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Disturbi del comportamento e scuola Dott.ssa Irene De Sanctis. ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder ). Disattenzione Iperattività Impulsività. DISATTENZIONE. IMPULSIVITA’. IPERATTIVITA’. QUANDO IL LIVELLO DI IPERATTIVITA’, IMPULSIVITA’ E DISATTENZIONE
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Disturbi del comportamento e scuola Dott.ssa Irene De Sanctis
ADHD(Attention Deficit Hyperactivity Disorder) • Disattenzione • Iperattività • Impulsività
DISATTENZIONE IMPULSIVITA’ IPERATTIVITA’ QUANDO IL LIVELLO DI IPERATTIVITA’, IMPULSIVITA’ E DISATTENZIONE PROVOCANO DEFICIT AL NORMALE FUNZIONAMENTO SCOLASTICO E SOCIALE
Il 5% dei bambini è diagnosticato ADHD ( soprattutto maschi e con maggiori segni di iperattività rispetto alle femmine)
Che cos’è l’attenzione?-selezione-durata -spostamento dell’attenzione
DISATTENZIONE • spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività • spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco • spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente • spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni) • spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività • spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa) • spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti) • spesso è facilmente distratto da stimoli estranei • spesso è sbadato nelle attività quotidiane
Che cos’è l’iperattività?-irrequietezza-agitazione-iperattività
IPERATTIVITA’ • spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia • spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto • spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza) • spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività divertimenti in modo tranquillo • è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato" • spesso parla troppo
Che cos’è l’impulsività?-impulsività comportamentale-impulsività cognitiva-impulsività emotiva
IMPULSIVITA’ • spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate • spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno • spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es., si intromette nelle conversazioni nei giochi)
Criteri del DSM-IV • I sintomi devono essere presenti prima dei 7 anni di età • Deve essere presente una certa menomazione in almeno due contesti sociali (casa, scuola, lavoro...) • Deve essere presente una compromissione significativa del livello di funzionamento sociale e/o lavorativo • I sintomi non spiegabili da altri disturbi di tipo psicotico o emotivo
Possiamo avere soggetti:1- iperattività-impulsività2- disattenzione3- disturbo combinato
SINTOMI SECONDARI Purtroppo i soggetti con DDAI, o con altri problemi di comportamento, manifestano anche altri sintomi che vengono definiti secondari in quanto si presume derivino dall’interazione tra le caratteristiche del disturbo con l’ambiente sociale e con quello scolastico in cui si trovano inseriti tali bambini
Quadro clinico: Difficoltà relazionali - Emarginazione da parte dei coetanei - Scarse amicizie durature - Tendenza all’isolamento - Rapporti con bambini più piccoli o più instabili - Incapacità nel cogliere indici sociali non verbali
Quadro clinico: Difficoltà scolastiche • - Rendimento inferiore alle potenzialita’ • - Disturbo nella memoria sequenziale • - Stile cognitivo impulsivo • - Deficit di controllo delle risorse cognitive • -Effetto sul piano emotivo-comportamentale
Diagnosi clinica: Bassa autostima - Demoralizzazione - Scarsa fiducia in sé stessi - Solitudine - Sentimenti abbandonici - Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto sociale, insuccesso scolastico, sportivo, ecc. - Rischio di un disturbo depressivo, ansioso, comportamentale
Disturbo del comportamento - Comportamento negativista e provocatorio - Crisi di collera - Comportamento arrabbiato o rancoroso - Comportamento dispettoso o vendicativo - Frequenti litigi con gli adulti - Incapacità di rispettare le regole - Accusare gli altri per i propri errori - Sistematica violazione delle regole sociali - Aggressioni a persone o animali - Distruzione di proprietà - Frode o furto
CAUSE CHE HANNO RISVEGLIATO NEI CLINICI UN INTERESSE VERSO QUESTO DISTURBO 1- IL RICONOSCIMENTO DELL’EREDITARIETA’ DEL DISTURBO 2- L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE AREE CEREBRALI COINVOLTE NELLA GENESI DEL DDAI 3- L’ELEVATO RISCHIO DI DISTURBI PSICOLOGICI IN SOGGETTI ADULTI CON PREGRESSA DIAGNOSI DI DDAI
La causa del DDAI? • COMPONENTE APPRESA – regole domestiche – ambiente caotico – atteggiamento frettoloso e impulsivo – insegnamento del saper aspettare – esperienze negative per aver atteso – gratificazione della frettolosità • COMPONENTE INNATA – studi di genetica – genitori con DDAI – circuiti cerebrali (aree anteriori del cervello, dopamina, noradrenalina) – efficacia del Metilfenidato
RitalinIl farmaco è stato autorizzato per il trattamento del ADHD nei bambini che abbiano compiuto i 6 anni, e negli adolescenti, nei quali i semplici interventi psico-sociali o psico-comportamentali si siano dimostrati insoddisfacenti.
La molecola che lo compone è il METILFENIDATO, sostanzialmente una anfetamina. E' noto che le anfetamine sono considerate droghe a tutti gli effetti, e infatti nel 1989 il Ministero della Salute italiano tolse dal mercato il metilfenidato, inserendolo nella categoria delle droghe pesanti come l'eroina e la cocaina. Non si tratta di un caso, dato che uno degli aspetti più inquietanti dei farmaci per lo ADHD è proprio l'esistenza di un mercato nero in cui il metilfenidato viene usato come vera e propria droga ricreativa, e allo stesso tempo come droga di mantenimento, da tutti quei bambini diagnosticati ADHD che la "cura" ha trasformato in tossicodipendenti. [...]Il danneggiamento dei neuroni e della loro capacità di neurotrasmissione crea un vero e proprio ottundimento delle funzioni cerebrali, che ovviamente "calma" il bambino iperattivo; solo che contemporaneamente ne uccide la creatività, l'intelligenza e l'emotività stessa. E' per questo che, a proposito del metilfenidato si parla di "effetto Zombie" tipico del Ritalin, riconosciuto dagli stessi sostenitori del farmaco.
La corteccia cerebrale svolge funzioni complessein collegamento con le strutture sottocorticali;il lobo frontale è la parte più evoluta, il «direttore d’orchestra»;un malfunzionamento comporta gravi difficoltà nelle cosiddette «funzioni esecutive»
Alcuni ricercatori americani hanno rilevato nei maschi con ADHD, oltre a riduzioni volumetriche complessive già dimostrate in precedenti studi, significative anomalie morfologiche dei gangli basali (nucleo caudato, putamen, globo pallido) rispetto a un template di riferimento.
I neuroni comunicano tra loro grazie ai neurotrasmettitori. La dopamina serve a mantenere il collegamento tra i lobi frontali e le altre strutture del SNC.Nei soggetti con DDAI il livello di dopamina è più basso.
Danno nelle funzioni esecutivepianificazione condotta disorganizzataattenzione sostenuta difficoltà di concentrazionememoria di lavoro* difficoltà mnesticheinibizione stimoli irrilevanti distraibilitàautocontrollo comportamentale iperattività
ADHD in età prescolare - Massimo grado di iperattività - Comportamenti aggressivi - Crisi di rabbia - Litigiosità, provocatorietà - Assenza di paura, condotte pericolose, incidenti - Disturbo del sonno
ADHD in età scolare - Comparsa di sintomi cognitivi (disattenzione, impulsività) - Difficoltà scolastiche - Possibile riduzione della iperattività - Evitamento di compiti prolungati - Comportamento oppositorio-provocatorio
ADHD in adolescenza Possibili evoluzioni - 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche talvolta inferiori ai controlli. - 45%: permanenza della sindrome, frequente attenuazione della componente iperattiva, crescente compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale - 20%: permanenza della sindrome, disturbi comportamentali di adattamento sociale
ADHD in adolescenza - Disturbo dell’attenzione: difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana (programmazione) - Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione soggettiva di instabilità) - Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale - Condotte pericolose - Disturbi depressivo-ansiosi
ADHD in età adulta - Difficoltà di organizzazione nel lavoro (strategie per il disturbo attentivo) - Intolleranza di vita sedentaria - Condotte rischiose - Rischio di marginalità sociale Bassa autostima, tendenza all’isolamento sociale, vulnerabilità psicopatologica
Attribuzioni errate sui bambini con DDAI • Decidono deliberatamente di non voler lavorare • Fanno solo ciò che piace loro, quindi non meritano il mio aiuto perché quando si impegnano riescono come gli altri • Sono così perché i loro genitori non li seguono a sufficienza • Meritano di essere puniti per insegnare loro a calmarsi • Sono cattivi perché non seguono le regole del comportamento e reagiscono negativamente verso i compagni • A volte si comportano in quel modo solo per attirare l’attenzione della classe.
In realtà questi bambini… • Non riescono a lavorare su uno stesso compito per un periodo prolungato…La loro motivazione diminuisce più rapidamente di quella degli altri • Spesso sanno quello che dovrebbero fare ma non riescono a mettere in pratica le loro buone intenzioni • La loro attenzione è controllata da stimoli esterni (il problema sta nel controllo interno dell’attenzione) • Non sono cattivi, a volte reagiscono negativamente con gli altri perché non hanno sufficienti abilità per fare meglio • Il loro comportamento non è diretto verso uno scopo preciso
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