140 likes | 338 Views
GLI IMPATTI SOCIOECONOMICI DEL TABACCO IN ITALIA. DENIS PANTINI Responsabile Area Agroalimentare. Roma, 7 marzo 2013. LA RILEVANZA OCCUPAZIONALE DELLA FILIERA DEL TABACCO IN ITALIA (2010 ). Addetti coinvolti nella filiera (a tempo pieno, part-time, stagionali) 204.000 persone.
E N D
GLI IMPATTI SOCIOECONOMICI DEL TABACCO IN ITALIA DENIS PANTINI Responsabile Area Agroalimentare Roma, 7 marzo 2013
LA RILEVANZA OCCUPAZIONALE DELLA FILIERA DEL TABACCO IN ITALIA (2010) Addetti coinvolti nella filiera (a tempo pieno, part-time, stagionali) 204.000 persone
LA VALENZA LABOUR-INTENSIVE DELLA COLTIVAZIONE DEL TABACCO La coltivazione del tabacco richiede un impiego di manodopera – dalla semina alla raccolta – notevolmente superiore ad altre colture agricole. Tale intensità di lavoro cambia a seconda delle varietà di tabacco e del grado di meccanizzazione adottato nel processo produttivo: si va da un minimo di 250 ore ad ettaro ad un livello che può avvicinarsi alle 900 ore (nel caso della raccolta a mano di foglie Kentucky). In termini di comparazione, l’ammontare di lavoro richiesto dal tabacco può essere pari a 10-100 volte (a seconda del grado di meccanizzazione) quello di altre colture a seminativo come il frumento, il mais o i semi oleosi. Anche dal punto di vista dell’attivazione economica, l’impatto è rilevante: per ogni euro di valore della produzione agricola, se ne generano 2,1 a livello economico complessivo.
LA RILEVANZA ECONOMICA DELLA COLTIVAZIONE DEL TABACCO IN ITALIA (2011) Una comparazione tra colture industriali e a seminativo per valore della produzione ad ettaro (€/ha)* * Al netto aiuti accoppiati
LA PRODUZIONE DI TABACCO IN ITALIA(tonnellate) Monopolio QMG Disaccoppiamento parziale Disaccoppiamento totale
I CAMBIAMENTI NELLA TABACCHICOLTURA ITALIANA L’Italia è il primo paese europeo per coltivazione di tabacco e il decimo a livello mondiale. Nel 1990 era al settimo posto. Negli ultimi dieci anni, complice una riforma dell’OCM che ha eliminato gli aiuti “accoppiati” alla produzione e alla luce dei costi di coltivazione elevati, la superficie investita a tabacco è diminuita del 43% mentre i produttori sono calati dell’85%. Oggi il 95% della produzione nazionale si concentra in 4 regioni (Campania, Veneto, Umbria e Toscana), mentre l’80% in appena 5 province: Verona, Perugia, Arezzo, Caserta e Benevento. In queste ultime due, il tasso di disoccupazione supera il 14%. La coltivazione del tabacco è praticata anche nelle piccole aziende e rappresenta un fattore di sostentamento economico in grado di mantenere l’attività agricola anche in zone svantaggiate.
ITALIA: UN CONFRONTO TRA PRODUZIONE, CONSUMO E IMPORT(Volumi 2000 = 100 e variazione decennale) Import prodotti da fumo +26% Vendite prodotti da fumo -10% Produzione tabacco -31%
UN BILANCIO A LIVELLO EUROPEO: IL TREND DI PRODUZIONE E IMPORT DI TABACCO GREGGIO tonnellate +12% -18% * In equivalente trasformato
SCENARI EVOLUTIVI E SOSTENIBILITA’ DELLA FILIERA La revisione della Direttiva sui prodotti del tabacco (2007/EC/31) “Direttiva Prodotto”: possibili impatti sulla filiera derivanti dall’applicazione di provvedimenti volti a “rendere anonimo” il packaging (rischio di guerre di prezzo e aumento della contraffazione, con ricadute socioeconomiche e di minor gettito fiscale). La riforma della PAC per il post-2013: la proposta della Commissione Europea penalizza la tabacchicoltura con l’obbligo di “uniformità” dei premi ad ettaro per gli agricoltori di uno Stato membro o di una regione, nonché mediante l’esclusione della coltura da qualsiasi forma di pagamento “accoppiato” alla produzione.
RIFORMA PAC: IL PROCESSO DI CONVERGENZA DEL PAGAMENTO DIRETTO/1 Commissione VALORE DEI TITOLI - Valore uniforme al 2019 (2020) Massimale nazionale (o regionale) / numero di titoli - Convergenza: 1° anno 40% del massimale nazionale pagamento di base uguale per tutti Parlamento VALORE DEI TITOLI - Valore uniforme al 2019 (2020) Massimale nazionale (o regionale) / numero di titoli -+/- 20% rispetto al valore unitario medio - Max – 30% del valore dei titoli al 2014 (2015) - Convergenza: 1° anno non inferiore al 10% del massimale nazionale (o regionale) pagamento di base uguale per tutti
RIFORMA PAC: IL PROCESSO DI CONVERGENZA DEL PAGAMENTO DIRETTO/2 Emendamento del Parlamento Opzione aggiuntiva In deroga al sistema precedente (art. 22 bis) gli Stati membri possono approssimare il valore dei diritti all’aiuto a livello nazionale o regionale, in modo che il valore unitario degli stessi si sposti parzialmente, ma non del tutto, verso valori nazionali o regionali uniformi a decorrere dal 2021. In caso di tale opzione gli SM possono utilizzare la formula per la convergenza esterna tra Stati Gli SM che ricorrono a tale opzione possono stabilire che il pagamento greening possa convergere insieme alla basic component per ogni singolo agricoltore. Il greeningviene corrisposto agli agricoltori come percentuale del loro pagamento di base.
CONVERGENZA DEI PAGAMENTI E IMPATTI SULLE FILIERE: LO STATO DELL’ARTE 27% del valore della produzione agricola italiana
RIFORMA PAC: IL SOSTEGNO ACCOPPIATO Commissione Definisce una serie di settori/produzioni a cui può essere concesso il sostegno accoppiato: tra questi manca il TABACCO (oltre a vino e carni suine). 10% del massimale nazionale dei pagamenti diretti (circa 400 mln €) Emendamento del Parlamento Il sostegno accoppiato potrà essere concesso a tutti i prodotti agricoli (Allegato I) . Le risorse disponibili sono pari al 15% del massimale nazionale dei pagamenti diretti (circa 600 mln €) Saranno privilegiate in via prioritaria le produzioni che nel 2010-2013 hanno beneficiato di pagamenti accoppiati (tra cui il tabacco)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE! DENIS PANTINI Responsabile di Area Agricoltura e Industria Alimentare NOMISMA spa 051 6483188 denis.pantini@nomisma.it