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DISTURBI BIPOLARI

DEFINIZIONE. I Disturbi Bipolari sono disturbi dell'umore neiquali gli episodi depressivi si alternano conepisodi maniacali (D. Bipolare I) oipomaniacali (D. Bipolare II)Nel Disturbo Bipolare II gli episodi dieccitamento sono dunque pi contenuti; puesservi una associazione con disturbi d'ans

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DISTURBI BIPOLARI

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    1. DISTURBI BIPOLARI Disturbo Bipolare I Secondo il DSM-IV-TR, la caratteristica essenziale del Disturbo Bipolare I è un decorso clinico caratterizzato dalla presenza di uno o più Episodi Maniacali o Misti (risultano soddisfatti i criteri sia per l’Episodio Maniacale che per l’Episodio Depressivo Maggiore (eccetto per la durata), quasi ogni giorno, per almeno 1 settimana).      Spesso gli individui hanno presentato anche uno o più Episodi Depressivi Maggiori. Disturbo Bipolare II Secondo il DSM-IV-TR, le caratteristiche essenziali del Disturbo Bipolare II sono: un decorso clinico caratterizzato dalla presenza di uno o più Episodi Depressivi Maggiori e da uno o più episodi Ipomaniacali variamente alternati.

    2. DEFINIZIONE I Disturbi Bipolari sono disturbi dell’umore nei quali gli episodi depressivi si alternano con episodi maniacali (D. Bipolare I) o ipomaniacali (D. Bipolare II) Nel Disturbo Bipolare II gli episodi di eccitamento sono dunque più contenuti; può esservi una associazione con disturbi d’ansia, disturbi di personalità e da uso di sostanze.

    3. EPIDEMIOLOGIA Il Disturbo Bipolare I è meno comune del disturbo depressivo maggiore, con una prevalenza nel corso della vita dell’ 1%; La prevalenza è pressochè uguale per uomini e donne: M=F; L’esordio del Disturbo Bipolare I è più precoce rispetto a quello del disturbo depressivo maggiore (dall’infanzia fino ai 50 anni e oltre), con un’età media di 30 anni.

    4. EPISODI MANIACALI 1.L’aspetto centrale si caratterizza per un innalzamento abnorme del tono dell’umore che determina una condizione di estrema euforia, di gaiezza incongrua e immotivata; può accompagnarsi a sintomi disforici di irritabilità. Soggettivamente si configura come una condizione di elevato benessere psico-fisico, oppure una situazione di tipo irritativo-disforico, con tratti di aggressività o paranoia.

    5. 2.L’attenzione mostra deficit consistenti configurando un’estrema distraibilità, a causa della quale il paziente è portato a prestare attenzione a qualsiasi stimolo; ne consegue una scadente elaborazione cognitiva. 3.Il decorso ideativo risulta accelerato (tachipsichismo) con una frequente alterazione della trama associativa. 4.Il linguaggio si configura in una logorrea digressionale: flusso di parole con struttura scarsamente logica e poco finalizzata.

    6. 5.I contenuti del pensiero sono improntati ad una generica grandiosità, oppure si configurano come spunti deliranti o veri e propri deliri megalomanici. Possibili varianti della tematica di onnipotenza sono: delirio genealogico,inventorio,mistico-religioso,erotomanico,d’identità,persecutorio…

    7. 6.E’ presente un incremento dell’iniziativa psicomotoria che può produrre un affaccendamento continuo e una iperattività disordinata e incongrua: il paziente dorme poco, si nutre irregolarmente, trascura l’igiene personale o, viceversa, si veste e si trucca in modo insolito e vistoso. 7.Il comportamento si caratterizza per una forte disinibizione, e per una riduzione delle capacità critiche. Questo può determinare condotte inopportune e inusuali, con gravi ripercussioni sulla vita di relazione interpersonale.

    8. 8.Spesso il paziente compie spese elevate al di là delle sue reali possibilità finanziarie, per l’acquisto di generi di nessuna utilità personale e familiare; puo’ anche indebitarsi ed andare incontro a grandi problemi di natura economica e giuridica. 9.Le modalità di rapporto sono caratterizzate da un ridotto spazio relazionale e da una interazione incongruamente confidenziale e amichevole, che può sconfinare nell’invadenza o nell’aggressività.

    9. EPISODIO IPOMANIACALE In questo caso il quadro descritto per la mania, si realizza con modalità meno intense, più attenuate, e compatibili con un minore discontrollo affettivo-comportamentale. Non si riscontra ideazione dominante e raramente è necessaria l’ospedalizzazione.

    10. CRITERI DSM-IV PER L’EPISODIO MANIACALE A.Periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo ed irritabile, della durata di una settimana (4 giorni se ipomaniacale). B.Durante il periodo di alterazione dell’umore sono presenti tre o più dei seguenti sintomi: 1. Autostima ipertrofica o sensazioni di grandiosità; 2. Diminuito bisogno di sonno; 3. Maggiore loquacità rispetto al solito; 4. Fuga delle idee; 5. Distraibilità forte; 6. Aumento dell’attività finalizzata o agitazione psicomotoria; 7. Eccessivo coinvolgimento in attività ludiche potenzialmente dannose (spendere, promiscuità, investimenti avventati).

    11. C.I sintomi non soddisfano i criteri per l’episodio misto. D.L’alterazione dell’umore è sufficientemente grave da causare marcata compromissione del funzionamento lavorativo, sociale, o delle relazioni interpersonali, o da richiedere l’ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche. E.I sintomi non sono dovuti ad una sostanza, o ad una condizione medica generale.

    12. DECORSO E PROGNOSI Il Disturbo Bipolare di tipo I è quello che presenta il decorso e la prognosi più impegnativi. Mentre la prognosi è buona riguardo la risoluzione dei singoli episodi depressivi o maniacali, vi è invece qui una elevata probabilità di ricadute che possono diventare sempre più frequenti. -Disturbo Bipolare I: in molti casi vi è un progressivo danneggiamento dell’adattamento sociale e lavorativo e può essere fortemente invalidante. -Disturbo Bipolare II: la prognosi è più favorevole, con una minore frequenza di episodi di ricadute e una sintomatologia più attenuata.

    13. RAPIDA CICLIZZAZIONE Criteri DSM-IV I sintomi ipomaniacali si alternano a sintomi depressivi attenuati che non rientrano nella depressione maggiore.I sintomi si devono presentare per almeno due anni e tra due fasi l’intervallo, privo di sintomi, non deve essere superiore ai due mesi; Sono più frequentemente colpite le donne. Nessun dato indica che si tratti di un fattore ereditario o familiare.

    14. TERAPIA La terapia dell’Episodio Maniacale richiede di solito l’ospedalizzazione del paziente e si fonda sull’impiego di farmaci neurolettici sedativi in associazione con farmaci stabilizzanti dell’umore come il litio e la carbamazepina.

    15. Il litio è ancora il trattamento di prima scelta del Disturbo Bipolare I (usato anche nel disturbo schizo-affettivo e nei disturbi di personalità). Ha la capacità di ridurre il numero, l’intensità e la durata delle fasi maniacali (e di quelle depressive). Gli effetti collaterali che ne possono limitare l’uso comprendono effetti renali (sete, poliuria), del sistema nervoso (tremore, perdita di memoria), metabolici (aumento di peso), gastrointestinali (diarrea), dermatologici (acne, psoriasi), tiroidei (gozzo). La terapia con litio richiede un monitoraggio attento della funzionalità renale e tiroidea. Il litio è un farmaco con basso indice terapeutico, cioè i livelli sierici terapeutici (0,5 – 1 mEq/l) sono vicini a quelli tossici.

    16. La Carbamazepina possiede azione antimaniacale ed in misura minore antidepressiva [dosaggio 400-800 mg/die]. Effetti collaterali: vertigini, nausea, vomito, diplopia, rush cutanei, discrasie ematiche (rare). Il Valproato di sodio è risultato efficace nella profilassi del Disturbo Bipolare, in prevalenza sugli episodi maniacali [dosaggio 800/1800 mg/die]. Effetti collaterali: dolori addominali, tremore, aumento di peso, alopecia.

    17. Stati depressivi nell’infanzia e nell’adolescenza

    18. Stati Depressivi nell’Infanzia e adolescenza Gli studi empirici sulla depressione nell’infanzia hanno un origine relativamente recente. Negli anni si è dibattuto sull’esistenza della depressione nei bambini, in quanto disturbo vero e proprio. Inizialmente, si pensava che la depressione nei bambini/adolescenti non esistesse; oppure che si manifestasse con sintomi non depressivi come ad esempio i disturbi somatici, le difficoltà comportamentali o i fallimenti scolastici.

    19. Stati Depressivi nell’Infanzia e adolescenza I risultati di recenti studi indicano che la depressione nell’infanzia e nell’adolescenza sia in realtà molto frequente con una prevalenza life-time durante l’infanzia/adolescenza del 25% (Kessler, 2001).

    20. La diagnosi categoriale:DSM-IV-TR Il problema principale di tali tipi di criteri diagnostici, è che: sono disancorati da una chiara definizione eziologica; prescindono dalla considerazione del soggetto; non considerano le regressioni e le trasformazioni del comportamento dovuti alla crescita, o l’evoluzione del disturbo, ma riprendono le categorie proprie dell’adulto con qualche variante. Può essere perciò considerato un modo temporaneo per fissare ciò che in realtà è in continua evoluzione. (Fabrizi, 2001).

    21. I bambini, secondo il DSM IV-TR, manifestano la depressione in modo analogo a quello degli adulti con alcune differenze evolutive (per esempio il calo delle prestazioni scolastiche) e con caratteristiche peculiari a ciascuna età. La depressione infantile infatti trascende il singolo sintomo della tristezza, coinvolgendo una moltitudine di sintomi concomitanti (Sindrome) suddivisi nelle seguenti categorie: Emotive Cognitive Motivazionali Fisiche Neurovegetative, (Kovacs e Beck, 1977). Natura e diagnosi dei disturbi depressivi nell’infanzia

    22. SHASHI K. BHATIA, M.D., and SUBHASH C. BHATIA, M.D (2007). Childhood and Adolescent Depression. American Family Physician, January 1, Volume 75, Number 1

    23. Disturbi dell’umore nell’infanzia Frequentemente i disturbi dell’umore nell’infanzia e nella fanciullezza si presentano con sintomi non specifici quali: lamentele somatiche, problemi comportamentali, condotte delinquenziali, enuresi, problemi di inserimento a scuola o di apprendimento, irritabilità e aggressività.

    24. Disturbi dell’umore nell’infanzia Il DSM-IV enuncia i criteri diagnostici per questo gruppo di disturbi con pochi, e relativamente poco importanti adattamenti per la diagnosi nei bambini. I sintomi centrali di un EDM sono gli stessi per bambini adolescenti e adulti nonostante le indicazioni che alcuni di essi possano variare con l’età.

    25. Disturbi dell’umore nell’infanzia Patogenesi Base genetica Trasmissione di geni favorenti Creazione di un ambiente familiare non supportivo La gravità della depressione nei genitori e la qualità dei rapporti familiari possono influenzare l’adattamento psicosociale dei figli Appartenenza ad una classe sociale svantaggiata

    26. Disturbi dell’umore nell’infanzia Eventi stressanti (Stressful life events) Fattori predisponenti, in quanto creano un ‘ambiente cognitivo’ negativo (bassa stima di sé, prefigurazioni pessimistiche); Fattori precipitanti, per reazione da stress; Fattori di mantenimento (profezia che si autoavvera).

    27. Eventi stressanti e depressione 60-70 % dei nuovi casi di depressione sono associati ad un evento stressante nei 12 mesi precedenti. 20 % di coloro che hanno subito un evento stressante nei 12 mesi precedenti non manifesta alcun sintomo psicologico

    28. Eventi stressanti Interazione tra: Gravità dell’evento; Valutazione cognitiva; Supporto sociale;

    29. Supporto emotivo Il supporto emotivo è una funzione esercitata da un “confidente” che sia percepito come particolarmente vicino o comprensivo delle esigenze dell’individuo, spesso i genitori. Si esprime attraverso incoraggiamento ed ascolto partecipe, e permetterebbe il mantenimento di una adeguata autostima

    30. Autostima L'autostima è un tipo particolare di consapevolezza del proprio sé, definibile come la capacità di formulare giudizi su di sé e sul proprio valore come persona, degna di rispetto e di attenzioni o, al contrario, indegna di considerazione. Una “bassa autostima” comporta un giudizio negativo di sé, e si accompagna in genere ad una certa dissonanza tra le proprie aspirazioni ed il convincimento che esse siano sostenute da adeguate competenze e valori. Un’autostima salda è ritenuta protettiva di fronte ad un evento stressante, che mette alla prova, di solito, il concetto che l’individuo ha di sé.

    31. Stile cognitivo Secondo Aaron Beck il depresso ha una visione cognitiva distorta e negativa del proprio sé, del mondo e del futuro. Tale distorsione cognitiva è osservabile anche nei bambini e negli adolescenti depressi. Anche dopo la remissione i bambini e gli adolescenti continuano a presentare un’autovalutazione più severa di quella di chi non ha avuto episodi di depressione. La bassa autostima è predittiva di un nuovo episodio di depressione

    32. Sintomi depressivi più comuni nell’infanzia Espressione triste del volto; Lamentale somatiche; Allucinazioni uditive congrue all’umore; Agitazione psicomotoria Litigiosità Goffaggine Ritiro sociale

    33. Sintomi depressivi più comuni nell’adolescenza Anedonia; Ritardo psicomotorio grave; Deliri; Senso di mancanza di speranza Tentativi di suicidio improvvisi

    34. Disturbi dell’umore nell’infanzia Decorso solitamente cronico o ricorrente Complicanze possibili: Peggioramento del rendimento scolastico Abuso di sostanze Coinvolgimento in attività devianti Complicanza più grave: suicidio per gli adolescenti è la terza causa assoluta di morte Anche i bambini possono commettere suicidio Spesso usano metodi che simulano l’incidente: Gettarsi contro un’automobile Buttarsi dalla finestra Ingerire farmaci o sostanze tossiche

    35. Disturbi dell’umore nell’infanzia È noto che nella fanciullezza molti altri disturbi, come il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, il Disturbo della Condotta e i Disturbi dell’Apprendimento producono frequentemente almeno un certo scoraggiamento. Inoltre quando la qualità dell’alterazione dell’umore è lieve e sembra provenire da stress psicosociale acuto, si dovrebbe prendere in considerazione una diagnosi di Disturbo dell’adattamento.

    36. Disturbi dell’umore nell’infanzia Tra i disturbi dell’Umore, i Disturbi depressivi sono quelli più frequentemente identificati nel gruppo dell’età pediatrica. Gli episodi depressivi maggiori sono meno comuni nei bambini che negli adulti, specie nelle popolazioni prepuberi. Il disturbo depressivo maggiore generalmente è sottodiagnosticato nei bambini.

    37. Disturbi dell’umore nell’infanzia Quindi … I criteri permettono la sostituzione dell’umore depresso con l’irritabilità. Cioè le lamentele somatiche, l’irritabilità e il ritiro sociale sono molto più comuni nei bambini come sintomi di depressione, mentre il ritardo psicomotorio, l’ipersonnia sono tipici di adolescenti e adulti e non dei bambini.

    38. Disturbi dell’umore nell’infanzia Tali distinzioni permetteranno infatti di valutare la depressione nei bambini soprattutto perché la diminuzione dell’interesse nelle attività o della capacità di concentrarsi sono valutate sui resoconti soggettivi o basati sulle osservazioni altrui. Per i bambini come per gli adulti i sintomi vengono considerati anche se osservati da altri, senza che il soggetto li riferisca. Nei casi pediatrici sono infatti comuni le discrepanze tra quanto riferito dal bambino e quanto dai genitori. Chi ascoltare?!

    39. La depressione adolescenziale Nelle sue manifestazioni “fisiologiche”, è fondamentale nella maturazione della personalità e nell’acquisizione di un senso di sé e del mondo, nelle sue manifestazioni “patologiche” può interferire con le potenzialità evolutive individuali fino ad arrestarle, talora in modo brusco e drammatico. Tale sintomatologia segue a eventi vissuti dall’adolescente come perdita. Il senso di autosvalutazione e disperazione appresa comporta infatti:

    40. La depressione adolescenziale La sottovalutazione dei successi ottenuti; La sopravvalutazione dei fallimenti; Fino ad attivare scompensi che si manifestano con un senso di disperazione che tende a essere generalizzata e che coinvolge tutti i settori dell’esperienza fino a comprendere l’intera esistenza passata, presente e futura.

    41. La depressione adolescenziale Il controllo inadeguato della rabbia che caratterizza tali scompensi fa oscillare il soggetto tra autoimputazione e autocommiserazione e può spingerlo verso comportamenti autodistruttivi ed a far uso di sostanze. La visione dei genitori e del mondo come ostili e persecutori, portano il soggetto a chiudersi in se stesso ed a rivolgere su di sé la volontà di distruzione, elaborando fantasie e pensieri suicidi.

    42. La depressione adolescenziale Questo può realizzarsi attraverso azioni dimostrative che esprimono al tempo stesso protesta e richiesta di aiuto oppure tramite gesti di natura autolesiva, fino al suicidio vero e proprio. Del resto l’instabilità adolescenziale può portare a vivere come drammatico e senza speranze un fallimento scolastico o affettivo, un rimprovero, una qualsiasi delusione.

    43. La depressione adolescenziale Il senso di inutilità dei propri sforzi accresce quindi il senso di impotenza e disperazione. “Ho dentro di me un dolore che mi stordisce, mi lascia senza fiato, senza più argomenti e mi uccide. È un dolore muto che non riesco ad esprimere, mi sento morire a poco a poco, secondo dopo secondo, e non lo riesco a sfogare … mi distrugge e mi tormenta. Non capisco, soffro e penso di non farcela, di dover mollare. Sto male!!! Vorrei bloccare il tempo e piangere un po’…”

    44. La depressione adolescenziale Le oscillazioni dell’umore dell’adolescente sono più intense. Coesistono anedonia e passività sia motoria sia ideativa: Scarsa iniziativa; Perdita degli interessi; Scarso rendimento scolastico. Sentimenti di inferiorità; Isolamento sociale; Sentimenti di incomprensione e sfiducia; Sentimenti di onnipotenza.

    45. La depressione adolescenziale Quest’ultimi portano a reazioni aggressive e a passaggi all’atto come fughe da casa o da scuola, comportamenti antisociali. Da ciò si può dedurre come la valutazione diagnostica in adolescenza è un problema complesso, poiché in questa fase del ciclo di vita può essere difficile differenziare le situazioni patologiche dagli aspetti evolutivi di una crisi adolescenziale.

    46. La depressione adolescenziale Una specificità della depressione in adolescenza è che essa compromette solitamente il funzionamento sociale, le prestazioni scolastiche e si struttura come un disturbo della percezione del Sé, con bassa autostima e delusione per le proprie ripetute incapacità. Ciò potrebbe essere drammatico se si considera che gli adolescenti depressi e con bassa autostima sono particolarmente inclini a considerare l’opzione del suicidio.

    47. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Familiarità: gli studi sui gemelli e sulle adozioni hanno fornito dati a sostegno della presenza di influenze sia genetiche che ambientali. Sembra che il ruolo dell’ereditabilità diminuisca con l’età. La presenza di depressione in uno o entrambi i genitori è un fattore di rischio.

    48. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità È importante sottolineare che non tutti i figli di genitori depressi sono depressi, ma sono coinvolti vari fattori tra cui: Interazioni disfunzionali genitori-figli; Conflitti coniugali; Scarsa comunicazione; Fattori genetici.

    49. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Aspetti neurobiologici: vari studi si sono focalizzati sulla disregolazione del sistema neuroendocrino, sulle alterazioni del ciclo sonno-veglia e sulla trasmissione neurotrasmettitoriale, particolarmente noradrenalina, serotonina e dopamina. Infatti studi sull’ormone della crescita, sulla prolattina e sui livelli di cortisolo in soggetti depressi e adolescenti ad alto rischio mostrano delle anomalie nella secrezione di questi ormoni

    50. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Stress: alcuni eventi negativi come lutti, maltrattamenti, povertà e problemi interpersonali sono associati alla depressione (no causa-effetto). Tra i fattori che possono contribuire allo stress ci sono: Tratti di personalità; Scarsa competenza interpersonale; Comorbilità con altri disturbi psicopatologici.

    51. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Un ruolo non indifferente è inoltre giocato dall’ambiente nel quale il soggetto si trova calato ed interagisce e nel quale si possono manifestare una vasta gamma di eventi, in grado di fungere da eventi scatenanti, (Pruneti e Baracchini Muratorio, 1996). Stress, sentimenti di lutto o perdita, frustrazioni o disturbi somatici possono, da soli o in combinazione tra loro, fungere da eventi precipitanti.

    52. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Una volta instaurato il disturbo depressivo, le conseguenze sul piano affettivo, possono a loro volta essere in grado di rafforzare i sentimenti depressivi di bassa autostima, disforia, ecc. Si potrebbe in realtà ipotizzare l’esistenza di una sorta di giro vizioso, un “loop” che si crea tra diverse componenti: elevata aspettativa difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti disforia/rabbia, disistima, depressione e così via.

    53. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Gli eventi di vita stressanti sono collegati con l’esordio in adolescenza e nella fanciullezza, ma il meccanismo coinvolto non è chiaro. Hammen, Rudolph, Weisz, Rao & Burge (1999) hanno proposto un modello di diatesi-stress, secondo cui la depressione si svilupperebbe come risultato dell’interazione tra una vulnerabilità personale ed uno stress esterno.

    54. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Non tutti quelli che fanno esperienza d’eventi di vita negativi, diventano depressi. Sebbene la maggior parte delle persone significativamente depresse riferisce di aver sperimentato almeno una importante situazione negativa prima dell’inizio della depressione, solo il 20-50% degli individui coinvolti in gravi eventi di vita negativi sviluppano una depressione clinicamente significativa (APA, 2000).

    55. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Genere: prima dell’adolescenza la frequenza dei disturbi depressivi è pressochè identica tra maschi e femmine. Durante la prima/tarda adolescenza la percentuale dei sintomi depressivi nelle femmine aumenta

    56. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Temperamento e Personalità: studi longitudinali hanno evidenziato come bambini socialmente inibiti, riservati e facilmente irritabili all’età di 3 anni, possiedono una maggiore probabilità di mostrare disturbi depressivi. I soggetti che sono considerati popolazione a rischio sono caratterizzati da: Alti livelli di instabilità emotiva; Bassi livelli di estroversione, apertura, disponibilità e coscienziosità; Alti livelli di nevroticismo; Bassi livelli di autostima.

    57. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità La dipendenza e l’autocritica sono dimensioni di personalità vulnerabili. Dipendono ovviamente dall’interazione con stressor, strategie di coping e percezione di auto – efficacia.

    58. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Fattori cognitivi: sembra che gli adolescenti depressi possiedano un repertorio più limitato di strategie di regolazione emotiva, impiegano un minor numero di strategie efficaci o falliscono nel loro uso; possiedono un senso di auto-efficacia minore, insieme alla tendenza alla rimuginazione. Durante un episodio depressivo, in una persona incline alla ruminazione, le credenze negative e la sintomatologia stessa scatenano un ciclo di pensieri negativi che alimentano i sintomi.

    59. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Yap, Allen e Sheebar (2007) propongono un modello teorico per cui i processi di regolazione emotiva sono i meccanismi tramite cui gli aspetti familiari e temperamentali interagiscono aumentando la vulnerabilità alla depressione.

    61. La depressione adolescenziale: elementi di vulnerabilità Relazioni interpersonali: la depressione in adolescenza è associata ad alti livelli di conflitti interpersonali e dal rifiuto da parte del proprio contesto interpersonale. È stato infatti dimostrato il legame tra depressione e ritiro sociale. Quando si parla di vulnerabilità interpersonale alla depressione, si fa riferimento a tre categorie: Scarse abilità sociali; Dipendenza eccessiva nelle relazioni; Eccessiva inibizione nei rapporti con gli altri.

    62. In sintesi In età evolutiva la definizione e l’inquadramento nosografico sono ancora problematici. I problemi nel riconoscimento di criteri diagnostici universalmente validi derivano: in parte dalle divergenti opinioni al riguardo; in parte dalle difficoltà insite nell’individuazione di sintomi costanti in un organismo in fase di sviluppo.

    63. In sintesi I sintomi specifici che caratterizzano la depressione possono essere diversi nel corso dello sviluppo per due motivi: I bambini più piccoli possono non aver ancora sviluppato le capacità cognitive, sociali ed emozionali o i requisiti biologici per esperire e manifestare alcuni sintomi tipici della depressione negli adulti; Le cause e le conseguenze della depressione possono cambiare nel corso di diverse fasi di sviluppo.

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