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“Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge” . Sussidio dell’Avvento 2013. Anche quest’anno l’Ufficio Catechistico Diocesano mette a disposizione un sussidio da utilizzare nel tempo di Avvento.
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“Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge” Sussidio dell’Avvento 2013
Anche quest’anno l’Ufficio Catechistico Diocesano mette a disposizione un sussidio da utilizzare nel tempo di Avvento. L’intenzione è quella di collegare ciascuna delle domeniche d’Avvento ad una parte della Messa per permettere ai ragazzi di conoscerla in maniera più approfondita al fine di viverla attivamente. Essendo la Santa Messa fondamentale per la crescita spirituale ed umana di ciascuno di noi, in un periodo forte quale l’Avvento, i ragazzi potranno percorrere un viaggio che, attraverso l’azione liturgica, lì porterà a penetrare con consapevolezza il mistero di Cristo. Oltre al cammino spirituale che vi illustreremo per ogni domenica, proponiamo una rappresentazione simbolica molto semplice, che potrà essere adattata a qualsiasi realtà.
Rappresentazione simbolica: In un angolo della chiesa, dove generalmente si preparerà il Presepe, si potrà posizionare una scala, o qualsiasi altro elemento scenico che possa dare l’idea di qualcosa che scende dall’alto verso il basso. Sui gradini della scala ogni domenica, o anche ogni giorno, verrà accesa una luce (candela, lume, lampada, etc.) partendo dal punto più alto a scendere. L’ultima luce dovrà cadere sulla capanna del Presepe. Cristo, luce del modo, scende tra gli uomini e li illumina.
1^ domenica di Avvento “Vegliate per essere pronti al suo arrivo” – Riti di introduzione Il rito della Santa Messa ha una struttura dialogica per la quale il Padre ci chiama per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Il Sacerdote attraversa l'assemblea accompagnato dal canto e bacia l'altare, immagine di Cristo. Tutto è riferito a Cristo: il Signore Gesù è infatti altare, sacerdote e vittima, presenza centrale e mediazione obbligata di tutto il culto. Il celebrante saluta l'assemblea nel nome della Trinità che ci convoca alla celebrazione dell’Eucaristia. Ci prepariamo al pentimento e a chiedere perdono a Dio e ai nostri fratelli; chiedendo l’intercessione presso tutti i Santi nella comunione di tutta la Chiesa. Eccetto che nelle domeniche di Quaresima e di Avvento, si intona il Gloria, inno di gioia e lode a Dio. La colletta, chiudendo i riti di introduzione, prepara l’animo all’ascolto di Dio che ci parla.
1^ domenica di Avvento “Vegliate per essere pronti al suo arrivo” – Riti di introduzione Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Nel Vangelo di oggi si parla di due uomini nel campo, uno verrà portato via e uno lasciato. Ciò che fa la differenza tra i due è il loro modo di vivere: uno vive affacciandosi verso il mistero, l’altro è chiuso nel suo mondo. Il primo è pronto all’incontro con il Signore, l’altro non si accorge di nulla. Equando l’ingresso del sacerdote è accompagnato dal nostro canto, noi, sappiamo cosa stiamo facendo? Nell’unione di tante voci, c’è l’unione dei cuori. Non siamo più soli davanti a Dio ma si è COMUNITA’ insieme ai nostri fratelli. …..se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro…..il ladro che viene nella nostra vita è Dio! E’ un ladro un po’ strano che vuole portare via da noi le cose inutili per far posto ai suoi doni. E’ questo il senso dell’Atto penitenziale. Facciamo vuoto dentro di noi, chiedendogli per-dono ed affidandoci a Lui. ….. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo… Con il Gloria ricordiamo le prime parole dette dagli angeli ai pastori per l’arrivo del Figlio dell’Uomo. Con la Colletta, l’intenzione di preghiera personale di ognuno di noi viene raccolta ed affidata a Dio come unica preghiera. Il vegliare che ci viene richiesto in questa domenica, è un vegliare attento, un vivere pienamente la nostra fede. Non si può scrivere sul libro dell’anima con gli occhi bendati. La venuta del Signore Gesù ci indica due atteggiamenti che devono essere presenti nella vita del cristiano: la vigilanza e la preghiera.
2^ domenica di Avvento “Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!” – Liturgia della Parola Nella condiscendenza della sua bontà, Dio, per rivelarsi agli uomini, parla a loro in parole umane. La liturgia della Parola è parte integrante della celebrazioni Sacramentali. Per nutrire la fede dei credenti devono essere valorizzati i segni della Parola di Dio: il libro della Parola, la venerazione di cui è fatta oggetto, il luogo da cui viene annunziata, la sua proclamazione udibile e comprensibile, l'omelia del Mistero che ne prolunga la proclamazione, la risposta dell'assemblea.
2^ domenica di Avvento “Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!” – Liturgia della Parola Vangelo secondo Matteo In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Per Matteo la predicazione di Giovanni Battista è il segnale dell’inizio dell’azione di Gesù. Con il suo discorso, chiamato della conversione, la presenza vicina diventa il messaggio di Gesù: “Il regno dei cieli è vicino!”. La salvezza dipende dalle nostre azioni:”Fate frutti degni di conversione!”. Un frutto degno della conversione è un animo aperto alla grazia di Dio. Il nutrimento dell’uomo avviene alla mensa della Parola dove noi nutriamo lo spirito. La prima lettura tratta dall’Antico Testamento ci introduce al Nuovo Testamento rendendoci consapevoli che c’è un unico piano di salvezza. Il Salmo è una preghiera ispirata che mette in evidenza i vari stati dell’animo umano. La seconda lettura, tratta sempre da libri del Nuovo Testamento, da Lettere di San Paolo o dall’Apocalisse è segno tangibile dell’azione dello Spirito che trasforma i cuori degli uomini e li orienta verso Dio …. Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». Il Vangelo, la Buona Novella, ci ricorda la venuta di Gesù…. ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali… Ogni parola del Vangelo deve penetrare profondamente nei nostri cuori per poi poter dare frutto…ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco… Con l’Omelia la Parola di Dio viene attualizzata, vive nei nostri giorni ed il suo messaggio diventa quindi vivo ed efficace. Chi si ostinerà a rimanere sterile, sordo ad ogni appello ed insensibile alla necessità della conversione interiore, sarà come paglia che brucia…ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
3^ domenica di Avvento “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” – Il CREDO La professione di fede, fatta la domenica o nelle principali solennità, ha lo scopo di suscitare nell'assemblea una risposta di assenso alla Parola di Dio ascoltata nelle letture e di richiamare alla mente la "regola della fede" nella forma approvata dalla Chiesa. E' di natura trinitaria; contempla il mistero dell’ Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione di Gesù Cristo; sottolinea la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e il Battesimo, sacramento incorporante; tratta in fine dell' escatologia.
3^ domenica di Avvento “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” – Il CREDO Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Giovanni non esitò mai nella fede, né mai smentì le sue affermazioni pubbliche. Giovanni non era "una canna sbattuta dal vento", un uomo arrendevole nei suoi giudizi a seconda delle impressioni passeggere o della convenienza del momento. Oggi da Giovanni impariamo con quale coerenza deve vivere un cristiano e nel professare il Credo con la certezza di affermare le verità fondamentali della nostra fede, professiamo con forza ciò in cui crediamo. Professare il Credo non deve essere parlare a vuoto e pregare per abitudine: diventiamo come Giovanni, profeta coraggioso e coerente, testimone visibile, uomo di penitenza e di essenzialità della vita.
4^ domenica di Avvento “Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.” – Liturgia Eucaristica - La Liturgia Eucaristica si svolge secondo una struttura fondamentale che, attraverso i secoli, si è conservata fino a noi. Liturgia della Parola e Liturgia Eucaristica costituiscono insieme "UN SOLO ATTO DI CULTO", la mensa preparata per noi nell'Eucarestia è infatti, ad un tempo, quella della Parola di Dio e quella del Corpo del Signore. La presentazione del pane e del vino all'altare pone i doni del Creatore nelle mani di Cristo. S. Paolo ci esorta: "Chiunque in modo indegno mangia il pane e beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; poiché chi mangia e beve senza riconoscere il Corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna". (1 Cor. 11,27). Per accedere alla mensa del Signore, prima ci si riconosce figli con la preghiera del Padre Nostro e ci si riconcilia con il fratello con lo scambio della pace. Pur essendo molti, diventiamo un solo corpo nella Comunione, un solo PANE in Cristo. Il suo Corpo deve essere realmente spezzato come segno di unità-carità-verità."Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane " (1 Cor. 10, 17).
4^ domenica di Avvento “Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.” – Liturgia Eucaristica Vangelo secondo Matteo Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
….. Così fu generato Gesù Cristo…nel Prefazio si riconoscono i segni dell’amore di Dio che si fa storia in Gesù e resta nella storia degli uomini. Con l’acclamazione Santo, Santo, Santo, sottolineiamo la pienezza, la gloria e la maestà di Dio. Siamo tutti invitati a cibarci dell’unico Pane di salvezza: Gesù che si sacrifica per cancellare i nostri peccati. …Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati… Dio toglie Giuseppe dalle sue angosce, ma non lo lascia sfaccendato. La risoluzione di tirarsi da una parte non viene approvata, anzi lo sposo di Maria viene sollecitato ad adempiere il suo ruolo divenendo compartecipe del piano di salvezza. Così anche noi siamo sempre sollevati dall’amore di Dio ma non per questo possiamo restare senza fare la nostra parte. Con la Comunione entriamo in comunione con Cristo e diveniamo quindi parte viva del piano di salvezza. Dobbiamo capire, come Giuseppe, che Dio ci invita a lasciare il meno per il più.
NATALE DEL SIGNORE Come Cristo si fa Uomo fra gli uomini mandato ad annunciare la Salvezza del Padre così con la benedizione finale il sacerdote, invocando la Santissima Trinità, ci invia missionari ad annunciare ciò che abbiamo ricevuto nella celebrazione, donandoci anche la grazia necessaria. “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cielie sulla terra pace agli uomini, che egli ama».” Ogni uomo, Amato da Dio, deve vivere e partecipare la Celebrazione Eucaristica come nutrimento fondamentale della propria fede. Un cristiano che non vive la Messa non è un vero cristiano. “Solo di Te ha sete l’anima mia”.
La Chiesa, attraverso la predicazione e la liturgia, continua a ripetere all’uomo che la salvezza vera e definitiva è “un dono” che Dio stesso ci porta venendo fra noi. Il segno dell’Emmanuele trova il suo perfetto compimento in Gesù Cristo, “sacramento dell’incontro tra Dio e l’uomo”, la compresenza nell’Eucarestia è il nuovo “segno” offerto a coloro che accettano di avere pienamente fiducia in Dio Padre. La salvezza però non dipende esclusivamente da una iniziativa sovrana di Dio, per cui all’uomo non rimarrebbe altro che attenderla passivamente: Dio non salva l’uomo senza la sua cooperazione. Dio rispetta l’uomo come ha rispettato la libertà di Maria e Giuseppe, e nonostante ciò il suo “dono” è sempre totale e continuamente rinnovato in ogni Eucarestia in cui ci è “dato il pegno della vita eterna”. In Gesù è l’onnipotenza divina che si addossa le sofferenze di un mondo che si evolve e di uomini peccatori; è l’onnipotenza divina che in Gesù sana gli infermi e varca il confine della nostra morte. Il cristiano, pur cogliendo nella creazione il mistero del dolore e del male, scorge il mistero della potenza dell’amore: Dio si è lasciato così intimamente coinvolgere dalle nostre situazioni, da assumere tutta la debolezza che ci affligge.
Signore, concedimi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare le cose che posso, la sapienza di comprendere la preziosità della vita condotta ogni giorno con serenità, gustando ogni momento quietamente, accettando la contrarietà come il sentiero che conduce alla pace, accogliendo, come tu hai fatto, questo mondo peccatore così quale è, non come mi piacerebbe che fosse. Amen