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Inclusione sociale e pregiudizio. Prof.ssa Cristina O. Mosso email: mosso@psych.unito.it Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Torino. Si ringraziano per la collaborazione all’analisi dei dati la dott.ssa Laura Negri e
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Inclusione sociale e pregiudizio Prof.ssa Cristina O. Mosso email: mosso@psych.unito.it Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Torino Si ringraziano per la collaborazione all’analisi dei dati la dott.ssa Laura Negri e gli studenti della Facoltà di Psicologia per la raccolta dei questionari. Settimo Torinese, 23 marzo 2009
La ricerca • Obiettivi • indagare la rappresentazione sociale e gli atteggiamenti verso i Rom nella popolazione di Settimo Torinese • esplorare il grado di conoscenza delle politiche sociali volte alla promozione dell’inclusione • ripercorrere le storie di vita delle famiglie che vivono al “Dado”
Partecipanti e strumenti Questionari volti a conoscere: • la percezione delle relazioni tra gruppi sociali • la qualità/quantità di contatto Bambini delle scuole elementari e ragazzi delle scuole medie e superiori di Settimo (N = 926) Alcuni membri delle famiglie del “Dado” (N = 6, M=3, F=3 ) Adulti (N =138) Studio 1 Questionari volti a conoscere: • la rappresentazione e il pregiudizio • la qualità/quantità di contatto • l’ansia intergruppi Interviste semi-strutturate volte a ripercorre le transizioni biografiche e le aspettative rispetto alla vita in Italia e a “il Dado” Studio 2 Studio 4 Studio 3 Questionari volti a conoscere: Partecipanti al “treno della memoria 2009” (N = 857) • il pregiudizio manifesto e latente • l’ ansia intergruppi
Primi risultati Studio 1: Leopinioni a Settimo - i bambini e i ragazzi 417 bambini (81.5% di origine italiana) 52.4% maschi vs. 47.6% femmine Età media: 9 anni (ds = .80; range 7-11) Classe frequentata: 3° 20,9 % 4° 46,3 % 5° 32,9 % 286 ragazzi delle scuole medie (85.6% di origine italiana) 49.7% maschi vs. 50.3% femmine Età media: 11.88 anni (ds = .75; range 10-15) 223 ragazzi delle scuole superiori (96.8% di origine italiana) 26% maschi vs. 73,5% femmine Età media: 15.72 anni (ds = 1.44; range 14-18)
La valutazione dei bambini, del proprio gruppo e dei Rom rom contatto italiani contatto italiani rom Studio 1
La valutazione dei ragazzini, del proprio gruppo e dei Rom contatto rom italiani contatto italiani Studio 1
Atteggiamenti e status secondo i ragazzi delle Scuole Superiori Pregiudizio sottile .19** Pregiudizio manifesto .55*** Orientamento alla dominanza sociale Pregiudizio sottile .15** .18** Pregiudizio manifesto .44*** Studio 1
Studio 2: Leopinioni a Settimo - gli adulti 26,8% (37) maschi 73,2% (101) femmine 96,4% italiani 67% professioni intellettuali 32,1% commercio e artigianato Status socio-economico percepito: M =2.64 ds =.93 range: 1-5 Orientamento politico M =3,52 ds = 1,55 range 1= sinistra-7= destra Il 47% vive nel territorio di Settimo N = 138 Età media= 41,27 anni (ds =13,01; range =18-83 anni) Fig.1 Distribuzione % del titolo di studio
Le cifre della convivenza Quali sono i gruppi presenti a Torino e cintura? Sinti 33,6% Slavi 38% Rom 82,5% Gitani 3,6% Caminanti 0,7% Daxicané 0,7%Korakané 2,2% non so 11,7% Quanto spesso li incontra? Il 10% riferisce di abitare vicino (fino 10 minuti a piedi) a un agglomerato rom e il 50,4% dei partecipanti dichiara di incontrarli da 3-4 volte a settimana a tutti i giorni. Studio 2
I comportamenti abituali dei Rom Studio 2
Studio 3: Il treno della memoria Status socio-economico percepito: M =4,08 ds =1.11 range: 1-5 Orientamento politico M =3,56 ds = 1,63 range 1= sinistra-7= destra Lavoratori (10%) e studenti (90%) del “treno della memoria 2009” (N = 857, m=43%, f= 57%, età media=19,92 , ds=7,23)
Contatto e valutazioni -.19*** Pregiudizio manifesto Pregiudizio latente *** p < .001 Come si immagina in un gruppo di rom? Studio 3
Studio 4: Levoci delle famiglie che vivono al Dado • Temi delle interviste: • cultura e contesto di provenienza • status socio-economico e aspettative di sviluppo • integrazione e relazioni con la popolazione e le istituzioni italiane • vita al Dado e prospettive future 4 interviste semistrutturate, condotte con l’ausilio di una mediatrice culturale presso l’abitazione dei partecipanti (2 donne Rom, 2 uomini 1 rumeno e 1 Rom)
Il sogno dei migranti “Sono venuto in Italia perché qualcuno mi aveva detto che c’era un posto di lavoro. […] Non sapevo niente dell’Italia, volevo semplicemente venire, trovare un posto di lavoro, per potere offrire qualcosa di più ai bambini” [I1] Le aspettative per il futuro: il “Dado” come prima opportunità “Lavoro con la borsa lavoro” [I2] “È meglio che vivere in un campo. I bambini possono andare a scuola, abbiamo un posto dove lavarci, dove fa caldo” [I3] “La mia aspettativa per il futuro è trovare un posto di lavoro” [I1] “Trovare un posto di lavoro fisso, sicuro” [I4] Studio 4
Il futuro del progetto: vincere l’isolamento “Alcuni [italiani ] sono buoni, alcuni sono cattivi. Non ho avuto grandi contatti con persone italiane a parte quelli del Dado. A Settimo, le persone che mi conoscono, mi conoscono abbastanza bene e non abbiamo mai avuto da dire. A Settimo vivo una vita tranquilla” [I4] “Non ho avuto rapporti con i vicini. Le uniche persone che vedo sono le dipendenti del supermercato, sono brave, non ci guardano con diffidenza, non ci seguono quando entriamo nel negozio” [I2] “Non ho conosciuto tanti italiani, a parte quelli del Dado. Non esco tanto a parte portare i bambini a scuola e andare in chiesa a chiedere l’elemosina” [I3] “No, qua a Torino di negativo [episodio] no. Anche perché non ho avuto tanti contatti” [I1] Il 10% degli adulti rispondenti al questionario conosce il Dado (vs. l’85% che dichiara di non conoscere alcuna associazione del territorio di Settimo che promuova l’integrazione). Studio 4
Alcune considerazioni conclusive sui primi risultati • Il contatto riduce il pregiudizio • Il contatto produce nuove forme di identità • Le ideologie sostengono le valutazioni e le discriminazioni • Le conoscenze distorte generano paura “Dopo l’assassinio della Reggiani tutti noi abbiamo subito le conseguenze perché siamo stati trattati male. Perché tutte le colpe sono collettive e non individuali, se qualcuno ruba se la prendono anche con me che non ho mai rubato in vita mia” [I3]