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Michele A. Cortelazzo Sintassi. programma Le categorie di tempo, aspetto, azione verbale L’uso dei tempi nella frase semplice: indicativo. categorie del verbo
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Michele A. Cortelazzo Sintassi
programma Le categorie di tempo, aspetto, azione verbale L’uso dei tempi nella frase semplice: indicativo
categorie del verbo tempo: situa un certo evento sull'asse temporale. L'evento può essere anteriore, simultaneo o posteriore al momento dell’enunciazione o a un momento di riferimento. aspetto: modalità con la quale lo svolgimento di un evento viene presentato azione: definisce le caratteristiche aspettuali lessicali di un verbo, in base alla struttura temporale degli eventi che descrivono.
categorie del verbo Queste tre categorie (tempo, aspetto, azione)contribuiscono insieme a determinare il significato delle diverse forme e costruzioni note come tempi verbali. Tempo e aspetto sono categorie che si manifestano attraverso le forme del verbo e le perifrasi verbali. L’azione, invece, è collegata al significato lessicale del verbo.
tempo (1) a. Piero ha cantato alla Scala b. Piero canta alla Scala c. Piero canterà alla Scala (2) a. Alle cinque Piero avrà finito i compiti b. Alle cinque era già partito
tempo • collocazione nel tempo rispetto al momento • dell’enunciazione: • uso deittico del verbo • collocazione nel tempo rispetto a un momento • di riferimento: • uso anaforico del verbo
aspetto (1) a. Quella mattina, Piero andava in piscina, quando incontrò Giacomo b. Quella mattina, Piero andò in piscina (2) a. Piero si alzava tutti i giorni alle quattro e mezza b. Gli Ungheresi combattevano a cavallo (3) a. Mentre sua moglie partoriva, Gigi fumava nervosamente b. Maria era intelligente
aspetto • (1) Quella mattina, Piero stava andando in piscina, • quando incontrò Giacomo • (2) Piero era solito alzarsi tutti i giorni alle quattro e mezza • (3) Mentre sua moglie partoriva, Gigi non faceva altro che • fumare nervosamente.
aspetto (1) Piero venne a trovarmi tredici volte in quel periodo (2) Piero è arrivato da due ore
azione verbi durativivsnon-durativi. I verbi durativi sono caratterizzati dal fatto che la loro azione si prolunga nel tempo, i verbi non-durativi indicano invece eventi privi di durata temporale, nel senso che il punto di inizio e il punto finale dell’evento sono sostanzialmente coincidenti.
azione a) verbi durativi a1) verbi stativi, come essere, somigliare, ecc.: indicano qualità permanenti o stati di fatto non modificabili: a. Maria è intelligente b. Maria somiglia a sua madre a2) verbi continuativi, come dormire, lavorare, scrivere, ecc.: indicano eventi che hanno un'estensione temporale, e non hanno una meta intrinseca da raggiungere: a. Maria dorme b. Gianni lavora a3) verbi risultativi, come imparare, cadere: indicano eventi che hanno un'estensione temporale e che possono considerarsi conclusi solo dopo il raggiungimento di una certa meta: a. Piero ha imparato il francese (quindi Piero ora sa il francese) b. Piero è caduto per terra (quindi Piero ora è per terra)
azione b) verbi non-durativi b1) verbi trasformativi, come partire, morire, svegliarsi, ecc.: indicano eventi senza un'estensione temporale e che implicano un cambiamento di stato: a. Piero è partito (quindi Piero non è più qui) b. Piero si è svegliato (quindi non dorme più) b2) verbi puntuali, come incontrare, spaventarsi: indicano eventi senza un'estensione temporale e non implicanti un cambiamento di stato: a. Piero ha incontrato Maria b. Piero si è spaventato
azione schema riassuntivo stativa azione durativa continuativa risultativa azione telica azione non-durativa trasformativa puntuale
uso dei tempi presente indicativo (1) a. Maria è malata b. Piero studia per l'esame Con i verbi durativi, il presente indica simultaneità rispetto al momento dell'enunciazione: il presente esprime un evento che dura per un lasso di tempo più o meno lungo che include il momento dell'enunciazione.
uso dei tempi presente indicativo (2) Rivera dribbla Suarez sulla destra e passa ad Amarildo. (3) Ti prometto di venire Con i verbi non-durativi il significato di simultaneità è possibile solo in casi molto particolari, per es. nelle cronache in diretta (2) e con i verbi performativi (3)
uso dei tempi presente indicativo (4) Viaggio sempre in prima classe (5) Due più due fa quattro (6) Il Po attraversa molte regioni Il presente è adatto per esprimere un'abitudine (4), stati di cose che si considerano indipendenti dal tempo, come le verità generali (5) (presente intemporale), o stati di cose permanenti (6) (presente onnitemporale). È un uso non deittico del presente, perché il momento dell'enunciazione è irrilevante ai fini dell'interpretazione.
uso dei tempi presente indicativo (7) Fauré nasce nel 1845 a Pamiers e compie i suoi studi musicali a Parigi Presente narrativo: il momento dell'enunciazione viene fittiziamente spostato ed eventi passati vengono riferiti come simultanei. È un uso non deittico.
uso dei tempi presente indicativo (8) Arrivo proprio ora Particolare uso temporale (deittico) del presente: si riferisce a un passato recente. Possibile con alcuni verbi trasformativi. (9) Vengo stasera Particolare uso temporale (deittico) del presente: si riferisce al futuro. Ci sono restrizioni: non è possibile con la costruzione passiva né con i verbi stativi: (10) Domani questi alberi saranno tagliati / *sono tagliati (11) Domani sarò felice / *sono felice
uso dei tempi imperfetto indicativo (1) Mentre leggevo, Paolo mi sottrasse il portafogli (2) Piero veniva tutte le domeniche (3) Piero era ubriaco / testardo (4) Il pubblico si commosse: anche gli ufficiali piangevano L’imperfetto presenta un evento anteriore al momento dell'enunciazione sotto l'aspetto imperfettivo. Presenta l'evento dal punto di vista del passato e come un evento in corso in un dato momento di riferimento nel passato. Serve quindi per fare da sfondo a eventi presentati perfettivamente (1), nella descrizione di eventi abituali, stati, qualità (2 e 3) o per attualizzare eventi passati (4).
uso dei tempi imperfetto indicativo (5) Piero arrivava in quel momento (6) Ho aspettato per vedere se venivi (7) Il sospettato alzava l’arma e tentava di fare fuoco contro gli inseguitori. Sono usi perfettivi paralleli a quelli del presente: può indicare un evento appena concluso nel passato (5) o un evento posteriore al momento di riferimento (6), come alternativa al condizionale composto; può presentarsi come imperfetto narrativo, tipico di certi stili della lingua scritta (specialmente dei giornali o dei verbali di polizia o dei tribunali), come alternativa al perfetto semplice.
uso dei tempi imperfetto indicativo (8) Volevo venire, ma non ho potuto (9) Se potevo, venivo (10) Volevo un chilo di limoni. Sono usi modali: un’alternativa al condizionale composto, e anche al congiuntivo piuccheperfetto, nelle proposizioni ipotetiche; o può essere usato nelle forme di cortesia.
uso dei tempi perfetto semplice (passato remoto) (1) a. Piero cadde per terra b. Piero camminò a lungo c. Mi fece visita tre volte quella settimana. Il perfetto semplice indica un evento anteriore al momento dell'enunciazione sotto l'aspetto perfettivo aoristico, senza alcun legame con il momento dell'enunciazione: Nell'italiano parlato dell'Italia settentrionale al posto del perfetto semplice si usa il perfetto composto; ma il perfetto semplice continua a essere usato nella lingua scritta, in particolare come tempo della narrazione, nelle fiabe, nei romanzi, nella narrazione storica.
uso dei tempi perfetto composto (passato prossimo) (1) Maria è arrivata da tre giorni (2) Ho comprato questa macchina vent'anni fa (3) L’autore è nato nel 1928 Il perfetto composto indica un evento concluso anteriormente al momento dell'enunciazione, ma i cui effetti persistano ancora, o siano in qualche modo rilevanti per il parlante, al momento dell’enunciazione (aspetto compiuto).
uso dei tempi perfetto composto (passato prossimo) (4) a. Sei mai stato a Praga? b. Piero è già salito sulla Torre Eiffel Uso esperienziale: serve a comunicare che un certo evento si è già verificato almeno una volta nel passato.
uso dei tempi perfetto composto (passato prossimo) (5) Alle due ho finito e possiamo uscire (6) Quando si è studiato, si merita un posto di riguardo (7) Ogni volta che lo incontro, mi parla sempre della ragazza che ha appena conosciuto Il perfetto composto può anche essere usato, non deitticamente, per esprimere l'anteriorità rispetto a un momento di riferimento nel futuro (5), rispetto a un presente intemporale (6) o rispetto a un presente abituale (7).
uso dei tempi piuccheperfetto (1) a. Alle cinque Piero era già arrivato b. Quando avete aperto, avevo già bussato più volte Il piuccheperfetto indica un evento anteriore a un momento di riferimento nel passato.
uso dei tempi trapassato (1) Quando Piero se ne fu andato, tutti tirarono un respiro di sollievo Il trapassato appartiene ai registri più curati della lingua scritta. Esprime anteriorità e aspetto compiuto rispetto a un perfetto semplice e può comparire solo in proposizionitemporali
uso dei tempi trapassato (2) a. Quando ebbe finito di cantare, si congedò dal pubblico b. Quando aveva finito di cantare da una decina di minuti, si accorse di non essersi inchinato Può essere usato solo quando gli eventi descritti nella proposizione temporale e nella frase matrice si susseguono immediatamente (2a); se no, si usa il piuccheperfetto (2b).
uso dei tempi trapassato Il trapassato è agrammaticale per es. con il passivo: (3) *Quando la tavola fu stata sparecchiata, le ordinarono di lavare i piatti (cfr. Quando la tavola fu sparecchiata,...) Nella lingua parlata è sostituito dal perfetto semplice (in Italia settentrionale dal perfetto composto): (4) Quando Piero se ne andò, tutti tirarono un sospiro di sollievo
uso dei tempi futuro semplice (1) Domani verrò da te Il futuro semplice indica un evento posteriore al momento dell'enunciazione. L'aspetto può essere perfettivo, come in (1), o imperfettivo, come in (2): (2) Quando arriverai, tutti dormiranno.
uso dei tempi futuro semplice (3) In seguito, nel 1492, Cristoforo Colombo scoprirà l'America In descrizioni storiche il futuro semplice può anche essere usato per esprimere la posteriorità rispetto a un momento di riferimento nel passato nel caso di eventi che si sono poi effettivamente realizzati (uso non deittico).
uso dei tempi futuro semplice Il futuro semplice può assumere diversi significati modali: può essere usato con funzione di imperativo (4) o per attenuare un'affermazione (5): (4) Domani andrai a chiedergli scusa (= 'va') (5) Ti dirò che non mi pare che tu abbia agito correttamente.
uso dei tempi futuro semplice (6) (Ora) saranno le tre Il futuro semplice può inoltre essere usato per esprimere una deduzione del parlante circa la situazione al momento dell'enunciazione (valore epistemico): È probabile oppure È possibile che ora siano le tre. Con i verbi stativi, questo uso è in genere possibile senza ulteriori indicazioni, mentre con gli altri verbi la simultaneità con il momento dell'enunciazione deve essere segnalata esplicitamente: (7) a. Dove passeggerà Piero in questo momento? b. Dove starà passeggiando Piero?
uso dei tempi futuro composto (1) Fra un mese l'avrai dimenticato Il futuro composto indica l'anteriorità rispetto a un momento di riferimento nel futuro. Il futuro composto può anche avere valore epistemico circa un evento anteriore al momento dell'enunciazione: (2) Emilio avrà già mangiato a quest'ora (= 'È possibile/probabile che Emilio abbia già mangiato a quest'ora')
uso dei modi congiuntivo nelle frasi semplici 1. Con le forme di cortesia: Se ne vada!2. In espressioni di desiderio, speranza, comando: possiate avere tutto il successo che meritate; Dio vi benedica; che non si ripeta!3. In esclamazioni: vedessi che lusso!4. In espressioni di dubbio: che sia finito?5. In espressioni con valore concessivo: vada per la pizza; va bene, che venga anche lui