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Lo sviluppo: la gerarchia funzionale della mente. parte quinta. 13 - 18. 10 - 13. 6 - 10. 3 - 6. 0 - 3. rettiliano. neocorticale. limbico. cervello ambiente. sé non sè. stimoli. categorizzazione. reti correl. sé-non sè. oggetti. funzione. memoria.
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Lo sviluppo:la gerarchia funzionale della mente parte quinta
13 - 18 10 - 13 6 - 10 3 - 6 0 - 3 rettiliano neocorticale limbico
cervelloambiente sé non sè stimoli categorizzazione reti correl. sé-non sè oggetti funzione memoria
Sviluppo strutturale delle funzioni cervelloambiente sé non sè stimoli (selezione1) (variazione1) reti correl. sé-non sè (ereditarietà1)
Sviluppo organizzativo delle funzioni cervelloambiente sé non sè stimoli (selezione1) (variazione1) (selezione2) categorizzazione reti correl. sé-non sè oggetti (ereditarietà1=variazione2) funzione (ereditarietà2) memoria
Sviluppo strutturale ed organizzativo delle funzioni “Ogni funzione, nel corso dello sviluppo del bambino, fa la sua apparizione due volte, prima sul piano sociale, poi su quello psicologico; dapprima tra le persone, come categoria interpsichica, poi all’interno del bambino, come categoria intrapsichica. Cosicchè potremmo dire che diventiamo noi stessi attraverso gli altri, e ciò si riferisce non solo alla personalità nel suo complesso ma anche alla storia di ogni singola funzione.” Lev Vygotskij
La costruzione della percezione • La maturazione del sistema rettiliano è il sostegno strutturale necessario per la comparsa della prima, in termini evolutivi, funzione mentale: la percezione, associata all’espressione delle motivazioni rettiliane. • Gli stimoli di varia natura fisica sono rilevati in modo specifico dai vari sistemi di decodifica sensoriale (fase della variazione dello sviluppo strutturale della percezione) e la connessione tra le varie aree sensoriali consente di rilevare la correlazione temporale tra i diversi stimoli; contemporaneamente, l’attività motoria consente di rilevarne la correlazione spaziale (fase della selezione dello sviluppo strutturale della percezione).
organismoambiente sé non sè stimoli (s. vegetativo) (s. sensomotorio) reti correl. sé-non sè
La costruzione della percezione • La progressiva differenziazione delle reti sensomotorie e la progressiva stabilizzazione dell’interconnessione tra esse e gli stati vegetativi correlati ai bisogni vitali, sono fenomeni ampiamente esperienza e tempo-dipendenti (fase dell’ereditarietà dello sviluppo strutturale della percezione; fase della variazione dello sviluppo dell’organizzazione della percezione)
organismoambiente sé non sè stimoli (s. vegetativo) (s. sensomotorio) reti correl. sé-non sè percezione
La costruzione della percezione • sul versante sensomotorio (non sé) l’attivazione di una (un insieme di) rete tra tutte quelle formatesi in risposta ad uno (un insieme di) stimolo (fase della selezione dello sviluppo dell’organizzazione della percezione) consente la discriminazione e generalizzazione di un insieme di stimoli dallo sfondo complessivo: categorizzazione dell’oggetto (fase dell’ereditarietà dello sviluppo dell’organizzazione della percezione)
organismoambiente sé non sè stimoli (s. vegetativo) (s. sensomotorio) cat. percettiva reti correl. sé-non sè oggetto percezione
La costruzione della percezione • sul versante relativo alle reti di correlazione tra le sezioni deputate alla regolazione omeostatica (sé) e le sezioni sensomotorie (non sé) l’attivazione di una (un insieme di) rete tra tutte quelle formatesi in risposta ad uno (un insieme di) stimolo consente la stabilizzazione degli schemi sensomotori idonei a soddisfare le esigenze connesse alla vita vegetativa: memoria procedurale (fase dell’ereditarietà dello sviluppo dell’organizzazione della percezione)
organismoambiente sé non sè stimoli (s. vegetativo) (s. sensomotorio) cat. percettiva reti correl. sé-non sè oggetto percezione memoria procedurale (schemi vegetativo-sensomotori)
La costruzione della percezione • La funzione percettiva, in quest’ottica, esprime l’attività dell’intero sistema considerato, attività squisitamente sensomotoria intrinsecamente carica di riferimenti edonici (lungo un continuum di “benessere-malessere”), connessi al grado di soddisfazione-insoddisfazione dei bisogni della vita vegetativa (cfr. gli “affetti vitali” di Stern; le “emozioni di fondo” di Damasio; le “emozioni primordiali” di Denton) • Nella fase evolutiva prevalentemente “percettiva” (0-6 mesi) l’ “oggetto” ambientale primario è costituito dal caregiver, che media la relazione tra i bisogni del bambino e gli oggetti ambientali adattivi (connessi all’alimentazione, alla termoregolazione, al ciclo sonno-veglia): significatività della sintonizzazione bambino-caregiver
La percezione del volto • Sotto le 6 settimane: occhi come unico oggetto • Verso la 10a settimana: discriminazione parti dell’occhio (sclera, pupilla) e sopracciglia • Verso la 12a settimana: occhi, sopracciglia, naso • Verso la 20a settimana: occhi, sopracciglia, naso, bocca • Verso la 24a settimana: occhi, sopracciglia, naso, bocca, capelli
Percezione e risonanza vegetativo-sensomotoria • L’ “appaiamento percezione-azione” (perception-action coupling) consiste nella tendenza automatica a sincronizzare le proprie espressioni facciali e posturali, la voce, i gesti, con quelli di un’altra persona, entrando così in risonanza, in modo non consapevole, con l’altro (Preston & De Waal, 2002). Tale sintonizzazione automatica consente al soggetto percipiente di attivare in sè le risposte somatiche ed autonomiche dell’altro e fonda il processo di risonanza sensomotorio-vegetativa tra sé e l’altro. Questo meccanismo è innato, attivo già nelle prime fasi di vita (Hobson 2002, Rochat & Striano 2002). • L’adulto tende automaticamente ad imitare il bambino (sintonizzazione), e tale sintonizzazione stimola nel bambino la sintonizzazione tra il suo stato interno e lo stato interno dell’adulto (risonanza).
costruzione delle funzioni mentali (direttrice bottom-up) etc. selezione rappresentazioni funzione C variazione ereditarietà nessi combinatori selezione rappresentazioni funzione B ereditarietà variazione nessi combinatori selezione rappresentazioni funzione A variazione
La costruzione dell’emozione semplice • La maturazione del sistema limbico costituisce il sostegno strutturale necessario per la comparsa della seconda, in termini evolutivi, funzione mentale: l’emozione semplice, associata all’espressione delle motivazioni limbiche. • Seguendo il modello di Edelman, l’emozione semplice emerge dai nessi combinatori tra le diverse rappresentazioni percettive (fase della variazione dello sviluppo strutturale dell’emozione semplice). • Il tipo di nessi dipende dalla particolare processazione effettuata dal sistema limbico sull’attività delle strutture rettiliane: riverberazione al tempo t1 sulle strutture rettiliane e corticali degli stimoli inviati da queste strutture al tempo t0 al sistema limbico
La costruzione dell’emozione semplice • I nessi combinatori tendono, quindi, a consolidare le rappresentazioni dotate di maggior costanza in un dato intervallo temporale (fase della selezione dello sviluppo strutturale dell’emozione semplice) • L’entità relazionale che emerge dai nessi tra le rappresentazioni percettive fonda la memoria (fase dell’ereditarietà dello sviluppo strutturale dell’emozione semplice) tra l’attività viscerosensomotoria del soggetto (relazione tra rappresentazioni vegetative maggiormente costanti in un dato intervallo temporale) e il corpo della figura di accudimento (oggetto ambientale maggiormente costante in un dato intervallo temporale) in un dato contesto ambientale.
organismoambiente sé non sè oggetto (s. veget.sensomot.) (oggetti) correlazione sé-non sè
La costruzione dell’emozione semplice • La tendenza innata all’azione (motivazione) propria del livello limbico, è la vitale necessità, soprattutto nei primi tre anni di vita, della vicinanza del bambino alla figura di accudimento (Bowlby). • All’interno della dinamica relazionale madre-bambino la componente edonica connessa allo stato vegetativo del precedente livello funzionale si differenzia in elementi discreti, espressione dell’attivazione viscerale associata alle tendenze motorie relative all’avvicinamento (gioia) o all’allontanamento (rabbia, seguita dalla paura e poi dalla tristezza) della madre. • Con il progressivo accumulo di stati visceromotori differenziati (fase della variazione dello sviluppo dell’organizzazione dell’emozione semplice) si costituisce un repertorio dalla cui selezione, grazie all’interazione attuale, emergerà l’emozione semplice associata al riconoscimento dell’altro nell’interazione sostenuta dall’attaccamento (ereditarietà dello sviluppo organizzazione)
organismoambiente sé non sè oggetto (s. veget.sensomot.) (oggetti) correlazione sé-non sè emozione semplice
La costruzione dell’emozione semplice • Nel nuovo processo categorizzante, le sezioni relative alle aree sensomotorie discrimineranno e generalizzeranno l’oggetto ambientale dotato di maggiore costanza spaziotemporale rispetto ai bisogni di attaccamento: percezione degli individui e del contesto (soprattutto percezione attività mimico-motoria figura di accudimento).
organismoambiente sé non sè oggetto (s. veget.sensomot.) (oggetti) cat. emoz. semplice correlazione sé-non sè individui emozione semplice
La costruzione dell’emozione semplice • le sezioni relative alle reti di correlazione discrimineranno e generalizzeranno gli schemi di attivazione vegetativa e sensomotoria connessi alla sintonizzazione, o meno, tra sè e la figura di accudimento. • per effetto della sintesi rappresentativa, si costituiscono gli schemi viscero-motori propri della memoria episodica.
organismoambiente sé non sè oggetto (s. veget.sensomot.) (oggetti) cat. emoz. semplice correlazione sé-non sè individui emozione semplice memoria episodica (schemi viscero-motori)
Emozione semplice e risonanza visceromotoria • Studi di neuroimaging funzionale(Carr, Iacoboni, Dubeau, Mazziotta, Lenzi, 2003) rilevano che durante i compiti di osservazione o di imitazione di immagini di diverse emozioni, si registra, analogamente all’espressione in prima persona delle stesse emozioni, un’attivazione simultanea nelle aree di MNS, dell’insula (area corticale primaria della rappresentazione viscerale, che ha connessioni con i neuroni specchio e con il sistema limbico) e dell’amigdala (area del sistema limbico responsabile dell’attivazione vegetativo-viscerale propria delle emozioni). Questi meccanismi giocano probabilmente un ruolo basilare nel “contagio emozionale” (Hartfield, Cacioppo, Rapson, 1994), cioè nell’attivazione automatica in sé stessi dello stato emotivo dell’altro.
Emozione semplice e risonanza visceromotoria • Nell’interazione madre-bambino i dati di neuroimaging (Lenzi et al. 2008) indicano che nelle madri l’osservazione di fotografie di volti di bambini esprimenti emozioni attiva le regioni suddette, un’attivazione la cui intensità è massima se il volto è quello del proprio bambino. • In caso di volti con espressioni ambigue si rileva l’attivazione anche delle aree corticali motorie, probabile espressione di uno sforzo interpretativo associato alla preparazione di un’azione.
Emozione semplice e risonanza visceromotoria • La risonanza nella madre dello stato viscerale del bambino sarà associato all’attivazione motoria della madre nei confronti del bambino (allontamento-avvicinamento) -es. pianto-allontanamento-; • Il bambino associerà il proprio stato viscerale con lo stato motorio della madre costruendo il tal modo la risonanza emotiva con la madre -es. pianto-allontanamento madre; inibizione pianto-vicinanza madre-
Risonanza percettivo-emotiva e condivisione dell’intenzionalità • Grazie alla risonanza propria dei fenomeni percettivi ed emotivi si costituiscono rappresentazioni (del rapporto con l’oggetto e del rapporto tra sé e l’altro) condivise tra adulto e bambino. • All’interno di tale condivisione rappresentazionale, la condivisione da parte dell’adulto dell’attenzione posta dal bambino ad oggetti e situazioni sosterrà la progressiva costruzione della richiesta, da parte del bambino, della condivisione dell’attenzione rispetto all’oggetto (percezione) e alla relazione con l’altro (emozione semplice), fondamento per l’intenzionalità condivisa tra sé e l’altro.
L’attenzione congiunta e l’indicare • fino a 9-12 mesi il bambino ha un’interazione diadica con l’ “oggetto” (cose o persone) • tra i 9 e i 12 mesi compare la capacità di attuare interazioni triadiche (sé-altro-oggetto) sostenute dall’attenzione congiunta sé-altro • nello stesso periodo compare il gesto dell’ indicare (gesto ritualizzato per convenzionalizzazione tramite imitazione adulto?) sia come atto imperativo che dichiarativo • l’indicare è gesto proprio della specie umana (assente nell’autismo)
Lo studio dell’attaccamento: la Strange Situation madre si allontana madre ritorna A bambino indifferente bambino indifferente bambino piange B bambino contento bambino piange C bambino piange bambino disorganizzato D bambino disorganizzato
Stili di attaccamento e stili di accudimento Sé vulnerabile Altro accudente A accudimento indisponibile attaccamento evitante attaccamento sicuro B accudimento disponibile attaccamento resistente C accudimento imprevedibile attaccamento disorganizzato D accudimento disorganizzato
Rappresentazione della relazione di attaccamento Sé vulnerabile Altro accudente A Sé inaccettabile - con - l’Altro - indisponibile Sé amabile - con - l’Altro - disponibile B C Sé incontrollabile - con - l’Altro - imprevedibile D Sé spaventato/spaventante - con - l’Altro spaventato/spaventante
Disorganizzazione dell’attaccamento e strategie controlling • nei bambini con disorganizzazione dell’attaccamento si rilevano stili di relazione tesi a “controllare” la figura di accudimento • gli stili di relazione sono costituiti da un atteggiamento accudente o agonistico o seduttivo verso la figura di aacudimento • tali stili possono essere considerati espressione dell’attivazione dei sistemi motivazionali dell’accudimento o agonistico o sessuale, la cui attivazione precoce è l’espressione sia del fallimento dell’attaccamento sia dell’attivazione di tali sistemi da parte del caregiver
Attaccamento, risonanza e “altruismo” nel bambino • L’assimilazione, tramite imitazione per risonanza, di schemi di relazione fondati sull’accudimento della madre nei confronti del bambino è la matrice del comportamento altruistico rilevabile nei primi tre anni di vita del bambino (Tomasello 2009), comportamento prevalentemente espresso tramite l’accudimento verso gli adulti (“inversione di ruolo”).
Risonanza e imitazione • Due modalità qualitativamente diverse dell’ imitazione (cfr. Rizzolatti 2006) • Imitazione rispecchiante: capacità di replicare un atto osservato, atto che già appartiene al repertorio motorio esperito dal soggetto • Imitazione mimica: capacità di apprendere un atto osservato, atto che non appartiene al repertorio motorio esperito dal soggetto
Imitazione rispecchiante • Il soggetto imita riproponendo l’atto osservato come un’immagine allo specchio (braccio dx-braccio sx) • Prevale l’operazione di assimilazione al proprio comportamento del comportamento osservato • È prevalente l’attenzione all’obiettivo dell’azione osservata piuttosto che al comportamento dell’altro (favorita da interazione faccia a faccia – come in uno specchio) • L’attivazione dei neuroni specchio è elevata in questo tipo di imitazione • Prevale nella prima infanzia
Imitazione mimica • Il soggetto imita riproponendo l’atto osservato nella stessa prospettiva spaziale del soggetto osservato (braccio dx-braccio dx) • Prevale l’operazione di accomodamento al comportamento dell’altro del proprio comportamento • E’ prevalente l’attenzione al comportamento dell’altro piuttosto che all’obiettivo (favorita dall’essere spazialmente accanto all’altro) • L’attivazione dei neuroni specchio è bassa (elevata nella pre-SMA che ri-combina atti motori in nuove sequenze) • Prevale nella seconda infanzia
La costruzione dell’emozione semplice • Intorno ai 3 anni, preceduto e stimolato dal comportamento dell’adulto teso ad inibire e/o orientare l’aumentato comportamento esplorativo del bambino, inizia la maturazione del sistema agonistico (la “terribile età del ‘no’”) • L’obiettivo proprio del sistema agonistico è la definizione dell’ordine di accesso ad un bene, che successivamente, in particolare nella fase di socializzazione con i coetanei, acquisisce lo statuto di sistema teso a definire la dominanza-sottomissione nelle relazioni interpersonali.
La costruzione dell’emozione semplice • All’interno della medesima processualità esaminata per l’attaccamento, si costruiscono le emozioni semplici associate all’agonismo: la rabbia (espressione dei tentativi di rimozione dell’ostacolo al raggiungimento dell’oggetto e/o alla definizione della dominanza); la gioia (raggiungimento oggetto e/o definizione dominanza); la tristezza (mancato raggiungimento oggetto e/o definizione della sottomissione)
Stili agonistici: risonanza e attaccamento • Come per la determinazione dello stile di attaccamento, anche per la determinazione dello stile agonistico del bambino un ruolo centrale è svolto dai meccanismi di risonanza, che sostengono l’imitazione, sviluppati nel rapporto con i genitori, nonché dall’osservazione delle dinamiche agonistiche intrafamiliari • Altra variabile significativa è la gestione della vulnerabilità connessa alla sconfitta, le cui radici attengono al sistema dell’attaccamento (nei bambini ‘sicuri’ prevale l’attenzione all’oggetto della contesa; nei bambini ‘insicuri’ prevale l’attenzione alla definizione della dominanza/sottomissione nella contesa)
Tipologie descrittive dell’agonismo dominante sensibile al contesto gregario persecutore/vittima
Agonismo e comportamento “egoistico” • Intorno ai tre anni si assiste alla drastica riduzione del comportamento “altruistico” del bambino (Tomasello 2009) che sarà limitato alle persone e/o situazioni in cui il bambino ha sperimentato l’altruismo rivolto verso sé stesso • Tale modificazione del comportamento altruistico è conseguenza della maturazione del sistema agonistico