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Antropologia,etnologia,etnografia • L'antropologia è, letteralmente, lo studio dell'uomo. E della donna naturalmente. Ma di fronte a questo compito ci sentiamo molto imbarazzati. Innanzitutto perchè a differenza di altri studi dove l'oggetto è diverso dal soggetto che studia (ad esempio l'entomologo è differente dall'insetto) nel caso dell'antropologia soggetto e oggetto coincidono. Questo era stato considerato per il passato un vantaggio. La storia, ad esempio è uno studio perfettamente antropologico in cui soggetto e oggetto coincidono, Nel senso che comprendiamo (o almeno dovremmo comprendere) gli eventi storici narrati). Le discipline che praticano questa sintesi come è noto si chiamano, ancora oggi, scienze umane. Nessun problema dunque? Be, in realtà problemi ci sono anche nella storia; ad esempio per quanto ci sforziamo di immaginare è difficile per un cittadino occidentale immaginare come erano i rapporti tra padrone e schiavo nell'antica Roma.
Antropologia filosofica • L'antropologia filosofica, con qualche rarissima eccezione, considerava il rapporto tra soggetto e oggetto trasparente. Tutto questo cessò improvvisamente quando il mondo occidentale si trovò davanti, per la prima volta l'uomo selvaggio. Siamo nel 1492 data della scoperta dell'America. Ora beninteso, l'occidente aveva avuto rapporti con umanità diverse da esso. Si pensi soltanto all'incontro-scontro con la civiltà islamica, Si pensi ancora alle invasioni barbariche. Ma in tutti quei casi manca per cosi' dire la dimensione della ... differenza. L?islamico è come l'occidentale, solo che segue un'altra religione, tra l'altro molto vicina al cristianesimo. Il caso dei barbari è del tutto diverso: i barbari sono di fatto romani.I franchi sono fondatori del sacro romano impero.
L'uomo... selvatico • Dopo la scoperta dell'America l'occidente trova un uomo del tutto altro da sè. E soprattutto un uomo che non vuole insidiare il suo primato, non vuole distruggerlo, che in qualche maniera, riconosce la superiorità dell'uomo bianco. Questa situazione scatena purtroppo, da parte dell'occidente, genocidi e stermini. Ma genera anche il mito del buon selvaggio cantato da Rousseau. Per la prima volta si insinua il sospetto che l'altro popolo, pur essendo altro anzi proprio per questo è depositario di un valore, proprio perchè è altro. L'antropologia filosofica diventa antropologia culturale. • Ma ben presto si comincia a capire che l'dentità tra soggetto e oggetto non è affatto scontata. Si tirano le file dell'Etnologia. Cioè lo studio di popoli con caratteristiche scientifiche che assimilano il popolo da studiare appunto ad un oggetto di studio.
Osservazione partecipante • Uno dei primi antropologi Brodislaw Malinowski ritiene che lo studio si debba fare sul... campo. Altro che identità tra soggetto e oggetto. Totale alterità perfino nella lingua.Quindi per studiare un popolo selvaggio occorre conoscere a puntino le abitudini, occorre in qualche maniera essere uguale al selvaggio. L'osservazione partecipante con cui la sociologia inaugura uno strumento scientifico derivano quasi totalmente da Malinowski anche se l'equivoco dell'identità è ben lungi dall'essere risoltto. Si riconosce dunque la differenza, ma con la vicinanza si cerca di eliminarla. Ancora dunque l'identità non la differenza. • L'equivoco di identità e differenza copre ormai tutte le oscillazioni dello studio antropologico.
L'apporto di Lèvi-Strauss • L'antropologo che meglio di tutti ha saputo superare questa contraddizione è stato senza dubbio Lévi-Strauss. Se ci si pone nella scala • delle differenze è inutile esorcizzarle introducendo l'uguaglianza e l'identità. Di dovrà invece partire da una supposta identità per definire invece le differenze. • La differenza nasce soltanto dall'identità non dalla differenza.Non sono le somiglianze,ma le differenze, che si assomigliano Totemismo oggi p.88. Il metodo di Lèvi-Strauss concilia ancora la forma e il contenuto. In altri termini concilia un'opposizione che fa parte di tutta la cultura occidentale.
Il totemismo oggi • La prova di questi fatti vengono indagati nel famoso libro di Lèvi-Strauss il Totemismo oggi. Per lunghe pagine si mettono in evidenza le spiegazioni più generali del totemismo cioè quella pratica che i primi antropologi constavano come una pratica specificatamente selvaggia di associare il clan di appartenenza ad un animale. L'origine: totem significa “egli è della mia parentela” nella lingua Ojibwa, algonkini a nord dei grandi laghi americani ed è scritta ototeman p.20 . Essa si scompone in o terza persona, t suffisso fonetico, ote, appartenenza ad un animale, m possessivo an suffisso della terza persona, Ad esempio makwa nindotem vuol dire l'orso (makwa) è il mio clan. Da questa origine linguistica come è tipico della cultura occidentale si è attribuito un segno di riconoscimento al Clan come diceva anche originariamente Durkeim.
Emblemi? • Questo è un sistema di parentela. E' chiaro che esso ha bisogno diun emblema I Neri e I Bianchi. Ma questa chiarezza si scontra con una differenza. Non sempre il clan o il sottoclan si identifica con lo stesso emblema.
Malinowsky • Prende piede allora la tesi di Malinowsky che i i totem sono tali per un motivo utilitaristico non classificatorio. Sono del clan dell'aquila perchè caccio l'aquila. Oppure sono del clan del bisonte perchè caccio il bisonte. Ma anche questa spiegazione del totemismo è insufficiente. Non solo perchè spesso le specie non sono affatto buone da mangiare, ma perchè il loro carattere simbolico è spesso affermato dagli stessi indigeni.
La soluzione di Lèvi-Strauss • Il Totemismo non è una caratteristica “selvaggia”Il problema per cui certi gruppi sociali si trovono ad essere rappresentati da emblemi simboli non è solo un problema “totemico” “un identico ruolo può essere attribuito, secondo il tipo di comunità considerata, ad una bandiewra,a un blasone, a un santo, o a una specie animale”p.98.
Differenze • La soluzione di Lèvi-Strauss non è però la soluzione di Durkheim. I totem non sono buoni da mangiare, ma sono buoni da pensare. Tuttavia non esiste una specie di scollamento del dato sensibile dal dato intellettuale. Occorrre che il simbolo sia chiarito dalla sua base reale come recita il buon esempio a p.90-91. • Il nostro lavoro segue queste direttive.