati dentro ai media, o quanto meno sfruttandone e seguendone le logiche. • Vogliamo dunque indagare quanto la televisione influenzi ogni singola edizione dei Giochi Olimpici, trasformandola, seppur spesso stravolgendola, in un’occasione di dialogo tra la propria cultura e le altre culture del mondo.
Premessa 1I Giochi Olimpici sono un Evento mediale • La televisione ha condotto alla globalizzazione del fenomeno olimpico, trasformandolo in quello che viene definito un vero e proprio evento mediale, genere narrativo che impiega il potenziale specifico dei media elettronici (e della televisione in particolare) per dirigere universalmente e simultaneamente l’attenzione del pubblico verso un’unica storia. (DAYAN D. e KATZ E., 1993, Le grandi cerimonie dei media, la storia in diretta)
Caratteristiche: • interruzione pianificata del flusso televisivo: la televisione dimentica la sua sequenzialità e diventa eccezionalità, interrompendo, in modo pianificato, sia la normale programmazione del palinsesto, sia la vita quotidiana degli spettatori • organizzazione al di fuori dei media: l’evento non è ideato dai produttori televisivi, anche se viene pianificato tenendo bene in mente la presenza della televisione. Gli organizzatori sono, piuttosto, istituzioni pubbliche oppure organi internazionali. • diritti televisivi e audience planetarie: la televisione, oltre ad essere partner economico del Movimento Olimpico, è il mezzo che ha permesso ai Giochi di comunicare con tutto il mondo e di riscuotere il grande successo di pubblico che li caratterizza. • Gli eventi mediali (e quindi anche le Olimpiadi) mettono in evidenza l’esecuzione di atti simbolici (i giuramenti, le celebrazioni, le vittorie, le medaglie), rappresentano valori sociali centrali (l’olimpismo, la fratellanza) e vengono presentati e preannunciati con largo anticipo, allo scopo di creare attesa tra i pubblici e di amplificare l’importanza dell’evento stesso.
Premessa 2I Giochi Olimpici sono un’occasione di city marketing Una delle priorità che la celebrazione di un’edizione delle Olimpiadi impone all’agenda culturale della città che le ospita è la presentazione della propria identità, in vista dell’eccezionale attenzione dello sguardo internazionale. La città si trova nella necessità di costruire, ricostruire o rinnovare l’immagine della propria cultura, per offrirla alla interpretazione e/o al consumo di milioni di persone. Protagonisti di questo procedimento di costruzione, inclusione ed esclusione di significati sono, chiaramente, i media, che con il loro potenziale di penetrazione nel largo pubblico possono favorire o inibire la percezione del cambiamento.
Premessa 3Costruzione mediatica della realtà • La maggior parte degli individui riceve informazioni sulle altre nazioni e culture grazie ai mezzi di comunicazione e non attraverso l’esperienza diretta. • I mass media traducono la realtà complessa e multi-voce del nostro tempo in un’altra, regno simbolico di immagini più semplici e di un numero minore di voci.
Oggetto d’analisiLe Cerimonie Olimpiche • Uno specchio evidente di questa trasformazione in atto sono le Cerimonie Olimpiche, che, negli ultimi venti anni circa hanno attraversato un processo di emancipazione, secolarizzazione e globalizzazione: • tutto diventa materiale per la televisione • il rito diventa spettacolo • la fruizione televisiva degli eventi permette un coinvolgimento spesso maggiore dell’essere presenti negli stadi • l’emozione e il pathos suscitati dal carrozzone olimpico dipendono dal mirino delle telecamere e dagli spazi nei palinsesti. • In particolare la scelta è caduta sulle tre ultime edizioni dei Giochi Olimpici Invernali: Nagano 1998, Salt Lake City 2002, Torino 2006.
Analisi • Letteratura: storia delle Olimpiadi, critica, analisi precedenti • Centri di Studi Olimpici: Losanna, Barcellona, Sidney, Washington, Mainz • Videocassette di Cerimonie e highlights delle edizioni passate dei Giochi Olimpici (in particolare ultimi 20 anni) • Videoregistrazioni di diverse emittenti nazionali • Recupero e analisi Media Guide • Trascrizione puntuale del commento • Confronto diretto • Verifica con altri mezzi di comunicazione di massa
Broadcasting customization • Nelle Cerimonie Olimpiche si trovano fino a tre “gradi di comunicazione”: • Il primo grado consiste nella produzione dal vivo e in diretta, davanti ad un numero limitato e privilegiato di spettatori, della Cerimonia propriamente detta. • Il secondo grado consiste nella produzione televisiva Olimpica fatta per la televisione della città ospite, seguendo criteri propri di selezione delle immagini “più televisive” dello spettacolo. • il terzo e definitivo grado di comunicazione consiste nella produzione da parte delle televisioni autorizzate della loro Cerimonia inaugurale
La copertura multilaterale • Ogni broadcaster utilizza le immagini ed il sonoro forniti dal segnale internazionale come base della propria copertura delle Cerimonie. Tale materiale di base può essere modificato mediante volute alterazioni visive, in particolare per mostrare rappresentazioni supplementari della propria squadra nazionale. Senza dimenticare che, quando i broadcaster prendono decisioni circa quando interrompere il segnale internazionale, in realtà stanno decidendo quali performance culturali o le entrate di quali squadre non saranno mostrate ai loro pubblici nazionali. • La regia come guida narrativa • il primissimo piano drammatizza: l’inquadratura di un viso, di una parte di uno strumento musicale, di piedi che ballano, nella consacrazione dei rituali Olimpici i primi piani della bandiera o della fiamma Olimpica • I primi piani non soltanto drammatizzano, ma portano il telespettatore dentro l’evento. Le inquadrature dedicate alle autorità politiche e ai dignitari nella tribuna, però, sono trattate diversamente, in un modo meno intimo. • Le inquadrature a piano medio, mettendo a fuoco parti della scena o piccoli gruppi di persone, danno l’idea di unità e dello spirito della squadra: è infatti l’inquadratura più usata nella parata degli atleti, mentre la telecamera disegnerà zoom in avanti all’entrata delle stelle più importanti • Il piano lungo o la panoramica sono usati, per esempio, per mostrare più di un quarto della folla nelle parti principali dello spettacolo nello stadio, o di varie delegazioni nella parata degli atleti. Questo drammatizza le dimensioni e l’impressionante insieme di così tanta gente.
Il commento Che il segnale sia stato adattato visivamente o meno, tutti i broadcaster aggiungono il proprio commento al segnale internazionale. Tali commenti o telecronache tendono a configurarsi come interpretazioni guidate dei fatti. Il Comitato Organizzatore, infatti, mette in atto ogni sforzo per indirizzare o comunque per dare tutte le possibilità ai mezzi di comunicazione di massa di raccontare nel modo più fedele possibile le Cerimonie. Lo strumento interpretativo più importante, tuttavia, rimane quello delle Media Guide. Quasi tutti i broadcaster tendono a utilizzare commentatori sportivi per narrare le Cerimonie. Ciò significa che la maggior parte dei commentatori narra le sequenze con uno stile sportivo, di tipo narrativo-descrittivo, basato sui fatti, sugli eventi che accadono nello stadio, piuttosto che addentrarsi in un significato più mitologico e antropologico del significato dei simboli culturali (cfr. Pechino 2008). È a questo livello, quando la narrazione è orientata verso uno spettatore nazionale, che le presentazioni della Cerimonia divergono considerevolmente e i commentatori riflettono contesti culturali più profondamente radicati.
Risultati - Nagano 1998QUANTO LA CULTURA DELLA CITTÀ OSPITE PERMEA LA CERIMONIA
Risultati - Nagano 1998QUANTO LA CULTURA DELLA CITTÀ OSPITE PERMEA LA CERIMONIA • Cerimonia spettacolare in cui accanto ai rituali Olimpici si stagliano netti gli elementi più importanti della cultura giapponese, comprese credenze e tradizioni sconosciute al mondo occidentale. • La Cerimonia è stata aperta dai rintocchi delle campane del tempio di Zenkoji, costruito 1400 anni fa, e con l’elevazione di pile di legna per purificare la terra per gli atleti. È stata poi la volta dei lottatori di sumo, capeggiati dal grande campione hawaiano Akebono (!) e del rituale sacro per purificare la terra per cacciare gli spiriti maligni. I lottatori si sono esibiti, come vuole la tradizione, a torso nudo e con i piedi scalzi con una temperatura vicina agli zero gradi centigradi. • Gestione del rituale olimpico attraverso il filtro delle tradizioni giapponesi: inno Olimpico eseguito con strumenti giapponesi, il palcoscenico è una pedana di arti marziali, la sfilata degli atleti è aperta da bambini vestiti come divinità orientali. • L’evento è sembrato caratterizzarsi effettivamente come un’autentica cerimonia, ben lontana dai mega spettacoli che di solito contrassegnano gli appuntamenti olimpici. • Una concessione al mondo: l’accensione del braciere avviene sulle note della Madame Butterfly di Puccini, riconoscibile da tutti.
Risultati – Salt Lake City 2002QUANTO IL COMMENTO STRAVOLGE I SIGNIFICATI DELLA CERIMONIA
Risultati – Salt Lake City 2002QUANTO IL COMMENTO STRAVOLGE I SIGNIFICATI DELLA CERIMONIA • 3 commentatori sportivi • commento fedele alla Media Guide: “[…] 1847. L’arrivo, dicono i testi di storia, di questi primi pionieri, 150 circa, a Salt Lake City. 24 luglio. Partiti dall’Illinois. 2100 chilometri, guidati da Young, il secondo presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, questa la denominazione completa. E che poi noi chiamiamo come sinonimo Mormoni, anche un po’ per semplificare, ovviamente. Young, primo governatore del territorio occupato dai Mormoni, colpì l’immaginazione di Arthur Conan Doyle al punto che Conan Doyle lo inserì nel primo racconto di Sherlock Holmes: lo studio in rosso. […]” • commento che si allontana dalla Media Guide: “[…] Dall’altra parte dello stadio, non si vede ancora, ma si sta preparando di nuovo questo grande tributo, questa volta politically correct, credo che sia stata una scelta molto voluta, ai nativi, agli indiani americani. I nativi, li chiamano qui, per essere più politicamente corretti. Ci stanno molto attenti, perché proprio nello Utah, proprio qui, ci sono un po’ di scheletri negli armadi, proprio nel rapporto con gli indiani, con chi abitava questo paese prima del 1847, cioè prima che arrivassero i Mormoni, i pionieri, e costruissero questa specie di valle dove in realtà c’era il deserto […]”
Risultati – Salt Lake City 2002QUANTO IL COMMENTO STRAVOLGE I SIGNIFICATI DELLA CERIMONIA • commento che indirizza la comprensione del telespettatore : “[…] Il messaggio è molto semplice, il messaggio di tutta questa prima parte: il ghiaccio. E quindi comunque il pericolo, e poi la luce che lo guida fuori. Se ci si pensa, volendo fare forse un passaggio un po’ forte, però è esattamente il messaggio che questo presidente Bush, che abbiamo appena finito di vedere e che adesso di è seduto sugli spalto sotto di noi, ha sempre lanciato, dall’11 settembre in poi. Messaggio molto semplice che all’America piace molto. Quello di, purtroppo, del bene, l’America, contro il male, i nemici di questa guerra ormai mondiale al terrorismo. Se volete, pure questo forse non è del tutto casuale, questa semplicità di messaggio in questa giornata di apertura delle Olimpiadi. […]” • commento focalizzato sull’Italia: “[…]Ed ecco la parola magica, l’Italie, dice il francese prima perché il protocollo del CIO prevede doppia lingua. Ed ecco l’inno di Mameli, applausi, applausi da tutto lo Stadio, che nel frattempo si è riempito di bandiere italiane, che la regia non può inquadrare ma ogni singolo spettatore ha una bandierina italiana che sta sventolando in questo momento. […]”
Risultati – Torino 2006QUANTO I BROADCASTER NAZIONALIMODIFICANO LA CERIMONIA PER I PROPRI PUBBLICI
Risultati – Torino 2006QUANTO I BROADCASTER NAZIONALIMODIFICANO LA CERIMONIA PER I PROPRI PUBBLICI • RAI - Italia • trasmissione incorniciata da “Notti Olimpiche”, il programma che RaiSport ha dedicato quotidianamente all’evento; • La regia ripropone quanto trasmesso dal segnale internazionale prodotto dal TOBO, la Television Company di Torino 2006; • molti piani medi per dare cornice allo spettacolo e alle personalità in tribuna; • 3 cronisti sportivi, molto fedeli alla media guide; • la Cerimonia viene definita come un kolossal, in cui “ci stiamo giocando tutti i marchi dell’italianità vendibili all’estero” e la cui fruizione è migliore per gli spettatori a casa, ma durante la quale è forte il contrasto tra la vitalità nello stadio e gli elicotteri della sicurezza che lo sorvolano.
Risultati – Torino 2006QUANTO I BROADCASTER NAZIONALIMODIFICANO LA CERIMONIA PER I PROPRI PUBBLICI • NBC – USA • La NBC Universal, comprendente diverse reti via cavo, un sito internet dedicato, un canale in lingua spagnola, ha offerto una copertura completa dell’evento olimpico, realizzando numerosi speciali su Torino e sull’Italia, oltre che ovviamente sulle gare e sugli atleti, e, come vedremo più avanti, un programma quotidiano di due ore in diretta da Piazza San Carlo; • Con due telecamere nello stadio e una addirittura sul casco di una delle tre “scintille della passione”, i pattinatori rossi e velocissimi che fungono da leit motiv dello spettacolo, si tratta di una regia sfacciatamente unilaterale, che destina molti primi piani sia alle comparse e agli attori, sia agli atleti americani che assistono allo spettacolo e non si risparmiano a salutare in camera; • numerosissime interruzioni pubblicitarie; • commento informale e scherzoso, la cronaca accompagna quasi interamente la Cerimonia, sono rari i momenti di silenzio: viene fornito ogni tipo di dettaglio; • la cultura italiana è stata correttamente riconosciuta e apprezzata: “It would not have been a true Italian affair without a nod to fashion, futurism, sports cars and opera singers”.
Risultati – Torino 2006QUANTO I BROADCASTER NAZIONALIMODIFICANO LA CERIMONIA PER I PROPRI PUBBLICI • CBC - Canada • trasmissione preceduta un’ora e mezza prima da un collegamento con gli inviati a Torino che hanno presentato la città e la squadra olimpica • La regia canadese ha almeno due proprie telecamere allo stadio, le cui immagini vengono alternate al segnale internazionale. Durante il passaggio della squadra canadese, la trasmissione è totalmente monopolizzata. • La cronaca è gustosa, sufficientemente descrittiva, ma molto concentrata a dare opinioni e giudizi sulle scelte spettacolari degli organizzatori, non risparmiandosi in osservazioni ironiche, quali i commenti sui giacconi argentati della delegazione italiana • In generale, vengono omessi alcuni dettagli della descrizione culturale e della storia italiana, ma viene largamente comunicata la gioia e l’entusiasmo che lo spettacolo ha diffuso.
Fine • Ciascun broadcaster ha costruito la propria Cerimonia Olimpica e raccontato storie diverse, puntando su quelli che riteneva essere i dettagli più popolari e interessanti per il proprio pubblico • Spunti sulla qualità della televisione • Si può parlare di onestà intellettuale della tv nel suo ruolo di intermediario culturale? • Qualità come capacità di dare una cassa di risonanza tale da coinvolgere il modo intero su un evento? • Qualità come fedeltà alle intenzioni degli organizzatori dell’evento che sta trasmettendo? • Qualità come risposta alle aspettative dei propri spettatori?